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Chi ha paura del mare?

Degli effetti terapeutici del mare (inteso come tale) ormai tutti ne sono a conoscenza. Ma cosa accade per chi ha paura dell'acqua? I consigli di Unobravo per sconfiggere la talassofobia

Il mare è un luogo di dualità: una fonte di benefici straordinari (comprovati) e, per alcuni, una sfida da superare. Il mare continua a rappresentare un’opportunità di connessione, di scoperta di sé e di guarigione e mentre l’estate conquista spazio nei nostri feed come sinonimo di benessere e serenità in questo caldo agosto, per alcune persone il solo pensiero può generare ansia e paura. In sintesi, l’esperienza del mare, che per molti è sinonimo di serenità e relax, per altri può rappresentare una sfida difficile da affrontare. Questa paura irrazionale dell’acqua ha un nome: talassofobia.

Talassofobia: l’ombra nell’esperienza del mare

Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director del servizio di psicologia online Unobravo, ha esplorato il fenomeno della talassofobia, una condizione caratterizzata da un timore intenso e persistente del mare o delle acque profonde. “Per coloro che soffrono di talassofobia, l’idea di trovarsi in mare aperto, nuotare in acque profonde o anche solo guardare immagini associate al mare può provocare una sensazione opprimente di ansia e angoscia”, spiega la dottoressa.

La talassofobia è classificata nel DSM-5 come una fobia specifica, che rientra nella categoria delle paure intense e persistenti di oggetti o situazioni specifiche. Nel caso della talassofobia, l’acqua è l’elemento scatenante dell’ansia e della paura. Anche semplici azioni come fare il bagno, nuotare al largo o trovarsi in acque profonde, sia in mare che in piscina o lago, possono innescare reazioni di panico, ansia e disagio.

Superare la talassofobia: affrontare la paura con l’aiuto della terapia

Sebbene la talassofobia possa limitare notevolmente l’esperienza delle persone in relazione al mare, esistono approcci per superarla. “Il primo passo per affrontare la talassofobia è riconoscerla”, afferma la dottoressa Perris. Rivolgersi a un professionista della salute mentale, specializzato in fobie e ansia, può essere un passo importante verso la gestione di questa condizione.

La terapia cognitivo-comportamentale si dimostra particolarmente efficace nel trattamento della talassofobia. Attraverso questo approccio, i pazienti possono imparare a ristrutturare le credenze disfunzionali legate all’acqua e alle situazioni acquatiche temute.

L’esposizione graduale all’elemento temuto, come guardare immagini o filmati del mare o avvicinarsi gradualmente all’acqua, può aiutare a ridurre la risposta ansiosa. Sebbene il processo richieda tempo e impegno, la terapia offre la possibilità di vincere la talassofobia e riappropriarsi dei benefici che il mare può offrire.

Mare: una fonte naturale di benefici e benessere

Le radici profonde della connessione tra l’essere umano e il mare si estendono attraverso il tempo. L’acqua, ambiente primordiale in cui la vita ha avuto origine, costituisce oltre il 60% del nostro corpo e, ancor prima della nascita, ci avvolge nel grembo materno. Questo legame ancestrale con l’acqua è una relazione vitale che non solo ci fa vivere, ma ci permette di vivere bene.

Il mare resta dunque un elisir di salute per molte persone. “Il contatto con il mare ha effetti straordinari sulla mente e sul corpo”, ricorda Perris. “L’esperienza sensoriale del mare – dalla vista all’udito e all’olfatto – contribuisce al rilassamento, alla riflessione e alla connessione con la natura. Oltre alle sfide, esistono numerosi benefici: il mare riduce lo stress, migliora l’umore, stimola la salute fisica e favorisce la creatività”.

Redazione

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