Economia

DL Carburanti, il Governo ci prova (ma non abbastanza): le novità

Siamo tutti a conoscenza che il bilancio è stringato e ulteriori fondi non ci sono ma magari alcune scelte politiche andavano fatte in direzione di misure in grado di aiutare concretamente le famiglie, le imprese e il mondo della logistica su cui gravano maggiormente questi rincari. Ivi compreso il rinnovo del taglio delle accise.

Alla mezzanotte del primo gennaio del nuovo anno, mentre tutti brindavano ai nuovi auspici, si è scatenato il caos sui prezzi dei carburanti: terminava del tutto il taglio sulle accise promosso in precedenza dal Governo Draghi, provocando la rabbia dei consumatori, dei gestori delle pompe, delle associazioni e non solo.

Infatti, il nuovo Governo Meloni ha giudicato “troppo costoso” il perdurare dello sconto sui prezzi dei carburanti, prima alzando le accise di 10 cent a partire dal 1° dicembre e poi non rinnovando dal 1° gennaio lo sconto rimasto di 15 cent. Una vera e propria stangata, solo quest’ultima, pari a 9 euro e 15 cent per un pieno da 50 litri.

Come si è arrivati al DL Carburanti

Così, sono volate accuse e giustificazioni nella prima decade di gennaio, rendendo lo scacchiere politico ancora una volta scenario di querelle culminate con il DL Carburanti: un tentativo, piuttosto goffo, di mettere una “pezza a colori” sulla situazione che preoccupa automobilisti, trasportatori, spedizionieri e tutta la catena della GDO.

Infatti, l’aumento dei prezzi dei carburanti (dalla benzina al diesel a gasolio) è strettamente connesso all’aumento delle tariffe e dei prezzi delle materie prime: una situazione che, considerata l’inflazione già asfissiante che vive il Bel Paese, non rende sereno nessuno.

Con il mancato rinnovo del taglio delle accise, infatti, i prezzi dei carburanti sono tornati poco sotto la soglia dei due euro a litro: come spiega il Codacons,

“un pieno di benzina costa in media 8,9 euro in più rispetto a fine dicembre, che equivale ad una maggiore spesa su base annua di circa +214 euro ad automobilista. Al di là dei casi limite registrati nelle isole o su alcune tratte autostradali, dove i listini si avvicinano anche ai 2,5 euro al litro, è evidente che qualcosa non torna sul fronte dei prezzi alla pompa.

Il rialzo di benzina e gasolio era ampiamente atteso come effetto dell’aumento delle accise, ma al netto della maggiore tassazione la componente di prezzo che non risente di Iva e accise avrebbe dovuto scendere per effetto del forte calo delle quotazioni del petrolio, sceso in questi giorni abbondantemente sotto gli 80 dollari al barile. Non si capisce poi come due pompe dello stesso marchio, ma ubicate in zone diverse, possano vendere lo stesso carburante con differenze di prezzo di anche 20 centesimi di euro”.

In altre parole, questo significa che sui carburanti non è tanto il “prezzo industriale” ad essere cambiato (ossia, il prezzo del dollaro al barile) ma le tasse che vengono caricate su questi beni di largo consumo. Tasse che si traducono in entrate fisse che servono al Governo e la cui falcidazione non è stata prevista nell’ultima Legge di Bilancio.

Una scelta politica che peserà troppo sulle tasche degli italiani, che non si può giustificare con la condotta spregiudicata di qualche esercente o con le oscillazioni del mercato.

Il DL Carburanti: più controlli e qualche tentativo di rattoppo

Stante la situazione (e l’insurrezione) e l’effetto a catena che provoca su trasporto pubblico, grandi distribuzione organizzata, famiglie, imprese e associazioni, il Governo ha provato a correre ai ripari varando il DL Carburanti. Una misura fallace sotto molti punti di vista, che non reca reali soluzioni e non fornisce risposte al Paese.

Ma cosa prevede il DL Carburanti? Secondo quanto comunicano da Palazzo Chigi,

  • nel periodo gennaio-marzo 2023, il valore dei buoni benzina ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti, nel limite di euro 200 per lavoratore, non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente;
  • si rende giornaliero l’obbligo per gli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione per uso civile di comunicare il prezzo di vendita praticato. Il Ministero delle imprese calcola e pubblica il prezzo medio giornaliero nazionale. Tale prezzo deve essere esposto, con specifica evidenza, da parte degli esercenti insieme al prezzo da essi praticato;
  • si rafforzano le sanzioni amministrative in caso di violazione, da parte degli esercenti, degli obblighi di comunicazione e pubblicità dei prezzi. In caso di recidiva, la sanzione può giungere alla sospensione dell’attività per un periodo da sette a novanta giorni;
  • si rafforzano i collegamenti tra il Garante prezzi e l’Antitrust, per sorvegliare e reprimere sul nascere condotte speculative. Allo stesso fine, si irrobustisce la collaborazione tra Garante e Guardia di Finanza e  il garante per la sorveglianza delle tariffe vedrà rafforzato il suo raggio di azione, con l’istituzione, tra le altre cose, di una commissione al suo interno di allerta rapida della dinamica dei prezzi. 

Il Dl Carburanti, rinominato presto nella dialettica politica come “operazione trasparenza” nasconde ancora una volta la mano che getta il sasso nello stagno. Siamo tutti a conoscenza che il bilancio è stringato e ulteriori fondi non ci sono ma magari alcune scelte politiche andavano fatte in direzione di misure in grado di aiutare concretamente le famiglie, le imprese e il mondo della logistica su cui gravano maggiormente questi rincari. Ivi compreso il rinnovo del taglio delle accise.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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