Startup studio come valore aggiunto nell’EdTech: a tu per tu con Fabrizio Gallante (12Venture)
In Italia gli startup studio stanno emergendo come uno dei principali motori di innovazione, grazie alla loro capacità di generare deal flow di qualità. Dal 2018 ad oggi, infatti, solo in Italia il numero di startup studio è raddoppiato, mentre nel mondo si contano circa 877 realtà. In questo contesto si inserisce 12Venture, che vuole essere il primo startup studio dedicato al mondo EdTech e HrTech, e ha come mission la valorizzazione del lifelong learning e del workplace learning. Ne parliamo con Fabrizio Gallante, managing partner di 12Venture.
Venture builder e startup studio: quali sono le differenze di due realtà che sembrano quasi collimare?
“Ci siamo interrogati molto sul tema, temendo la confusione ma partendo dal dato di fatto che le due realtà hanno statuti, finalità, modelli di business e processi molto differenti fra loro. Enzima12 è un Venture Builder in quanto è una holding che possiede quote partecipative delle imprese che ha aiutato a creare e sviluppare, e tutte le imprese sono operanti con modelli di business consolidati, 12Venture è invece uno startup studio in quanto è un’organizzazione indipendente ed operativa che, partendo dall’analisi del mercato e da una domanda potenziale e anche latente procede a cercare risposte nuove e specifiche attraverso la creazione di nuove startup. Dati a supporto dimostrano che le startup create negli startup studio ottengono finanziamenti iniziali due volte più velocemente, con un time to exit il 33% più rapido rispetto alle startup convenzionali e, inoltre, raggiungono round seed due volte più velocemente rispetto alle startup convenzionali“.
Qual è quindi il valore aggiunto di uno startup studio e in particolare di 12Venture?
“L’expertise verticale dello Studio, il supporto di una squadra operativa specializzata che dispone di un metodo già consolidato, l’ampia rete di investitori e partner che mette a disposizione: le nostre startup possono avere a disposizione una moltitudine di smoke test e casi studio, licenze e metriche, problemi spesso già affrontati, facilitando uno sviluppo più rapido e accelerando così i processi e dunque le probabilità di successo di un’iniziativa che si stima possa portare le startup a un tasso di successo maggiore del 40%. L’attrattività di questo modello si unisce inoltre al fatto che 12Venture è il primo start up studio verticale che opera esclusivamente nei campi dell’edtech e dell’hrtech, due termini che stanno entrando sempre di più nel gergo quotidiano delle aziende e del sistema formativo. Un modello incentrato sulla scalabilità veloce di un numero selezionato di progetti ad alto impatto strategico: questo è 12Venture, che riesce così a creare nuove sinergie tra tutti gli attori coinvolti, intercettando i reali bisogni al fine di generare idee di successo e lanciare startup di qualità rispettivamente nei due settori di competenza. Inoltre, 12Venture può contare sul supporto di Enzima12 da cui attingere“.
Cosa si intende per Edtech e Hrtech?
“Partiamo da Edtech che sta per educational technology, letteralmente la tecnologia applicata all’educazione: la sua mission risiede nel migliorare la qualità e l’accessibilità dell’educazione e della formazione dalla scuola primaria all’università, includendo anche la formazione professionale e il lifelong learning. Le soluzioni che possono essere studiate al fine di apportare miglioramenti sono molteplici e nascono sempre dall’ascolto dei bisogni interni al mondo dell’education, in cui la nostra realtà è immersa, potendo contare sul know how di Enzima12. Hrtech è invece l’acronimo di human resources technology, parliamo sempre di tecnologia ma questa volta applicata all’ambito delle risorse umane: ottimizzare i processi e le pratiche legate al capitale umano delle organizzazioni, aumentandone l’efficienza, la produttività, la soddisfazione e il coinvolgimento dei lavoratori, è la nostra finalità“.
Quali sono le startup di cui 12Venture si sta occupando ad oggi?
“Le startup in pancia, in diverse fasi della loro vita, al momento sono sei: tre nate all’interno dello Studio, Formatori Italiani, il servizio grazie al quale formatori e aziende di ogni settore si incontrano e si conoscono online, Dokimazo, piattaforma collaborativa destinata a HR, manager aziendali, consulenti, fornitori di formazione e talenti per identificare, valutare e riconoscere tutti i tipi di competenze con l’aiuto dell’IA; Forma42, un laboratorio di sviluppo di progetti digitali pensato appositamente per le aziende del mondo della formazione e dei servizi per il lavoro, cui se ne affiancano altre 3 in cui 12Venture sta investendo competenze e relazioni per accelerarne la crescita: StepsConnect, che aiuta le aziende a trovare candidati qualificati sui Social, Wyblo, che supporta le aziende di formazione ad automatizzare i processi formativi, ed una, ancora in modalità “stealth”, che sviluppa soluzioni di AI applicate al settore dell’education. Il nostro obiettivo è quello di costruire un monopolio di competenze uniche di settore, avendo a disposizione il network di professionisti di Enzima12 che diventa così il prioritario ambito di ricerca e validazione per tutte le startup dello Studio. Riusciamo infatti a coprire tutta la filiera, contando su competenze interne che spaziano dal legal al finance, e il contributo di una vasta community online di esperti della formazione professionale, composta da più di 5000 membri“.
Quali sono le previsioni future per questi settori?
“L’arrivo degli startup studio nel nostro Paese sta rivoluzionando il panorama degli investimenti, consentendo agli investitori di effettuare finanziamenti strutturati anche in startup in fase iniziale: questo perché ogni azienda creata da uno startup studio nasce in risposta diretta a un’esigenza di mercato validata. Secondo alcune ricerche, si prevede che il settore dell’Hrtech raggiunga i 90 miliardi di dollari nel 2025, con un valore europeo pari a circa 7 miliardi di dollari nel 2021 mentre il mercato italiano dell’Edtech ha raggiunto nel 2021 un valore di 19,5 miliardi di euro, circa 270,5 miliardi di dollari nel 2023 e si stima che questo valore possa crescere fino a 410,2 miliardi nel 2026. Si tratta dunque di settori in forte espansione e con grandi potenzialità, a livello globale, europeo, nonché italiano, nonostante siano ad oggi pressoché invisibili nel dibattito pubblico, nelle relazioni industriali e nelle scelte del legislatore. La portata dirompente e innovativa di questi due settori si dipana nell’ abbattimento dei costi e dei tempi nella gestione attiva del capitale umano, in un momento storico fondamentale in cui il mondo del lavoro è profondamente cambiato e si va verso modelli di business sempre più incentrati verso politiche di welfare che favoriscono l’equilibrio tra vita privata e lavorativa“.