Fondo di garanzia PMI, triplicano investimenti in startup, PMI, imprese femminili e Mezzogiorno
Il Fondo di garanzia per le PMI triplica i suoi investimenti e allarga la forbice di misure rivolte alle startup, alle piccole e medie imprese, alle imprese femminili e a quelle del Mezzogiorno: è quanto si evince dal Report 2022 del Fondo di Garanzia per le PMI, gestito da Mediocredito Centrale per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Fondo di garanzia per le PMI, i dati
Nel 2022, il Fondo di Garanzia per le PMI ha registrato una riduzione rispetto al 2021, anno in cui erano pienamente operative le misure emergenziali, mentre rispetto al 2019, ultimo anno prima dell’emergenza pandemica, si evidenzia un aumento in termini di operazioni accolte e di finanziamenti garantiti.
Nel 2022, le operazioni ammesse alla garanzia sono state 283.056 per un volume di finanziamenti pari a € 53,9 miliardi, con un importo garantito di 42,1 miliardi.
Nel 2021, a seguito delle misure straordinarie per la pandemia che avevano semplificato le procedure e aumentato le soglie della garanzia, erano state 500.954 (al netto dell’Articolo 56 del Dl Cura Italia) per un totale di finanziamenti pari a 93,6 mld e 67,7 di garantito.
Nel 2019, invece, ultimo anno paragonabile perché senza le misure per l’emergenza Covid, le operazioni del Fondo di Garanzia per le PMI erano state 124.954 per un volume di finanziamenti di 19,4 mld, con un importo garantito pari a 13,3 mld.
L’andamento del 2022 del Fondo di Garanzia per le PMI è segnato da una significativa differenza tra il primo e il secondo semestre: nella prima metà dell’anno, con le misure emergenziali ancora attive, si registrano circa 190 mila domande, quasi il doppio delle 95 mila operazioni approvate nella seconda metà del 2022, quando sono entrate in vigore le nuove misure che mirano alla graduale uscita dalla normativa emergenziale e che rimarranno in vigore per tutto il 2023.
Queste ultime, in sintesi, prevedono: importo massimo garantito per singola impresa pari a 5 milioni di euro, ammissibilità delle imprese rientranti nella fascia 5 del modello di valutazione del Fondo, garanzia all’80% per le operazioni a fronte di investimento e per le operazioni per liquidità a favore di imprese rientranti nelle fasce 3, 4 e 5 del modello di valutazione del Fondo (oltre che per startup, startup innovative e incubatori certificati, microcredito, importo ridotto), garanzia al 60% per le operazioni finanziarie per liquidità a favore di imprese rientranti nelle fasce 1 e 2 del modello di valutazione. Rimangono inoltre in vigore le misure di contrasto agli effetti della crisi ucraina.
Gli effetti del Fondo di garanzia sul territorio
Si registra parallelamente un mutamento qualitativo dell’intervento: il Fondo di garanzia è maggiormente utilizzato per sostenere lo sviluppo del tessuto imprenditoriale piuttosto che focalizzarsi nel supporto alle esigenze immediate delle imprese, come era necessario in un periodo di emergenza. Risulta, infatti, più che triplicata la percentuale delle operazioni a fronte di investimento che si attestano su 71.903 domande accolte, pari al 24,5% del totale, a fronte del 7,4% del 2021.
Cresce la quota del Mezzogiorno con 80.232 operazioni, pari al 28,3% del totale (a fronte del 23,8% nel 2021). In altri termini, le domande dal Mezzogiorno diminuiscono in misura inferiore rispetto a quelle delle altre macroaree. La quota prevalente, anche se in diminuzione, rimane quella del Nord con 140.049 operazioni (49,5% del totale, 53,2% nel 2021), mentre il Centro con 62.775 operazioni si attesta al 22,2% del totale (23% nel 2021).
Aumentano del 9,3%, infine, le garanzie sulle operazioni “Resto al Sud”, che passano da 2.985 nel 2021 a 3.263 nel 2022.
Da un punto di vista settoriale l’industria presenta il numero più elevato di domande ammesse con 117.888 operazioni (41,6% del totale, 33,3% nel 2021); seguono il commercio con 107.551 operazioni (38,0% del totale, 39,1% nel 2021), i servizi con 46.018 operazioni (16,3% del totale, 22,7% nel 2021) e l’agricoltura con 11.599 operazioni (pari al 4,1% del totale, 4,9% nel 2021).
Aumenta anche la quota delle operazioni accolte relative a imprese innovative e startup che risultano 43.739, pari al 15,5% del totale, in aumento del 4,5% sul 2021. Crescono, questa volta in assoluto, le operazioni di startup innovative, PMI Innovative e incubatori certificati: sono 2.177 e segnano una crescita del +2% rispetto al 2021.
Aumentano in assoluto anche le operazioni a favore di imprese femminili: sono 19.662 (pari al 6,9% del totale, 1,6% nel 2021), con una crescita del 22,2% rispetto al 2021.