Economia

E-commerce, si vende di più se la strategia parte dai social network

Il livestream shopping, ovvero la vendita online tramite video in diretta social, si è rivelata un’ottima leva di conversione rispetto ai canali tradizionali dell’e-commerce. Gli esercenti devono riadattare la loro organizzazione interna e integrare gli strumenti adeguati a stabilizzare questo modello, per garantire agli utenti una customer experience più fluida e completa.

Quello dell’e-commerce, soprattutto in seguito alla pandemia da Covid 19, è un settore sempre più competitivo, che vede consumatori via via più esigenti e tecnologie sempre più avanzate. In questo contesto PayPlug, la soluzione di pagamenti online per le piccole e medie imprese, fa il punto sulle 10 tendenze e-commerce che gli e-merchant dovrebbero seguire nel 2022, per un business produttivo e al passo con i tempi.

Sempre più lontane dalla pura funzionalità di interazione e discussione, tra lo shop Instagram, il marketplace Facebook e l’hashtag #TikTokMadeMeBuyIt, le piattaforme social si stanno trasformando gradualmente in veri e propri marketplace, tanto che il 53% dei 16-24enni utilizza proprio i social media per trovare un brand.

E-commerce, il cuore delle vendite è supportato dai social

Il livestream shopping, ovvero la vendita online tramite video in diretta social, si è rivelata un’ottima leva di conversione rispetto ai canali tradizionali dell’e-commerce. Nata all’inizio della crisi sanitaria, questa strategia non è solamente una prerogativa dei giganti dell’e-commerce: anche le PMI la stanno sfruttando sempre di più per connettersi con la propria community e aumentare le vendite, non solo sui social network, ma anche su marketplace ed e-commerce, grazie a piattaforme come Marlene, già utilizzata da noti brand come Upim, Dmail e Kasanova.

A causa del rafforzamento delle norme relative alla protezione dei dati personali, i browser web stanno gradualmente disattivando i cookie di terze parti. Per continuare a offrire servizi personalizzati online nel rispetto della privacy, gli e-merchant possono contare sui first party data, o dati proprietari, raccolti cioè in modo diretto dal proprio pubblico: una strategia potenzialmente molto efficace in termini di produttività – considerando che fidelizzare i propri clienti è meno costoso e più redditizio che trovarne di nuovi – e già adottata dal 61% delle aziende.

Si tratta, in particolare, di dati affidabili, quasi sempre gratuiti e facili da raccogliere, per esempio attraverso le interazioni degli utenti sul sito web, le mail e gli sms o i Crm dei punti vendita, che aiutano l’azienda nella personalizzazione dei prodotti e servizi offerti basandosi sulla cronologia degli acquisti e il comportamento dei clienti.

Il commercio conversazionale, ovvero l’atto di vendere prodotti e servizi intrattenendo una conversazione personalizzata con i propri clienti tramite sms, e-mail, applicazioni di messaggistica e chatbot, sta assumendo un ruolo fondamentale all’interno di una customer journey di successo, tanto che la crescita annuale prevista per il mercato globale dell’assistenza virtuale entro il 2028 è pari al +28%. Per gli e-merchant, dunque, sarà sempre più importante fare uso di agenti conversazionali dotati di Intelligenza Artificiale per comunicare in tempo reale e potenziare le relazioni con i propri clienti, garantendo consigli personalizzati in base alle risposte dell’utente.

In Italia, il 37% degli utenti utilizza attualmente la ricerca o i comandi vocali almeno una volta al mese, contro il 30% nel 2019. Per soddisfare questa tendenza crescente, acquisire nuovi clienti e convertire in maniera efficace sul web, gli e-merchant possono contare sul veo (voice engine optimization), una variante della seo che consiste nell’utilizzare parole chiave a coda lunga che corrispondano ai modelli di linguaggio naturale degli utenti.

Il pagamento non è più un semplice mezzo per incassare denaro, ma contribuisce a tutti gli effetti a migliorare l’esperienza cliente sia in negozio, grazie agli mPos che riducono la coda in cassa e facilitano il rispetto delle norme sanitarie vigenti, sia online, con la funzionalità Buy Now Pay Later, che consente agli esercenti di adeguarsi alle richieste del mercato emergenti e proporre ai clienti di pagare in più rate, aumentando il potere di acquisto di questi ultimi.

Il 63% degli italiani ha manifestato la necessità di sistemi di sicurezza più efficaci per quanto concerne i pagamenti online: sarà quindi necessario per gli e-merchant proporre metodi di pagamento sicuri ma allo stesso veloci e fluidi, ottimizzando la gestione delle carte e diminuendo il tasso di transizioni rifiutate, migliorando così l’esperienza del cliente e aumentando la redditività.

Rendere un sito web accessibile al maggior numero di persone possibile dovrebbe essere una priorità per gli e-merchant, visto che il 5% della popolazione italiana è diversamente abile e il 51% degli over 65 usa Internet. In questo contesto, una nuova sfida per gli e-commerce sarà proprio quella di realizzare UX sempre più lineari, intuitive e accessibili: un’interfaccia semplice, colori contrastanti, caratteri sufficientemente grandi e testo alternativo per ogni immagine sono tutti elementi che contribuiscono a realizzare un’esperienza utente fruibile ai più.

La crisi sanitaria ha aumentato notevolmente l’attenzione degli italiani nei confronti della sostenibilità. Il 43% di essi, in particolare, teme che l’aumento delle vendite online rappresenti una minaccia per l’ambiente, soprattutto relativamente agli imballaggi non riciclabili e alle emissioni dovute al trasporto. Fornire una scelta più ampia di prodotti e imballaggi sostenibili e creare una supply chain sostenibile saranno indiscussi punti di forza per gli e-merchant, tanto che la crescita prevista per l’uso di imballaggi ecosostenibili nell’e-commerce entro il 2022 è pari al 50%.

L’83% delle aziende italiane considera l’omnicanalità una priorità, ma meno del 10% l’ha pienamente integrata nella propria strategia. Dopo aver capito l’importanza della presenza su più canali, gli esercenti devono riadattare la loro organizzazione interna e integrare gli strumenti adeguati a stabilizzare questo modello, per garantire agli utenti una customer experience più fluida e completa.

Redazione

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