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Perché chi è in sovrappeso rischia maggiormente il cancro al colon-retto?

Una ricerca campana ha individuato nel gene P53 la possibile correlazione tra peso corporeo e tumore. I risultati dello studio

Nei pazienti in forte sovrappeso o obesi c’è un rischio maggiore di ammalarsi di cancro al colon-retto; non solo, ma quando la malattia diventa metastatica la prognosi è più severa. Che quindi una buona prevenzione parti da sane abitudini alimentari è noto e risaputo, e non solo per questa tipologia di neoplasia. Quello che però emerge da uno studio a trazione tutta campana (nato dalla sinergia tra i dottori Guglielmo Nasti, Mariachiara Santorsola e Alessandro Ottaiano dell’Istituto Pascale, il professor Michele Caraglia dell’Università degli Studi della Campania Vanvitelli e i dottori Giovanni Savarese e Antonio Fico del centro AMES) è che a incidere sullo sviluppo della patologia in questo caso sarebbe la maggior frequenza di mutazioni del gene P53.

Si tratta – spiegano i ricercatori in una nota – di una “proteina cruciale nel controllare molteplici fenomeni biologici quali la proliferazione cellulare a la riparazione del DNA in seguito ai più svariati insulti”. “L’alterazione di questa proteina – continuano – aumenta notevolmente la tendenza delle cellule ad accumulare mutazioni predisponendole alla trasformazione neoplastica e a una maggiore capacità di evadere i trattamenti anti-tumorali”. I risultati dello studio sono in pubblicazione sulla rivista scientifica internazionale “Frontiers in Medicine”.

Il rapporto tra obesità e cancro

Il rapporto tra obesità e cancro è da sempre un tema di interesse e preoccupazione all’interno della comunità sanitaria e medica. L’obesità, tra l’altro, è notoriamente uno dei fattori di rischio più noti per lo sviluppo di una serie di patologie, tra cui anche (ma non solo) quelle tumorali.

Focalizzandoci sulla sola Italia, l’obesità resta comunque un problema crescente. Secondo l’OMS nel 2019 era il 32% degli adulti in Italia la quota di individui sovrappeso, mentre più di uno su dieci era obeso.

Ma perché l’obesità aumentare il rischio di cancro? I motivi sono molteplici: ad esempio, ormoni come l’insulina e gli estrogeni, prodotti dal tessuto adiposo, possono favorire la crescita delle cellule tumorali. O, ancora, l’obesità influsice sul sistema immunitario, indebolendolo al punto di renderlo meno in grado di combattere le cellule tumorali. In Italia l’obesità è stata riconosciuta come fattore di rischio per diversi cancri: tra questi, oltre al tumore del colon-retto, ci sono il tumore dell’endometrio, tumore della mammella in postmenopausa, tumore del pancreas e tumore renale.

Per dare un numero al fenomeno, basti pensare che l’OMS stima che circa il 7% dei nuovi casi di cancro in tutto il mondo siano attribuibili all’obesità.

La scoperta della correlazione tra le mutazioni del gene P53 e lo sviluppo di patologie tumorali arriva proprio in una area geografica, quella campana, dove l’incidenza di adulti in sovrappeso è tra le più alte d’Italia e seconda solo alla Calabria.

“La lotta contro il sovrappeso e l’obesità – afferma l’oncologo Ottaiano – è una forma di prevenzione primaria in molti tipi di tumore. Quasi la metà dei tumori del colonretto potrebbero essere evitati con un corretto stile di vita intendendo con questo due elementi fondamentali: un’alimentazione sana e l’esercizio fisico. Entrambi impattano positivamente sul peso corporeo determinando cambiamenti biochimici, immunologici e ormonali, nonché psicologici, estremamente positivi per il nostro corpo”.

Il professore Massimo Di Maio, del Dipartimento di Oncologia dell’Università degli Studi di Torino, gli fa eco complimentandosi per i risultati dello studio: “La prevenzione è fondamentale in oncologia, e i risultati dei colleghi di Napoli rappresentano un’ulteriore dimostrazione che sono necessarie politiche di educazione sanitaria intensive ma anche innovative e incentivanti, come è stato fatto in altri paesi Europei, soprattutto tra i giovani, per aumentare la consapevolezza dell’importanza di un’alimentazione sana e stimolare l’accesso e la fruizione di sport e altre attività fisiche. Tutto questo può avere ripercussioni molto positive non solo sulla salute delle persone, ma anche economiche, per il potenziale risparmio delle risorse utilizzate per curare i danni cardio-vascolari e oncologici del sovrappeso e dell’obesità”.

Il tumore al colon-retto

Il tumore al centro della ricerca, quello al colon-retto, si sviluppa nel colon (la parte finale dell’intestino crasso) o nell’intestino retto (la parte inferiore dell’intestino crasso che si collega al canale anale) nell’apparato digerente. Dati i tristi dati sulla sua diffusione, è da considerarsi come uno dei tipi di cancro più comuni tanto in Europa quanto negli Stati Uniti.

Il tumore al colon-retto può iniziare come una formazione benigna, un piccolo polipo, nella mucosa del colon o dell’intestino retto che inizia a crescere. Se non vengono rimossi tali polipi possono diventare maligni e trasformarsi quindi in tumore. Non sempre, però, il tumore si sviluppa in presenza di polipi. In entrambi i casi, però, è evidente l’importanza della prevenzione. Ed è per questo che nei pazienti a rischio è importante un controllo continuo e consultare il proprio medico velocemente, per capire insieme grazie alla diagnosi precoce quale sia il percorso terapeutico da seguire. In Italia, il programma di screening per la popolazione adulta si incentra sull’analisi FOBT a distanza di 2 anni oppure sulla colonscopia ogni 10 anni.

Sangue nelle feci, dolore addominale, cambiamenti nei movimenti intestinali, perdita di peso senza motivo apparente e debolezza possono essere alcuni dei sintomi che potrebbero indicare la presenza di un tumore al colon-retto. Il fatto che tali sintomi possano essere facilmente riconducibili ad altri problemi rende il tumore al colon-retto uno dei più difficili da individuare precocemente. Per la diagnosi è necessariop passare per una serie di test tra cui esami del sangue, colonscopia, risonanze magnetiche e tomografie computerizzate. Le opzioni di trattamento del tumore al colon-retto comuni includono la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia.

Enrico Parolisi

Giornalista, addetto stampa ed esperto di comunicazione digitale, si occupa di strategie integrate di comunicazione. Insegna giornalismo e nuovi media alla Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa. Aspirante re dei pirati nel tempo libero.

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