Economia

Shrinkflation “fenomeno dilagante in Italia”

L'Antitrust si muove e le associazioni di consumatori sottolineano il lavoro fatto in questi mesi. Il ritratto è quello dell'esplosione di un fenomeno che voleva passare inosservato ma senza successo.

Abbiamo già parlato su queste pagine, durante un’intervista con Mauro Baricca, del fenomeno shrinkflation, lo “stratagemma” ai limiti del moralmente corretto che prevede il mantenere lo stesso costo ma riducendo il contenuto acquistato, lavorando spesso sul packaging del prodotto. Da inizio anno, a causa di una recrudescenza di un fenomeno in realtà sempre esistito e sulla scorta delle fibrillazioni internazionali, i casi sembrano essere aumentati tanto da portare a esposti in Procura.

Nelle scorse ore, le denunce del Codacons sono state accolte dall’Antitrust italiana che ha annunciato “l’avvio di verifiche sul fenomeno alla luce della possibile pratica commerciale scorretta“. Insomma, qualcosa si muove ed è la stessa Codacons a ribadirlo attraverso una nota stampa. “In attesa delle valutazioni dell’Antitrust afferma il presidente Codacons Carlo Rienzi – ricordiamo che il fenomeno della shrinkflation determina una inflazione occulta che si aggiunge a quella ufficiale, danneggiamento pesantemente i consumatori e svuotando i carrelli della spesa”. ”Invitiamo gli utenti – continua – a prestare la massima attenzione in fase di acquisto e a controllare sempre confezioni, pesi, etichette e prezzi in modo da difendersi da tale odiosa pratica”.

L’indagine dell’Autorità garante della concorrenza è mirata ad accertare la trasparenza della strategia di marketing di chi ha “ridotto” le sue confezioni ma non il prezzo esposto. C’è un’istruttoria – fanno sapere da Altroconsumo – per “verificare che le strategie adottate dai produttori di fatto non possano costituire una vera e propria pratica commerciale scorretta e violare così il Codice del consumo“. Di fatto, si tratta di comprendere se i consumatori siano stati sufficientemente informati già in etichetta di come cambiava il pacco che avevano comprato – diverso – fino al giorno prima. Insomma, staremo a vedere. Le associazioni di consumatori stanno alla finestra, ma intanto il ritratto che ne viene fuori non lascia adito a dubbi: quello della shrinkflation è un fenomeno dilagante in Italia (o addirittura già dilagato).

Shrinkflation, le segnalazioni degli ACmakers

Ad aggiungere peso al dibattito ci pensa Altroconsumo, grazie alla collaborazione della community degli ACmakers. I consumatori che hanno aderito alla community digitale in questi mesi hanno segnalato svariati prodotti che si sono “ristretti” sugli scaffali dei nostri supermercati. A merendine, biscotti e formaggi mancano 10 grammi, ad alcuni detercenti 100 millilitri, i pacchetti di fazzoletti passano da dieci a nove in buona parte dei casi.

“Massima attenzione – spiegano da Altroconsumo – al formato del prodotto e al relativo prezzo al chilo o al litro. L’unica arma davvero valida a disposizione dei consumatori è l’attenzione che occorre prestare nei punti vendita“.

Qualche suggerimento utile: “Bisogna sempre controllare il formato del prodotto che si sta per comprare, cioè il peso o il volume, e poi verificare il prezzo al chilo oppure al litro. In questo modo è possibile effettivamente capire quanto si sta spendendo in proporzione alla quantità di prodotto che si sta mettendo nel carrello”. E ancora: “Occhio a non farsi ingolosire dalle offerte speciali, perché il fenomeno potrebbe fare capolino anche in quel caso. Indubbiamente le promozioni, le offerte speciali o i pacchi di confezioni formato famiglia possono essere un’alternativa valida per chi vuole risparmiare, ma è sempre bene valutarne l’effettiva convenienza”.

Le reazioni

“A parità di spesa le quantità portate a casa ‘sono inferiori’ e la riduzione delle quantità di prodotto nelle confezioni riguarda non solo il comparto alimentare, come merendine, succhi di frutta, biscotti, ma una moltitudine di beni per la cura della casa e l’igiene personale, dai detersivi ai dentifrici, passando per carta igienica e shampoo. Prodotti per i quali i prezzi di vendita rimangono inalterati nonostante le dosi e i pesi inseriti nelle confezioni subiscano una costante diminuzione”. Parole di Consumerismo no profit non che non lascia margini di dubbio, e lo fa attraverso una dura nota diffusa a mezzo stampa. Per l’associazione la shrinkflation altro non è che “una pratica scorretta che svuota i carrelli della spesa fino al 30%”. “Si tratta di un trucchetto ‘svuotacarrelli’ – rincara – che consente enormi guadagni alle aziende produttrici ma di fatto svuota le tasche dei cittadini: una prassi che inganna i consumatori, i quali non hanno la percezione di subire un aggravio di spesa”

“Siamo la prima associazione di consumatori non solo ad aver sollevato il problema della shrinkflation ma anche ad aver presentato un esposto all’Antitrust, il 7 aprile 2022″. Lo rivendica Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Ma l’Antitrust, pur avendo dichiarato davanti alla Commissione Baldelli il 24 maggio di aver acceso un faro sulla shrinkflation proprio grazie al nostro esposto e che stava monitorando il fenomeno al fine di verificare se poteva avere rilevanza ai fini dell’applicazione del Codice del Consumo, non ha ancora aperto alcuna istruttoria”.

Enrico Parolisi

Giornalista, addetto stampa ed esperto di comunicazione digitale, si occupa di strategie integrate di comunicazione. Insegna giornalismo e nuovi media alla Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa. Aspirante re dei pirati nel tempo libero.

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