Economia

La BCE non si fermerà: previsto altro rialzo a giugno, poi forse stop

Più convinto che ci saranno ulteriori rialzi nei prossimi mesi è invece Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, che parla del ritocco da 25 punti come "lo scenario con più elevate probabilità soprattutto dopo la pubblicazione qualche giorno fa dell’indagine sullo stato di salute del mercato del credito nell’Eurozona".

Gli euroanalisti sono tutti (o quasi) d’accordo: la BCE, dopo il rialzo dei tassi di interesse di 0,25 punti percentuali, non si fermerà. E per giugno è previsto un nuovo aumento dello 0,25% probabilmente l’ultimo prima di un ciclo di stop (o, miracolosamente, di un’inversione di tendenza).

Il dado sembra ormai tratto: visto che, come ha confermato la Presidente dell’Eurotower Christine Lagarde, nessuno nel Consiglio Direttivo ha chiesto “un rialzo pari a zero” (come segretamente avrebbero voluto alcuni dei governatori presenti) la decisione di rialzare “solo” di 25 punti è probabilmente la scelta più moderata che ci si potesse aspettare.

Inarrestabile BCE: il prossimo rialzo a giugno

Che ormai la BCE sia inarrestabile ne sono convinti praticamente tutti gli analisti, che però sono divisi sulla possibilità che il prossimo rialzo di giugno – a meno di forti, improbabili sorprese sull’inflazione – sia l’ultimo prima di uno stop (e di un eventuale ciclo di tagli).

Per Altaf Kassam di State Street Global Advisors, quello dell’Eurotower è “un rialzo dovish (ndr, da “colomba”, ossia moderato) in linea con le attuali previsioni del mercato: è stata la scelta più semplice, che offre alla Bce il margine di manovra di cui avrà bisogno in futuro, dato il duplice rischio di crescita e inflazione. La decisione odierna è stata forse la più equilibrata dall’inizio dell’attuale ciclo di rialzi” conclude.

Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte, ritiene che “la decisione di ieri rappresenta un compromesso tra le istanze di falchi e colombe, lasciando ancora aperta la decisione sulla Tltro in scadenza a fine mese: su quest’ultimo punto la Lagarde ha dichiarato che le banche dovrebbero essere preparate, che nel caso vi sono già diverse linee di liquidità cui attingere e che in caso di necessità la BCE può essere inventiva” osserva l’analista.

Anche Cesarano ritiene possibile che il rialzo quasi annunciato di giugno “possa già rappresentare l’ultimo del ciclo, in vista di un marcato rallentamento della crescita causato dal restringimento dei criteri e degli ammontare di credito erogato già emerso dall’ultimo Bank lending Survey”.

Per l’Italia “nel breve vi potrebbe essere un temporaneo allargamento dello spread in area 200/230 punti in conseguenza anche della prospettiva di minore supporto derivante dai reinvestimenti dell’APP, soprattutto ad ottobre, quando sarà raggiunto il picco 2023 mensile di scadenze di circa 53 miliardi di euro“. Ma “l’allargamento potrebbe però essere temporaneo e rientrare mano a mano che si concluderanno le trattative anche sul nuovo patto di stabilità e crescita” conclude Cesarano.

I prossimi mesi, l’ago della bilancia

Più convinto che ci saranno ulteriori rialzi nei prossimi mesi è invece Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, che parla del ritocco da 25 punti come “lo scenario con più elevate probabilità soprattutto dopo la pubblicazione qualche giorno fa dell’indagine sullo stato di salute del mercato del credito nell’Eurozona”. Per Diodovich restano “invariate così le nostre aspettative su due ulteriori incrementi del costo del denaro di 25 punti base in Europa nei prossimi mesi, escludendo, inoltre, la possibilità che ci possa essere un taglio dei tassi in Europa nel corso del 2023”.

E’ d’accordo Kevin Thozet, di Carmignac, secondo cui “gli elementi prospettici della dichiarazione indicano la fine del percorso di rialzo, con altri due rialzi di 25 punti base in programma. E la luce in fondo al tunnel della fine dei rialzi dovrebbe essere di supporto per i mercati obbligazionari in generale. Mentre la fine dei reinvestimenti nell’ambito dell’APP dovrebbe esercitare una pressione al rialzo sui rendimenti degli emittenti sovrani che hanno beneficiato maggiormente del programma, ossia i cosiddetti Paesi periferici, soprattutto perché finora non hanno mostrato alcun segno di stress dovuto alla stretta quantitativa”.

E il peso dell’inflazione

Ben Laidler, Global Markets strategist di eToro, ricorda che “questo rallentamento non è una pausa” visto che la Bce “ha a che fare con un triplo cocktail: un’inflazione ancora ostinatamente alta, pari al 7%, un’economia che sta evitando la recessione e le conseguenze del suo ritardo nell’aumentare i tassi. Questo eccezionale atteggiamento da falco sosterrà per ora il rally dell’euro, ma alla fine potrebbe essere interrotto dal più rapido rallentamento della crescita globale che vediamo dietro l’angolo”.

Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, sottolinea come nella sua scelta “la Bce tiene conto del fatto che le banche dell’Eurozona hanno ridotto in modo significativo l’accesso al credito e prevede un possibile impatto sull’economia. Poiché il FMI stima che l’inflazione non raggiungerà il target del 2% fino al 2025, la Banca Centrale dovrà intraprendere una delicata azione di bilanciamento, alla luce di un’inflazione persistente e della pressione sull’economia”.

Antonella Manganelli, Responsabile Investimenti di Payden & Rygel Italia, sottolinea il fatto che “la BCE sembra ‘determinata’ a inasprire ulteriormente la politica monetaria, ma si rifiuta di fornire qualsiasi forma di forward guidance e ha ribadito di concentrarsi principalmente sui dati macro che usciranno”.

Gli effetti sull’economia reale: cosa dobbiamo aspettarci?

Da Columbia Threadneedle Investments Dave Chappell ricorda che quello di ieri “molto probabilmente è stato l’ultimo rialzo da parte della Federal Reserve statunitense” mentre la Bce ha deciso “per placare i falchi, il reinvestimento delle obbligazioni in scadenza all’interno della APP sembra destinato a terminare a luglio, prima del previsto“. “La Presidente Lagarde – aggiunge – ha tenuto a sottolineare che la BCE non sta facendo una ‘pausa’ ma ha anche segnalato che la maggior parte del percorso verso un livello adeguato di politica restrittiva è ormai nello specchietto retrovisore”.

Anche perché “in prospettiva, gli effetti ritardati di quello che è stato un aggiustamento aggressivo della politica monetaria cominceranno a ripercuotersi sull’economia reale nei prossimi mesi, in concomitanza con un’accelerazione della liquidazione dei bilanci e con la scadenza dei prestiti a basso costo resi disponibili con le operazioni Tltro. L’insieme di queste misure dovrebbe agire come un freno molto potente sull’economia dell’Eurozona, che è già in fase di stallo”.

Di “prova costume per le banche centrali” parla Sandra Holdsworth, di Aegon Asset Management, che punta l’indice sul fatto che anche se “la Bce ha cambiato le modalità di riduzione delle dimensioni del proprio bilancio” comunque “si prevede una riduzione in media di circa 25 miliardi di euro al mese, un passo molto più lento rispetto a quello della Fed, che sta riducendo il proprio bilancio a un ritmo di 95 miliardi di dollari al mese”.

In una nota HSBC infine conferma “la visione secondo cui il mese prossimo ci sarà un altro rialzo dei tassi di 25 punti base, con il rischio che i rialzi proseguano fino a luglio. Sembra inoltre probabile l’annuncio di un’accelerazione del ritmo del QT”. “Le richieste di una più rapida riduzione del bilancio della Bce – si sottolinea si sono fatte più pressanti. Isabel Schnabel ha affermato (27 marzo) che un tale riduzione è necessaria per tre motivi: (1) ripristinare lo spazio di manovra della BCE; (2) mitigare gli effetti collaterali indesiderati; e (3) eliminare la politica accomodante”.

“L’accelerazione del QT, che fornisce un certo grado di inasprimento monetario, è stata senza dubbio un altro fattore che ha rallentato il ritmo dei rialzi dei tassi. Infatti, i falchi del Consiglio Direttivo che avrebbero preferito un altro rialzo di 50 punti base potrebbero essere scesi a compromessi pur di aumentare il QT” conclude la nota.

Romolo Napolitano

Giornalista professionista dal 2011 è stato, non ancora trentenne, caporedattore dell’agenzia di informazione videogiornalistica Sicomunicazione. Ha lavorato 3 anni negli Stati Uniti in MSC. Al suo ritorno in Italia si è occupato principalmente di uffici stampa e comunicazione d'impresa. Attualmente è giornalista, copywriter e videomaker freelance. Si occupa, tra le altre cose, di tecnologie, nautica e sociale.

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