Economia

La battaglia del POS: tagliare i costi per spese sotto i 30 euro, la proposta

"L'Italia è diventato, in questi ultimi 10 anni, il Paese europeo con il più alto numero di Pos, anche se il numero di operazioni rimane ancora sotto la media. Ciò nonostante ha il più alto importo medio delle transazioni, circa 50 euro, un dato che sottolinea come il problema sia soprattutto relativo alle micro-transazioni"

Continua a più riprese la battaglia del POS, un argomento “caldo” e che sta particolarmente a cuore sia ai consumatori che agli esercenti.

E l’occasione per una nuova manche è data dal tavolo tecnico sul taglio taglio delle commissioni sui pagamenti tramite Pos convocato dal ministero dell’Economia per il 17 marzo: per Confesercenti Cuneo è necessario quantomeno abolire i costi delle commissioni POS per le spese che si registrano al di sotto dei 30 euro.

Ricordiamo che, al momento, il POS è obbligatorio su qualsiasi importo. L’obbligo vale anche sui cosiddetti micropagamenti, vale a dire transazioni al di sotto di 5 euro.

Ma quanto costa il POS?

Per il direttore generale di Confesercenti Cuneo, Nadia dal Bono, “è una richiesta della nostra associazione, per le imprese che non superano i 400mila euro. L’uso del Pos è costato 5 miliardi alle imprese nel 2022, un ‘peso’ che diventa maggiore soprattutto per le piccole attività, come tabaccherie, edicole e distributori di carburanti”.

“Per questo – prosegue – vista del tavolo tecnico di venerdì prossimo Confesercenti chiede di andare incontro ai commercianti con questa modifica. Il pagamento con carte e bancomat – ricorda dal Bono – è molto diffuso, tanto che l’Italia è diventato, in questi ultimi 10 anni, il Paese europeo con il più alto numero di Pos, anche se il numero di operazioni rimane ancora sotto la media. Ciò nonostante ha il più alto importo medio delle transazioni, circa 50 euro, un dato che sottolinea come il problema sia soprattutto relativo alle micro-transazioni e questo ha comportato grandi costi a carico degli esercenti, soprattutto per le attività piccole con margini minori”.

Secondo Confesercenti, “il peso delle commissioni arriva  fino e oltre l’1,4% del transato per le attività minori e i costi – conclude dal Bono – sono un problema soprattutto per tabaccherie, gestori carburanti, edicole e tutte le altre attività caratterizzate da piccoli margini sul venduto. L’incontro di venerdì è l’occasione per mettere finalmente il punto a una questione aperta da oltre dieci anni”.

Chissà come andrà a finire.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button