Cambiamenti climatici, arriva la conferma da Copernicus: estate 2023 la più calda di sempre
Ne avevamo il sentore e i primi dati lo lasciavano presagire, ora ne abbiamo la conferma: l'estate 2023 è stata la più calda di sempre. Lo spiegano bene i dati del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus che spaventano anche le Nazioni Unite: "Il collasso climatico è iniziato".
Ne avevamo il sentore e i primi dati lo lasciavano presagire, ora ne abbiamo la conferma: l’estate 2023 è stata la più calda di sempre. Lo spiegano bene i dati del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S) del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea e finanziato dall’Unione Europea. La stagione comprendente i mesi di giugno, luglio e agosto del 2023 è stata di gran lunga la più calda mai registrata a livello globale, con una temperatura media di 16.77°C. Ossia 0.66°C sopra la media.
Si stima che agosto sia stato di circa 1,5 gradi Celsius più caldo rispetto alla media preindustriale. Il mese in questione ha fatto registrare anche la “temperatura media mensile globale più alta mai registrata sulla superficie del mare” (20,98 gradi Celsius). Numeri che sono stati ripresi immediatamente anche dalle Nazioni Unite che per voce del Segretario Generale Antonio Guterres non usa parole morbide. Anzi.
Se si estende il monitoraggio ai primi 8 mesi del 2023 la situazione non è meno preoccupante. L’anomalia della temperatura globale tra gennaio e agosto è al secondo posto tra le più calde mai registrate e solo di 0.01°C inferiore all’anno 2016, che ad ora resta l’anno più caldo mai registrato. Ma non è solo il termometro alto a preoccupare o – meglio – a essere indicatore preoccupante di quanto accade nel mondo. L’estate 2023 ha fatto registrare ondate di calore marino in diverse zone d’Europa, tra cui l’Irlanda e il Regno Unito a giugno e il Mediterraneo a luglio e agosto. Il 2023 ha registrato anomalie della temperatura superficiale marina da record nell’Atlantico settentrionale e nell’oceano globale. Improvvisi eventi climatici estremi e condizioni caratterizzate di alto rischio hanno caratterizzato la vita di tutto il Pianeta e ne abbiamo pagato scotto anche in Italia.
L’agosto 2023 dei record negativi
Simbolo di questo allarme, il mese di agosto 2023 è stato caratterizzato da una situazione meteorologica eccezionale a livello globale. Le temperature registrate hanno segnato dei record, rendendo questo mese il più caldo nella storia recente, secondo i dati raccolti da Copernicus.
Agosto 2023 è stato più caldo del normale, con una temperatura media globale di 16.82°C. Rispetto alla media degli ultimi 30 anni, è aumentata di 0.71°C. È anche stato più caldo del precedente agosto più caldo del 2016, con un aumento di 0.31°C. Si stima che agosto 2023 sia stato più caldo di circa 1.5°C rispetto alla media prima dell’era industriale. Questo indica un significativo aumento delle temperature negli ultimi decenni.
“Con l’agosto più caldo, seguito dai mesi più caldi di luglio e giugno, i record di temperatura globale continuano a infrangersi nel 2023, portando l’estate boreale 2023 ad essere la più calda registrata nei nostri dati che risalgono al 1940″, spiega Samantha Burgess, vicedirettore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus. “Le prove scientifiche sono schiaccianti: continueremo ad assistere a nuovi record climatici e a eventi meteorologici estremi più intensi e frequenti che avranno un impatto sulla società e sugli ecosistemi, fino a quando non smetteremo di emettere gas serra“.
La temperatura media europea per l’estate – fa sapere C3S – è stata di 19.63°C, che con 0.83°C sopra la media risulta la quinta più calda per la stagione estiva. Il periodo giugno/luglio/agosto 2023 ha presentato precipitazioni superiori alla media nell’America settentrionale, occidentale e nordorientale, in alcune parti dell’Asia, del Cile e del Brasile, nell’Australia nordoccidentale e in gran parte dell’Europa occidentale e della Turchia, con record locali di precipitazioni che in alcuni casi hanno provocato inondazioni. Al contrario, l’Islanda, l’arco alpino, la Scandinavia settentrionale, l’Europa centrale, gran parte dell’Asia, il Canada, il Nord America meridionale e la maggior parte del Sud America hanno registrato condizioni più secche della media. In alcune regioni, queste condizioni di siccità hanno persino portato a significativi incendi boschivi.
Questo aumento delle temperature ha portato a una serie di effetti, tra cui ondate di calore in diverse regioni dell’emisfero settentrionale. Ad esempio, l’Europa meridionale ha sperimentato temperature torride, con conseguenti impatti sulla salute pubblica, sull’agricoltura e sull’approvvigionamento idrico. Anche gli Stati Uniti meridionali e il Giappone hanno affrontato condizioni meteorologiche estreme, con temperature fuori dalla norma che hanno creato sfide aggiuntive per le comunità locali.
Non solo le regioni terrestri hanno sperimentato questo aumento di calore, ma anche le temperature marine dell’aria sono state molto al di sopra della media in diversi tratti di oceano. Questo ha avuto un impatto significativo sugli ecosistemi marini e sulla fauna marina, con potenziali conseguenze a cascata su tutta la catena alimentare e sull’equilibrio degli ecosistemi.
Non si tratta solo di una singola anomalia climatica, ma di una tendenza che persiste e che richiede un’azione urgente per mitigare i cambiamenti climatici. La lotta al surriscaldamento globale e agli effetti negativi del cambiamento climatico è diventata una priorità per governi, organizzazioni internazionali, attivisti e singoli individui. Sono necessari sforzi congiunti per ridurre le emissioni di gas serra, promuovere energie rinnovabili e adottare comportamenti sostenibili che possano limitare l’impatto sul nostro pianeta.