Proprietà industriale, gli asset strategici che cambieranno il Paese
Il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto di attuazione del Piano strategico sulla proprietà industriale: per il triennio 2021 – 2023 hanno contribuito enti, università, imprenditori, ricercatori e quanti sono interessati ad una nuova riforma sulla proprietà industriale e rafforzare la cultura dell’innovazione.
Obiettivo delle Linee di intervento strategiche sulla proprietà industriale del Ministero dello sviluppo economico è delineare un piano per la promozione della cultura dell’innovazione e degli strumenti di tutela e valorizzazione della proprietà industriale (PI) condiviso da tutti i soggetti la cui azione incide sul sistema produttivo: policy makers, amministrazioni pubbliche, sistema imprenditoriale e sindacale, mondo accademico e della formazione, ordini professionali e consulenti, consumatori ed utenti.
dal documento sulla Proprietà Industriale
Perché è importante che in Italia si discuta, adesso, della proprietà industriale? Per almeno due motivi: in primis, la firma del decreto per il Piano strategico sulla proprietà industriale è il primo provvedimento del PNRR nostrano, con una dotazione di 30 milioni di euro. Quindi, stiamo iniziando a non sprecare le risorse che ci sono state assegnate (e questa è una bella notizia già da sola).
In secondo luogo, nel pieno della transizione digitale verso un Paese 4.0 è importante raccogliere dal territorio le istanze (e le difficoltà), per un cambiamento che assomigli ad una politica condivisa e non calata dall’alto. Questo permetterà, probabilmente e in prospettiva, di realizzare un pacchetto di interventi finalizzati a promuovere e tutelare la proprietà intellettuale nell’ambito della digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo.
Gli asset strategici del Piano sulla proprietà industriale
La strategia proposta sulla proprietà industriale è ritenuta un elemento essenziale per l‘attuazione di una politica capace di governare la rivoluzione digitale che sta cambiando la nostra società, mettendo in campo strumenti in grado di sfruttarne a pieno le potenzialità e di mitigarne i rischi. Una rivoluzione che sta modificando l’economia per come l’abbiamo fin qui conosciuta, trasformandola nell’economia della conoscenza.
L’innovazione, intesa come applicazione della conoscenza per creare processi più efficaci e nuovi prodotti o per rendere quelli già disponibili più rispondenti alle esigenze di una società in costante evoluzione, è alla base di gran parte della crescita economica.
In questo scenario i diritti di proprietà industriale (DPI) rivestono un ruolo cruciale poiché consentono di proteggere le idee, le opere e i processi frutto dell’innovazione, assicurando un vantaggio competitivo a chi li ha ideati; aprono la possibilità di valorizzare l’innovazione acquisendo nuovi mercati e offrono la possibilità di continuare ad investire sul futuro.
L’importanza e l’attualità di un intervento strategico in materia di proprietà industriale sono confermate anche dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza #NextGenerationItalia, approvato dalla Commissione europea, che annovera la “Riforma del sistema della proprietà industriale”, qui delineata, all’interno della Missione 1, Componente 2, “Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo”, e che destina alla realizzazione di taluni interventi un finanziamento straordinario pari a 30 milioni di euro.
Sfruttare al meglio il potenziale innovativo
Circa i contenuti, il piano elaborato tiene conto di quanto indicato dal Piano di azione della Commissione UE “Sfruttare al meglio il potenziale innovativo dell’UE – Piano di azione sulla proprietà intellettuale per sostenere la ripresa e la resilienza dell’UE”, adottato il 25 novembre 2020.
Accogliendo lo specifico invito della Commissione, il piano delinea la strategia e gli interventi nazionali per rispondere a cinque sfide individuate per rafforzare la protezione e l’applicazione della PI, garantendo uno sforzo congiunto per la ripresa economica: migliorare il sistema di protezione della PI; incentivare l’uso e la diffusione della PI, in particolare da parte delle PMI; facilitare l’accesso ai beni immateriali e la loro condivisione, garantendo nel contempo un equo rendimento degli investimenti; garantire un rispetto più rigoroso della proprietà industriale; rafforzare il ruolo dell’Italia nei consessi europei ed internazionali sulla proprietà industriale.
Le Linee di intervento strategiche per la proprietà industriale, secondo il MISE, troveranno un primo risultato concreto nella imminente predisposizione di un disegno di legge di revisione del Codice della Proprietà Industriale (D.Lgs. 10 febbraio 2005, n. 30); un aggiornamento della cornice normativa di riferimento per il settore che offra un quadro di insieme coerente con gli sviluppi attesi e descritti nel presente documento, rafforzi la protezione dei titoli e semplifichi l’azione amministrativa di supporto a beneficio delle imprese, in particolare delle PMI.
Il piano, inoltre, individua alcuni macro-obiettivi da perseguire, dedicando ad ognuno di loro uno specifico capitolo.
Con riferimento alla sfida “migliorare il sistema di protezione della proprietà industriale” le proposte ricevute si sono concentrate in massima parte sulla necessità di aggiornare la legislazione di settore. Tra gli interventi segnalati, con indicazioni convergenti sia del mondo imprenditoriale che di quello della ricerca, la revisione delle disposizioni normative che regolano il trasferimento della titolarità delle invenzioni maturate in ambito universitario e presso gli enti pubblici di ricerca dai ricercatori alla struttura di appartenenza. Significativo, inoltre, l’invito a rendere più agevole l’interazione tra gli utenti e l’UIBM, sfruttando appieno le moderne tecnologie.
Circa le indicazioni relative alle modalità per “incentivare l’uso e la diffusione della PI, in particolare da parte delle PMI”, unanime la richiesta di dare continuità, anche incrementandone la dotazione finanziaria, alle misure di sostegno per la valorizzazione dei titoli di PI per consentire agli operatori una corretta programmazione degli interventi, e di ampliare, in alcuni casi, la platea dei soggetti beneficiari. Ed inoltre, sono pervenute numerose sollecitazioni a consolidare
e a rifinanziare gli interventi per facilitare il trasferimento dell’innovazione tecnologica dal sistema della ricerca pubblica alle imprese.
Per quel che riguarda la necessità di “facilitare l’accesso ai beni immateriali e la loro condivisione, garantendo nel contempo un equo rendimento degli investimenti” la consultazione pubblica ha indicato la necessità di intervenire per migliorare la conoscenza dei brevetti essenziali e, più in generale, per consentire un più facile accesso alle informazioni brevettuali che costituiscono un elemento necessario per la definizione dello stato della tecnica nelle diverse aree tematiche e per innescare nuove possibilità di sviluppo.
In materia di lotta alla contraffazione pressante l’invito a prestare la massima attenzione al mondo digitale, dell’online e dei social network in modo particolare, poiché è su questo terreno che si sta sviluppando in modo sempre più rilevante il mercato del falso, anche promuovendo un cambio culturale nell’opinione pubblica a favore del prodotto originale. Largamente condivise, inoltre, le indicazioni di favorire sinergie tra gli operatori dell’enforcement e di intervenire sul
corpus normativo riguardante le misure repressive dei fenomeni contraffattivi.
Infine, elemento ricorrente dei contributi ricevuti in ordine all’ultima sfida proposta “rafforzare il ruolo dell’Italia a livello internazionale” è la richiesta di operare per un tempestivo avvio all’operatività del c.d. brevetto europeo con effetto unitario, nonché di continuare a sostenere la candidatura della città di Milano ad ospitare la sezione della sede centrale del Tribunale Unitario dei Brevetti, dopo l’uscita di scena di Londra.