Imprese sostenibili, Giovannini: rendicontazione non finanziaria per tutti
Il Ministro Giovannini vuole rendere le imprese sostenibili una realtà collettiva e plurale: la soglia dell'obbligo di rendicontazione non finanziaria va abbassata
Questa mattina si è tenuta la presentazione del Rapporto Italia Sostenibile di Cerved, che segna il punto di frattura fra Nord e Sud in merito all’impatto sostenibile degli investimenti pubblici e privati. Le imprese sostenibili, nel Mezzogiorno, latitano. Anche il Ministro alle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini era presente e ha lanciato una “provocazione” all’attuale sistema di rendicontazione non finanziaria delle aziende.
Cosa sono le imprese “sostenibili”
Cosa rende le imprese sostenibili? Secondo gli attuali obblighi normativi, le imprese con più di 500 dipendenti sono tenute alla rendicontazione non finanziaria. Che cosa significa? Che con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo del 30 dicembre 2016 n.254 l’Italia si è allineata alla direttiva europea n. 95/2014, che impone alle aziende di depositare, oltre ai bilanci di esercizio, anche una dichiarazione di carattere non finanziario.
Parliamo, in altri termini, del bilancio di sostenibilità che la Borsa Italiana definisce come “un rapporto redatto da una società o da un’organizzazione pubblica per fornire ai propri stakeholder informazioni sugli impatti economici, ambientali e sociali causati dalla propria attività”.
Come riporta il portale Way2Global “per redigere il bilancio di sostenibilità molte aziende fanno riferimento agli standard di rendicontazione GRI delineati dalla Global Reporting Initiative, da cui deriva l’acronimo. La necessità di avere un quadro più ampio dell’impatto generato dalle aziende sull’ambiente e sulla comunità in cui operano ha portato di recente a un’evoluzione del bilancio di sostenibilità in quello che oggi è definito Report Integrato. La rendicontazione non finanziaria è un documento di natura strategica perché coglie la complessità delle azioni messe in atto dall’azienda, andando ben oltre il mero risultato economico. È ormai risaputo che le imprese costituiscono uno dei principali portatori d’interesse ai fini del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU. Per rispondere alle sfide globali che tutti siamo chiamati ad affrontare, sono sempre più numerose le aziende che attuano progetti di varia natura sul fronte ESG“.
Si sta parlando, in sintesi, di tutte quelle azioni che possono intraprendere le aziende in termini di investimenti in sostenibilità ambientale, sociale, politiche per il personale (come ad esempio la parità di genere), trasparenza, impegno nella lotta alla corruzione e rispetto dei diritti umani.
La provocazione del Ministro Giovannini
Tornando alla presentazione del Rapporto Cerved sulle imprese sostenibili, il Ministro Giovannini sostiene che alzare l’obbligo di rendicontazione non finanziaria solo alle aziende con 500 dipendenti “è stato grave un errore che altri Paesi come la Spagna hanno corretto già due anni fa obbligando le imprese con oltre 150 addetti a rendicontare dando tre anni di transizione”.
“Ho già detto al ministero competente – continua – di procedere in modo rapido su questa strada perché abbiamo da recuperare un elemento di competitività. Se si fosse fatto 4 anni fa oggi si sarebbe potuto fare un forte investimento in formazione“. Le decisioni, per il Ministro, “vanno assunte non solo a livello europeo e nazionale ma anche a livello locale”. Per questo motivo “regioni, province e città hanno un ruolo cruciale perché spesso la messa a terra della sostenibilità passa per decisioni delle autorità locali”, afferma. Ed è proprio a livello locale, sottolinea il ministro, “che imprese, sindacati e società civile devono cooperare così come stiamo provando a fare a livello nazionale”.