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Federico II punta sul futuro: debutta il double degree in Ingegneria Edile per la Sostenibilità

Il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (Dicea) dell’Università di Napoli Federico II entra in campo con un’offerta accademica che parla il linguaggio di questo nuovo mercato: due Corsi di Studio – laurea triennale e magistrale – in Ingegneria Edile per la Sostenibilità, coordinati dalla professoressa Carmela Gargiulo. Il kick-off è fissato per l’anno accademico 2025-2026, con un messaggio chiaro agli stakeholder: formare figure ibridate, pronte a connettere intelligenza artificiale, criteri ESG e rigenerazione urbana.

Dalla transizione ecologica alla digitalizzazione spinta, il settore delle costruzioni vive una metamorfosi strutturale che sta ridisegnando catene del valore, modelli di business e profili professionali. Il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (Dicea) dell’Università di Napoli Federico II entra in campo con un’offerta accademica che parla il linguaggio di questo nuovo mercato: due Corsi di Studio – laurea triennale e magistrale – in Ingegneria Edile per la Sostenibilità, coordinati dalla professoressa Carmela Gargiulo. Il kick-off è fissato per l’anno accademico 2025-2026, con un messaggio chiaro agli stakeholder: formare figure ibridate, pronte a connettere intelligenza artificiale, criteri ESG e rigenerazione urbana.

Un posizionamento competitivo nel panorama nazionale

Con oltre 800 immatricolazioni annue sui corsi d’area edile-architettonica, la Scuola partenopea è tradizionalmente un vivaio di talenti. Tuttavia, i trend dominanti – decarbonizzazione, resilienza climatica, digital twin – chiedono competenze che sorpassino la convenzionale tricotomia “calcestruzzo-acciaio-vetro”. Il nuovo percorso si inserisce con tempismo perfetto tra i driver del PNRR, intercettando finanziamenti pubblici e partnership industriali che già oggi guardano a edifici a impatto zero come asset strategici.

La value proposition del curriculum

La formula integrata bachelor + master garantisce “vertical continuity” senza sovrapposizioni. Nei primi tre semestri gli studenti consolidano i fondamentali di matematica applicata, fisica tecnica e scienza delle costruzioni, ma con un twist sostenibile: le esercitazioni sfruttano dataset reali di cantieri NZEB, piattaforme BIM in cloud e piani urbanistici open-data. Dal secondo biennio irrompono moduli su digital twin, sensoristica IoT, resilienza a eventi estremi e procurement circolare. Culmine: un laboratorio capstone in cui team multidisciplinari progettano la rigenerazione di un pezzo di città, misurando KPI ambientali, economici e sociali.

Le nuove skill richieste dal mercato

Secondo il rapporto Excelsior-Unioncamere, nei prossimi cinque anni l’edilizia cercherà oltre 120 mila profili con DNA green & digital. Il curriculum federiciano risponde con un mix calibrato di hard e soft skill: life-cycle assessment, project finance, modellazione parametrica, public speaking e change management. Una didattica blended – lezioni frontali, hackathon, MOOC proprietari – favorisce lo sviluppo di un mindset imprenditoriale, indispensabile quando il cliente è al contempo investitore, community e pianeta.

Placement e community industriale

Dicea ha costruito un Career Hub che opera in logica push-&-pull: da un lato mappa le vacancy presso general contractor, fondi infrastrutturali, startup proptech e pubbliche amministrazioni; dall’altro supporta lo studente con mentoring dedicato e micro-credential (LEED, BREEAM, PMP). Già dalla terza annualità sono previsti stage da 300 ore, mentre per la magistrale si parla di project work multi-site in sinergia con Innovation Lab del Centro-Sud.

Ricerca applicata e trasferimento tecnologico

Il percorso non nasce in un vuoto pneumatico: il Dicea coordina progetti Horizon Europe su urban heat island, blockchain per la tracciabilità dei materiali e stampa 3D in cemento low-carbon. Agli studenti sarà dunque garantito l’accesso a camere climatiche, droni LIDAR e cluster HPC per simulazioni CFD, integrando ricerca applicata e formazione avanzata.

Impatti ESG misurabili

Il dossier approvato dal Senato accademico fissa target ambiziosi: -30 % di consumo energetico negli edifici campione in dieci anni, +20 % di superficie urbana rigenerata con soluzioni nature-based, -12 % di impronta idrica di cantiere. KPI che parlano al mondo della finanza sostenibile e rendono il corso potenzialmente bancabile per green bond territoriali.

Governance e stakeholder engagement

Un Advisory Board che include Confindustria, Legambiente, Ordine degli Ingegneri e Terzo settore monitorerà l’allineamento tra fabbisogni occupazionali e syllabus, pubblicando report semestrali per un agile fine-tuning del piano studi.

Una finestra globale con radici locali

Il contesto napoletano – centro storico UNESCO, zone vulcaniche, densità abitativa record – funge da living lab. Scampia, Bagnoli e Rione Sanità saranno i primi banchi di prova per prototipi di quartieri a energia positiva e infrastrutture verdi anti-isola di calore.

Il timing per salire a bordo

Pre-iscrizioni da gennaio 2025: test attitudinale, colloquio in inglese e portfolio di progetti green. 150 posti per la triennale, 100 per la magistrale: classi snelle per massimizzare la peer-interaction.

Con questo curriculum la Federico II adotta un B-school model applicato all’edilizia sostenibile: learning-by-doing, cross-fertilizzazione disciplinare e networking industriale. Per aziende e investitori è la prova che l’università italiana sa formare talenti in linea con le sfide 2030; per gli studenti è un biglietto d’ingresso nel mercato globale della costruzione circolare.

Redazione

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