Impresa e Startup

Quanto conta il tirocinio per colmare il gap fra domanda e offerta di lavoro?

L’esperienza, per sua definizione, si fa sul campo. Solo misurandosi con le situazioni lavorative si ha la possibilità di acquisire le competenze che servono per svolgere una professione. In tal senso, il tirocinio è tra le principali vie di accesso per entrare nel mondo del lavoro. Eppure, in questo settore, il gap tra domanda e offerta, resta ancora molto profondo.

Tirocinio: Cercasi giovane risorsa con formazione medio alta ed esperienza nel settore. Una frase che tutti, almeno una volta nella vita, avranno letto negli annunci di lavoro. Si tratta di un tema ricorrente che dimostra quanto la formazione scolastica, da sola, non basti per accedere alla professione.

L’esperienza però, per sua definizione, si fa sul campo. Solo misurandosi con le situazioni lavorative si ha la possibilità di acquisire le competenze che servono per svolgere una professione. In tal senso, il tirocinio è tra le principali vie di accesso per entrare nel mondo del lavoro. Eppure, in questo settore, il gap tra domanda e offerta, resta ancora molto profondo. Ma cosa rende la comunicazione tra i due mondi così complicata?

Il ruolo del tirocinio nel mondo del lavoro

“Da una parte Il tirocinio extracurricolare viene visto, molto spesso, come uno strumento di sfruttamento del lavoro, dall’altra, il tirocinante come una risorsa svogliata e impreparata o peggio ancora, il parente di qualcuno influente, messo lì per riempire un vuoto”, spiega Sara Pellegrino, CEO di Portale Tirocini, il primo servizio in Italia esclusivamente dedicato all’incontro tra imprese che cercano risorse e candidati che cercano un modo per entrare, o rientrare, nel mondo del lavoro.

“E’ necessario, invece, cambiare prospettiva e considerare il potenziale tirocinante come una risorsa che ha voglia di mettersi in gioco, di imparare e sulla quale investire. Ma solo facilitando l’incontro tra domanda e offerta, ed attivando i tirocini secondo le disposizioni di legge e con etica, è possibile iniziare dei veri e propri percorsi di avviamento professionale all’interno della propria azienda”.

Il tirocinio dunque è uno strumento che deve essere adeguatamente utilizzato per ridurre questo divario, al fine di individuare il miglior candidato da formare per un investimento che sia a lungo termine. E’ sufficiente però accorciare le distanze tra queste due realtà, per rendere il tirocinio un’esperienza realmente formativa e significativa ai fini del lavoro?

“Non basta colmare il gap – afferma la Pellegrino – si devono mettere in contatto i candidati disposti a intraprendere una esperienza di tirocinio con le aziende interessate a investire sui tirocinanti, nell’ottica di un futuro inserimento professionale. Per farlo, serve una selezione a monte. I nostri candidati, oltre 5000 iscritti, hanno uno spazio attraverso il quale potersi far notare dagli imprenditori e quindi esprimere anche quelle che sono le proprie ambizioni lavorative, con la consapevolezza di doversi mettere in gioco e dimostrare la volontà di apprendere per puntare a un inserimento concreto nelle aziende”.

Ma non è l’unica soluzione. Per esempio, “attraverso un sistema di ranking basato su un algoritmo di AI, l’imprenditore, al momento ne contiamo oltre cinquanta, può procedere in modo automatico a uno screening dei curriculum dei potenziali candidati, e individuare il profilo più in linea con le sue esigenze aziendali. Di conseguenza, mettere automaticamente in connessione i profili dei candidati tirocinanti maggiormente in linea con l’annuncio pubblicato dall’imprenditore, permette di riconoscere a livello curricolare le risorse più idonee da inserire in azienda. Insomma, abbiamo messo a punto un preciso meccanismo di matching tra caratteristiche del candidato ed esigenze delle imprese”.

Definire uno spazio dove si incontrano domande e offerte per il tirocinio extracurricolare oltre a facilitare la selezione, fa sì che tali annunci non finiscano nel marasma delle centinaia di altri annunci che riguardano anche altre tipologie di soggetti come chi cerca dipendenti, chi dei collaboratori, chi degli apprendisti ecc. Altro aspetto importante, quando ci si appresta a inserire una nuova risorsa in azienda, è l’organizzazione dei colloqui. Il rischio è quello di trovarsi nella situazione che caratterizza molte imprese italiane, ovvero sostituire costantemente i tirocinanti, ignorando il dispendio in termini di tempo e risorse economiche che ciò comporta.

Infine, un consiglio sui tirocini: in ogni ricerca, “una corretta valutazione delle soft skills è molto utile per investire sulla risorsa giusta a lungo termine”, conclude  la Ceo di Portale Tirocini.

Romolo Napolitano

Giornalista professionista dal 2011 è stato, non ancora trentenne, caporedattore dell’agenzia di informazione videogiornalistica Sicomunicazione. Ha lavorato 3 anni negli Stati Uniti in MSC. Al suo ritorno in Italia si è occupato principalmente di uffici stampa e comunicazione d'impresa. Attualmente è giornalista, copywriter e videomaker freelance. Si occupa, tra le altre cose, di tecnologie, nautica e sociale.

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