Ricerca

Studiare la neurobiologia del cervello per comprendere le reazioni psicologiche: la ricerca

Indagare la neurobiologia del cervello in condizioni normali e quando ci sono malattie a livello strutturale, funzionale e molecolare: è questo il focus del nuovo progetto che coinvolge il dipartimento di Psicologia dell’Università Sapienza di Roma e la Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma per far progredire la ricerca e contribuire alla formazione degli psicologi nell’ambito delle neuroimmagini, dell’analisi del segnale e della bioinformatica legati all’attività cerebrale.

Nasce così il progetto Cenimint: Centro neuroimmagini multimodali integrate. L’obiettivo è applicare un approccio multimodale allo studio del cervello associando tecniche avanzate di neuroimmaging non invasivo (con Risonanza Magnetica a 3 Tesla) all’analisi del segnale neuroelettrico (elettroencefalogramma).

Ma cosa c’entra la neurobiologia con la psicologia?

In che modo la neurobiologia e la psicologia possono essere collegati in una ricerca scientifica?

La combinazione di queste modalità di indagine permetterà di studiare la struttura, il funzionamento e la connettività cerebrale nella loro relazione con i diversi fenomeni mentali di interesse della psicologia – ad esempio come le immagini mentali, i pensieri, i ricordi, le emozioni sono realizzati ed implementati nelle varie reti di aree cerebrali – sottolineano i ricercatori – Sarà possibile studiare lo sviluppo del cervello dall’età pediatrica (dai 10 anni in su) fino all’età senile andando a misurare i cambiamenti sottostanti le principali malattie neurologiche che si manifestano nell’età evolutiva (Adhd, autismo, etc.) e nell’età adulta (malattie neurodegenerative come l’Alzheimer) e le conseguenze delle lesioni del sistema nervoso (ad esempio in caso di ictus)”.

Il progetto include anche lo studio degli effetti di diversi tipi di intervento psicologico e neuropsicologico, “volti a potenziare le funzioni cognitive anche in persone sane, andando ad individuare le migliori pratiche di diagnosi e prevenzione delle malattie neurologiche e le opportune strategie di neuroriabilitazione – ad esempio studiando la riserva cognitiva, ossia quel patrimonio di conoscenze, competenze e funzioni accumulate dal cervello nell’arco della vita, che rappresenta un importante fattore di protezione in caso di malattie del sistema nervoso centrale”, evidenziano i ricercatori.

A rendere possibile il progetto è l’apertura all’innovazione e alla ricerca del dipartimento di Psicologia unite alla disponibilità presso l’istituto di ricerca romano di tecnologie e competenze nell’ambito delle neuroimmagini. Per l’avvio del progetto sono stati necessari tre requisiti: la disponibilità di strumentazione avanzata, in particolare apparecchiatura di risonanza magnetica a 3 Tesla, di competenze per la taratura, le variazioni e l’adattamento delle apparecchiature necessari per le sperimentazioni; la presenza in un unico istituto di sufficienti competenze multidisciplinari (psicologi, radiologi, neurologi, tecnici, fisici) necessari per la ricerca; la coesistenza con l’attività di ricerca di un’attività clinica di alto livello e con un ampio bacino di pazienti.

Il centro si prefigge, inoltre, l’obiettivo di formare una nuova generazione di neuro-scienziati e coinvolgerà laureandi, dottorandi e specializzandi in attività di ricerca di frontiera favorendo il coinvolgimento precoce dei futuri ricercatori e operatori nelle attività di laboratorio.

“La costituzione di un centro di ricerca nel campo delle neuroimmagini – spiega Anna Maria Giannini, psicologa e direttrice del dipartimento di Psicologia di Sapienza Università di Roma – è uno dei punti essenziali del progetto pluriennale di sviluppo del Dipartimento, che prevede l’acquisto di sofisticate strumentazioni scientifiche e il reclutamento di giovani ricercatori: progetto grazie al quale abbiamo recentemente ottenuto per la seconda volta consecutiva il riconoscimento come dipartimento di eccellenza”.

Secondo Carlo Caltagirone, neurologo e direttore scientifico del Santa Lucia Irccs:

“L’innovatività del progetto consiste nella stretta cooperazione di clinici e ricercatori finalizzata all’obiettivo comune di studiare la neurobiologia del cervello in condizioni normali e malattie a livello strutturale, funzionale e molecolare, utilizzando tecniche di neuroimaging e di elaborazione del segnale all’avanguardia. La collocazione all’interno della Fondazione Santa Lucia Irccs – aggiunge – permette un accesso diretto a un contesto in cui coesistono ricerca di base e ricerca clinica traslazionale, fondando saldamente il progetto sulle competenze sviluppate nel servizio degli oltre 2.000 pazienti ricoverati ogni anno all’interno del nostro ospedale di neuroriabilitazione e del vastissimo numero di persone con disturbi del sistema nervoso che si rivolgono ai nostri ambulatori”.

Redazione

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