Editoriale

Giulia Tramontano e quella semplice domanda che fa male a tutti: perché?

Giulia è stata ammazzata dal suo compagno reo-confesso Alessandro, padre del bimbo, Thiago, che Giulia portava in grembo da 7 mesi. Due coltellate, due tentativi di darle fuoco (come se non bastasse l’averla ammazzata). Il corpo lasciato in un luogo non lontano da casa.

Ma perché?

Questa è la domanda che arriva a farsi chi riesce ad andare per un attimo al di là dell’orrore di tutto questo, riflettendo anche sulla facilità con cui tutte sapevamo – fin dal primo momento – quale era la fine che aveva fatto Giulia.

Tutte.

Giulia viveva lontano da casa; aveva scoperto una relazione con un’altra donna del suo compagno; era quasi mamma. Ed era scomparsa. Melania. Giulia. E Melania. E ancora Giulia. Vittoria e Thiago.

La prima, non più figlia di suo padre che le ha ucciso la mamma. Il secondo, mai nato figlio di un padre che gli ha ucciso la mamma. Anni a dividerle ma storie parallele e raccapriccianti – per le somiglianze – che tutte avevamo colto sgomente, ad unirle.

C’era la speranza di un epilogo diverso per Giulia. Ma c’era la quasi certezza che tale fosse: una flebile speranza. Ma perché? “Sono un uomo libero”, avrebbe scritto Alessandro all’amante che neppure sapeva di essere tale e che, spaventata, non ha voluto incontrarlo. Libero. E Giulia? Giulia non poteva più essere libera, Giulia era morta.

Libero, per quanto? Per cosa? Alesandro ora si sentiva libero dal peso che gli dava Giulia e quel bambino che portava dentro? Libero di stare con un’altra donna, probabilmente, come se qualcuno glielo avesse fisicamente impedito tanto da non trovare altra soluzione che uccidere Giulia? Libero, lui. Imprigionata per sempre nella morte, Giulia.

Ma perché?

Perché non l’ha lasciata, perché non ha lasciato Giulia libera? Libera di vivere. Perché Alessandro si sarebbe arrogato il diritto di scegliere e disporre della vita di Giulia? Di ammazzarla brutalmente per poi sentirsi libero? Nulla gli avrebbe impedito di andarsene. Perché ucciderla? È questo ciò che rende tutto ancora più atroce: il desiderio di liberarsi fisicamente e completamente di ciò che oramai considerava una zavorra pesantissima alla sua vita.

In una rete fittissima di pensieri perversi, Alessandro avrebbe pensato davvero che sarebbe bastato ucciderla e fingersi disperato per la sua scomparsa, per essere libero. Deve averlo pensato anche Salvatore, dopo ever fatto lo stesso con Melania. Una libertà che hanno pensato di ottenere solo uccidendo. Salvatore, Alessandro. Due di tanti assassini un tempo amori delle donne che avrebbero ammazzato. Melania, Giulia. Due delle tante assassinate (con ogni probabilità) da chi divideva con loro il letto, la casa, il caffè la mattina e la lista della spesa.

I sogni, i progetti. I figli, già nati o portati ancora in grembo. Storie parallele, dicevamo, in un disegno orribile anche solo da immaginare. Indicibile per quanto orrendo. Due donne. Due famiglie distrutte letteralmente che non troveranno mai più pace.

Che si chiederanno per sempre, se c’era qualcosa che avrebbero potuto fare per impedirlo, se c’era qualcosa che non hanno visto. Se c’era una speranza che non andasse a finire così. Perché? Se lo chiederanno loro per sempre.

Perché?

Nunzia Marciano

Giornalista professionista, Nunzia Marciano è un volto dell’informazione televisiva campana. Dal 2021 collabora con il quotidiano Il Mattino. Laureata in Scienze della Comunicazione, ha recentemente conseguito un Master Universitario in Criminologia e Diritto Penale.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button