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“Guida Più Sicura”, il progetto sulla mobilità dei liceali che sfida l’Europa

Gli studenti del Tenca (Milano) sfidano i colleghi europei con Guida Più Sicura. La prof: “Una scuola aperta renderà i nostri studenti i migliori”

La guida sicura si può ottenere anche in modo smart e tech. Esiste un dispositivo di 8 cm per 8 cm, che applicato ai mezzi leggeri (bici, monopattini e simili) avverte se ci sono piste ciclabili in zona, parcheggi nelle vicinanze, ma anche se si sta superando i limiti di velocità o se un veicolo si avvicina pericolosamente, oltre a indicare il percorso migliore e la direzione da seguire grazie alle mappe incluse.  È GPS – Guida Più Sicura – realizzato, insieme a una app, da un team della classe 3f del Liceo Tenca di Milano.

Con l’invenzione Guida Più Sicura si sono aggiudicati il primo premio del concorso internazionale “The school challenge”, il riconoscimento istituito da JP Morgan e Junior Achievement con il patrocinio del Comune di Milano e il supporto di makers professionisti del Luiss Hube (il secondo e il terzo premio sono andati ad altri due team della stessa classe per un progetto sullo spreco alimentare e uno sulla valorizzazione dei prodotti locali).

Adesso gli alunni si apprestano a prepararsi alla sfida europea il 16 giugno con gli studenti tedeschi, francesi e inglesi. Come hanno lavorato i ragazzi e cosa manca alla scuola italiana per farli eccellere nella realizzazione di nuove tecnologie, lo abbiamo chiesto alla professoressa di filosofia e scienze umane Angela De Angelis, coordinatrice del progetto.

Partiamo dalle sue materie, non è strano che un’insegnante di filosofia segua i ragazzi nella realizzazione di una nuova tecnologia e di una app sulla guida sicura?
“Direi di no. Pensi a quanti dilemmi etici sta portando la tecnologia nelle nostre vite. Si discute tanto se l’Intelligenza Artificiale possa avvallare e rafforzare determinate discriminazioni, per esempio. Inoltre questo progetto era molto “filosofico”. I ragazzi sono partiti da due argomenti: uno era la mobilità e l’altro lo spreco di cibo. E avevano un obiettivo: migliorare la condizione ambientale della città in cui vivono. Sono quindi partiti dalle idee, hanno imparato a pensare, scoprirsi, confrontarsi. Non si tratta di semplice trasmissione del sapere, ma di essere capaci di mettere a sistema il frutto di questo processo. In questo la filosofia ha coordinato”.

Come hanno lavorato i ragazzi per il progetto Guida Più Sicura?
“Dopo aver raccolto le idee, sono passati alla fase di progettazione e ricerca. Hanno poi trovato i componenti del device, calcolato i costi e le spese. In pratica hanno fatto tutto dalla A alla Z. Il prodotto, una volta brevettato, potrebbe anche essere messo in vendita”.

Hanno lavorato da soli?
“No, c’è stato un coordinamento con una serie di partner. Hanno avuto tutor, si sono confrontati con i responsabili di JP Morgan e del Comune. Se non ci fosse stata la pandemia avrebbero avuto accesso anche ai laboratori della Luiss. Purtroppo hanno dovuto fare tutto da remoto, ma essendo molto tecnologici sono riusciti a portare a termine il lavoro anche senza incontri fisici”.

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Il team di studenti del Tenca di Milano

Cosa ci vuole per realizzare questi progetti?
“Ci vuole una rete territoriale. Un dialogo continuo tra la scuola e le altre istituzioni del territorio. Un connubio che può decisamente migliorare la qualità del luogo dove i ragazzi vivono. Anche questo progetto, infatti, aveva un fine ambientale e di impatto positivo sulla mobilità cittadina”.

Adesso si confronteranno con i loro colleghi europei, gli studenti italiani sono indietro secondo lei?
“Assolutamente no. Con il nostro liceo i ragazzi partecipano a diversi progetti di mobilità internazionale. Dovunque vadano la loro preparazione si mostra tra le migliori. Quello che decisamente manca è una scuola aperta. I ragazzi devono fin da adesso poter fare esperienze formative anche fuori l’aula, esperienze in linea con le loro passioni e capacità. In questo modo imparano facendo, diventano più sicuri e si preparano al mondo del lavoro e all’università”.

Romolo Napolitano

Giornalista professionista dal 2011 è stato, non ancora trentenne, caporedattore dell’agenzia di informazione videogiornalistica Sicomunicazione. Ha lavorato 3 anni negli Stati Uniti in MSC. Al suo ritorno in Italia si è occupato principalmente di uffici stampa e comunicazione d'impresa. Attualmente è giornalista, copywriter e videomaker freelance. Si occupa, tra le altre cose, di tecnologie, nautica e sociale.

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