Recovery Plan, un nuovo modello di vita? Intervista all’Eurodeputato Pedicini
Recovery Plan? "Le premesse sono buone per innescare un nuovo modello di vita, tutto starà a vedere quanto il governo e gli attori coinvolti saranno capaci di interpretare e realizzare gli obiettivi dettati dall’UE”
L’Italia è il Paese che più degli altri beneficerà del Recovery Plan. Ma i circa 209 miliardi messi a disposizione dall’Unione Europea devono essere utilizzati per raggiungere obiettivi specifici: transizione digitale, tecnologica e ambientale, eliminazione delle disparità di genere, sburocratizzazione e potenziamento delle infrastrutture materiali e immateriali. Che tipo di impatto avranno tali trasformazioni sul sistema Paese? A parlare con con F-MAG è l’Eurodeputato Piernicola Pedicini.
L’Europa chiede all’Italia di ‘svecchiarsi’. L’ammodernamento, possibile grazie alle risorse del Recovery Plan, in cosa consisterà?
“Gli obiettivi che l’UE vuole raggiungere e che sono stati condivisi da tutti Paesi membri riguardano l’ammodernamento di tutta l’Europa. Le risorse che vengono messe a disposizione servono a raggiungere standard ben precisi. Altri blocchi mondiali come la Cina e gli Stati Uniti corrono più velocemente di noi sulla strada del progresso, il gap va colmato e per farlo bisogna partire dalla trasformazione digitale. Digitalizzazione significa innovazione, cultura, competitività, nuove infrastrutture digitali, cybersicurezza, servizi alle imprese e ai cittadini. Ma c’è anche la parte relativa all’innovazione che punta a ridurre i tempi della giustizia, il 5G e l’internazionalizzazione del Made in Italy. Per dare slancio all’economia si punta agli investimenti utili a potenziare gli attrattori turistici, ma anche i siti minori. Per esempio si pensa a come sostenere i piccoli borghi. L’innovazione tecnologica rappresenta un modo per invertire quel trend degli ultimi 20-30 anni per cui le persone si sono spostate dai piccoli centri delle aree interne alle città. Adesso grazie alla tecnologia avanzata si può lavorare da remoto e questo porta ad un processo di deurbanizzazione. Le premesse sono buone per innescare un nuovo modello di vita, tutto starà a vedere quanto il governo e gli attori coinvolti saranno capaci di interpretare e realizzare gli obiettivi dettati dall’UE”.
Tra gli obiettivi del Recovery Plan c’è quello di eliminare le differenze geografiche e le disuguaglianze di genere. Come farlo?
“Il Recovery Plan prevede quelle che in Italia vengono definite condizionalità. Alcune sono spropositate, altre assolutamente condivisibili. Uno degli obiettivi imprescindibili è eliminare le differenze e le disuguaglianze prima tra tutte la disuguaglianza di genere. L’impegno necessario da parte del governo deve essere quello di rimuovere le disuguaglianze di genere e contemporaneamente contrastare le diseguaglianze territoriali tra Nord e Sud, ma anche tra aree urbane e aree interne. Senza il raggiungimento di questi obiettivi il finanziamento da parte dell’Unione Europea decade e si perdono i 210 miliardi circa. I risultati medio termine vanno assolutamente raggiunti”.
Quali gli investimenti essenziali?
“Dal mio punto di vista bisogna investire sul completamento della fibra ottica per portarla il più vicino possibile a tutti quanti i centri abitati che sono dislocati in maniera satellitare”.
E il 5G che ruolo giocherà?
“Personalmente sono critico sul 5G perché deve essere ancora verificato e monitorato dal punto di vista degli effetti sulla salute. Ma in generale penso che con la fibra ottica accessibile a tutti si possono ottenere grandi prestazioni”.
In che modo la transizione digitale impatta sulla transizione ambientale?
“La transizione digitale ha un effetto automatico sull’ambiente perché le persone si sposteranno sempre di meno e questo avrà un impatto benefico sull’ambiente. Inoltre come dicevo prima la società sarà sempre più organizzata sul teleworking telemedicina. Pensiamo per esempio alla sanità che verrà sempre più umanizzata”.
In che senso?
“Le persone verranno curate a casa perché sul tuo computer potrai connetterti direttamente col medico che ti segue. Solo la parte che vede necessariamente il contatto umano verrà demandata alle persone, ma tutte una serie di attività verranno svolte in telemedicina e un medico potrà sapere in qualsiasi momento quali sono i parametri vitali di una persona. Ma il telelavoro, come insegna l’esperienza drammatica che stiamo vivendo, può portare effetti benefici. Ormai è chiaro che non si tornerà a lavorare più come prima. Certo la presenza fisica sarà ricostituita, ma non come prima”.
Di quali professionalità necessita il lavoro del futuro?
“Si svolgeranno soprattutto attività per cui sono richieste skills legate all’informazione, alla comunicazione digitale e tecnologica. Questi sono i mondi di cui ci sarà sempre più bisogno nel futuro immediato”.
Ci sono modelli a cui l’Italia può fare riferimento nel percorso di trasformazione post pandemico?
“Ci sono modelli positivi anche in Europa. Per esempio ho visitato Copenaghen che è la città digitalmente più avanzata. Lo è anche per quanto riguarda l’impatto ambientale: la mobilità è sostenibile, gli edifici sono quasi tutti a impatto zero la pubblica amministrazione è tutta digitalizzata. C’è tutto un mondo che funziona veloce e riesce a fornire servizi alle persone in maniera soddisfacente”.