Interviste

Nappi: “Imprenditoria femminile motore della crescita post-Covid”

L'imprenditoria femminile sarà il motore della crescita economica e dello sviluppo del mercato del lavoro nel mondo post Covid: a spiegarlo è il prof. Severino Nappi, esperto di Diritto del Lavoro

Ripensare alle politiche di promozione della parità di genere, dell’imprenditoria femminile e per l’empowerment delle donne è la sfida che il mondo post pandemico dovrà affrontare e vincere. L’emergenza da Covid-19, tra lockdown e restrizioni, ha messo in standby le vite di ognuno: ripresa e crescita economica e sociale mal si coniugano con la disparità di genere. A parlarne con F-Mag è il prof. Ordinario di Diritto del Lavoro, ex assessore regionale della Campania e consigliere regionale Severino Nappi.

Lo sviluppo del Mezzogiorno e del Paese passa anche attraverso la crescita dell’imprenditoria femminile. Ad oggi come siamo messi?
“La situazione occupazionale femminile in Campania è davvero drammatica. Nel 2020 il boom dei licenziamenti dovuti alla crisi Covid ha colpito prevalentemente le donne, riportando la situazione del lavoro femminile ai numeri del 2008. E il 73 per cento di coloro che hanno lasciato l’impiego, perché piegati dalla pandemia, è rappresentato proprio da mamme. Come ha segnalato l’Istat, prima delle ultime chiusure della fine del 2020, erano 42mila le donne ad aver perso il lavoro in Campania. E questo senza considerare che l’occupazione rosa, in regione, è comunque in buona parte precaria già strutturalmente. A fronte della Waterloo del lavoro dipendente, però, il dato dell’imprenditoria femminile, ormai da anni, cresce stabilmente in regione e in tutto il Mezzogiorno. Insomma le imprese in rosa, secondo Confagricoltura, trovano qui terreno fertile: la Campania è addirittura seconda, dopo il Molise, come regione con la più alta incidenza di aziende femminili attive. Un segnale senz’altro positivo per lo sviluppo dell’intero Sud e dell’Italia, soprattutto in vista dei progetti che verranno messi in campo nel Recovery Plan”. 

In che modo si possono sostenere attivamente l’imprenditoria femminile e quali sono gli strumenti che abbiamo a disposizione?
“Esistono molti strumenti tipici di sostegno all’impresa femminile, di premialità di genere innanzitutto. Ricordo qui le misure finalizzate alla creazione e allo sviluppo di imprese a partecipazione femminile fra cui quelle che garantiscono migliori condizioni di accesso al credito: mutui a tasso zero per piccole e medie imprese e accesso alla sezione speciale del Fondo di garanzia per le Pmi. Altrettanto significativi ed utili i bandi governativi che agevolano le donne nell’apertura di nuove imprese. Insomma un insieme di interventi che sono sicuramente funzionali a colmare il gap di genere nel mondo del lavoro. Ma quello che forse è ancor più necessario in questa fase più matura delle politiche di genere è un’azione di sistema, che coniughi sostegno integrato alla progettualità d’impresa con misure di welfare. La donna lavoratrice o imprenditrice è molto spesso anche il motore del suo nucleo familiare e questo comporta sacrifici e carichi di impegni che incidono sulla sua capacità di lavoro. Ecco perché una politica saggia deve introdurre stabilmente provvedimenti che rendano sempre più compatibile la presenza e il ruolo delle donne, specie in posizione direzionale, nel nostro sistema produttivo”.

Quali sono, se ci sono, le nuove opportunità per le donne che vogliono investire su se stesse avviando una piccola impresa o una start up?
“Esistono diverse modalità di finanziamento sia di startup e sia di imprese al femminile, anche attraverso forme di agevolative come il microcredito. In quasi tutte le regioni, per la verità meno in Campania, i fondi europei, sia quelli del fondo sociale che quelli del fesr, sostengono percorsi di avvio delle imprese rosa. Si tratta ovviamente di interventi utili, ma fare impresa al femminile è ancora oggi cosa piuttosto difficile, nonostante numerosi studi dimostrino come le donne siano più adatte ad individuare bisogni ed a cogliere opportunità”. 

Che ruolo giocheranno le donne in futuro? È un’utopia pensare che nei prossimi anni, nel mondo post Covid-19, saranno le donne a creare occupazione anziché cercarla?
“Io sono convinto che le donne siano davvero forza motrice di cambiamento. Infatti con le loro caratteristiche di empatia, visione dell’altro, coraggio, pazienza e capacità relazionali entrano nel mondo del lavoro mettendosi in gioco e talvolta trasformando la forma del lavoro stesso e trasferendo in esso la propria visione della vita ed il proprio sistema di valori. Una comunità capace di declinare queste doti in modo saggio e di favorirne lo sforzo può solo crescere. È un percorso ancora irto di difficoltà, indubbiamente, ma sono certo che ci arriveremo”.

Loredana Lerose

Giornalista pubblicista, laureata in sociologia. Di origine lucana, trapiantata a Napoli da più di vent'anni, appassionata di danza, teatro, letteratura e psicologia. Scrive per il quotidiano Cronache di Napoli dal 2009.

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