Il piano Cingolani per il futuro digitale e green del Paese
Secondo il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, A.I., Cloud, satelliti, droni e sensori a terra saranno gli strumenti per fare dell’Italia una nazione smart e sicura
Digitalizzare il Paese per aiutare l’ambiente e per mettere in sicurezza il Paese. Di più: uscire dalla fase emergenziale per i rischi naturali e programmare con un sistematico processo di prevenzione. È l’enorme obiettivo che ha in testa il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani.
D’altronde il suo ministero, quello che utilizzando l’espressione di Grillo venne definito “superministero“, ha come idea proprio di unire l’innovazione alla necessaria svolta ecologica. In due diversi appuntamenti, Cingolani ha spiegato le sue idee per il futuro digitale e green del Paese.
Cingolani, il piano per l’ambiente e il digitale
Un in webinar al Senato sui rischi naturali, Roberto Cingolani ha completamente cambiato il tipo di approccio con cui si è solitamente abituati al tema del rischio idrogeologico e non solo nel nostro Paese. Per il Ministro i fondi del Recovery Plan, andranno sì «a riparare una serie di cose fondamentali come la messa in sicurezza, i bacini idrici, la parte energia». Ma lo sguardo è proiettato al futuro.
I fondi «devono consentirci di far partire qualche tecnologia nuova che ci consenta di potenziare la nostra capacità di prevenire. Solo se saremo in grado di prevenire in maniera avanzata, saremo in grado in futuro di intervenire in maniera pianificata, e non in emergenza. Se noi oggi riusciamo a mettere in piedi una buona macchina di prevenzione, basata su tecnologie moderne, ci sarà più facile fare un programma di mitigazione del danno e del rischio».
Cingolani è entrato nel dettaglio:
I pilastri necessari per raggiungere l’obiettivo
Come si raggiunge l’obiettivo? Due i pilastri indicati da Cingolani: Cloud nazionale e intelligenza artificiale: «L’Ai ci permette di analizzare masse di dati che noi ci metteremmo troppo ad analizzare. Questi dati devono essere protetti e messi da qualche parte. Ecco perchè è così importante il cloud nazionale. Una volta che li abbiamo ben ordinati e gestiti, lì possiamo davvero osservare come vengono erose le coste, cosa succede se qualcuno sta facendo traffici strani coi rifiuti, come sono impattate le foreste, l’analisi chimica dell’atmosfera in certe zone. Se noi sappiamo, possiamo mettere in atto una politica di prevenzione».
Un concetto espresso con ancor maggior chiarezza qualche giorno prima in audizione in commissioni riunite Ambiente e Attività produttive di Camera e Senato. Lì il Ministro Cingolani ha di fatto proposto il suo manifesto programmatico: «A.I., Cloud, satelliti, droni e sensori a terra. Il paniere delle tecnologie nazionali si deve dotare di questi strumenti per fare dell’Italia una nazione smart e sicura, una nazione in grado di disporre dei migliori strumenti per l’acquisizione dei dati del territorio e per la loro trasformazione in informazioni utili alla prevenzione di danni ambientali e calamità naturali», le parole del ministro.
«L’Italia – ha concluso – deve diventare una nazione sicura e smart, in grado di disporre dei migliori strumenti per l’acquisizioni dei dati del territorio, per pervenire le calamità naturali. Vorrei lasciare a chi verrà dopo un ministero digitalizzato e internazionalizzato».