Tecnologia

Cybersicurezza, luci ed ombre di un mercato esponenziale: crescita da 2,5 mld nel 2025

Quello della cybersicurezza è un mercato dalla crescita esponenziale, ma ancora troppo frammentato in Italia: si contano circa tremila aziende, concentrate per lo più in Lazio, Campania e Lombardia. Queste realtà sono però polarizzate: dai grandi gruppi ICT alle piccole aziende altamente specializzate che faticano a crescere. Nonostante l'alto potenziale, rappresentano solo il 15% del mercato.

La cybersicurezza e le aziende, il personale e le economie di mercato a questa collegate rappresentano un ecosistema in crescita esponenziale e sono la chiave del futuro. Ne è convinto Eugenio Santagata, Chief Public Affairs and Security Officer di Tim e Amministratore Delegato di Telsy intervenendo all’evento “Cybersecurity Made in Italy” ieri a Roma durante il quale sono state premiate le migliori soluzioni innovative in ambito cybersicurezza.

“Oggi serve dotarsi di tecnologie proprietarie certificate e gestite internamente al perimetro nazionale e occorrono quindi esperti e competenze specifiche ma anche una cultura nuova. Le aziende premiate oggi testimoniano il potenziale delle imprese italiane nel campo della cybersecurity e sottolineano l’importanza di creare un ecosistema collaborativo per garantire la sicurezza digitale”.

Cybersicurezza in Italia, luci ed ombre di un ecosistema

Ma torniamo al tema principale: lo sviluppo del mercato collegato e annesso alla cybersicurezza in Italia. Si tratta di un settore che presenta luci ed ombre, ma nonostante questo è un ecosistema in continua espansione: per darne un’istantanea, basti sapere che il mercato italiano della cybersecurity sta registrando una crescita significativa, con un tasso medio di crescita annuale dell’11-12%.

Secondo le previsioni elaborate dal Centro Studi Tim, inoltre, il valore di questo mercato raggiungerà circa 2,5 miliardi di euro entro il 2025. Attualmente, però, il settore è caratterizzato da una grande frammentazione, con oltre 3000 aziende attive, metà delle quali concentrate principalmente in tre regioni: Lazio, Campania e Lombardia.

Risulta evidente, allora, come sia necessario intervenire per colmare alcuni gap, anche mediante la creazione di una rete per lo sviluppo di un ecosistema nazionale della cybersecurezza, seguendo le iniziative di Paesi come Francia e Germania, al fine di consolidare la crescita del settore all’interno dell’Italia.

“L’obiettivo è quello di costruire una solida base di cybersecurity italiana che possa competere a livello internazionale. Vogliamo attrarre investimenti e talenti nel nostro Paese, – ha proseguito Santagata – promuovere lo sviluppo di tecnologie innovative e creare un ambiente favorevole all’innovazione. In questo modo, potremo affrontare le sfide della cybersecurity in modo efficace e fornire soluzioni affidabili e all’avanguardia per proteggere le nostre infrastrutture digitali”.

Cybersicurezza, attacchi e aziende nostrane: un bilancio

Nel 2022, gli attacchi in termini di cybersicurezza hanno raggiunto valori record, con una crescita annua del 169% in Italia rispetto al 2021, mentre a livello globale la crescita è stata del 21%. Gli attacchi informatici nel Paese hanno rappresentato il 7,6% del totale globale, secondo dati di Clusit. Nonostante questo scenario, il mercato italiano della cybersecurity ha registrato tassi di crescita elevati, con un aumento del 15% nel 2021 e del 18% nel 2022, come evidenziato dall’Osservatorio Cybersecurity Data Protection del Politecnico di Milano.

Secondo il rapporto del Centro Studi Tim, le realtà che si sono affermate nel settore della cybersecurity rappresentano solo il 10-15% del mercato, nonostante l’alto potenziale di crescita. Nel mercato italiano, però, prevalgono due modelli alternativi: aziende che si concentrano su un unico segmento di clientela, come il settore bancario, e aziende con un’offerta più ampia “one stop shop“, di cui più della metà ha almeno una tecnologia proprietaria. Tuttavia, la maggior parte del mercato è polarizzata tra grandi gruppi ICT che offrono anche servizi di cybersecurity e piccole aziende altamente specializzate che faticano a crescere. Ciò porta a un livello di frammentazione maggiore rispetto ad altri grandi Paesi europei.

Nel dettaglio, in Italia operano nel settore oltre 3.100 imprese, un numero che è quadruplicato negli ultimi cinque anni.

Nonostante il settore della cybersecurezza europeo sia generalmente più frammentato rispetto a quelli di Nord-America e Asia-Pacifico, l’Italia ha una struttura ancora più polverizzata rispetto agli altri mercati. Il Centro Studi Tim stima che l’Italia ha 1,6 imprese di cybersecurity per miliardo di PIL, il doppio rispetto al Regno Unito (0,8 imprese per miliardo di PIL) e superiore anche a quello della Spagna (1,2 imprese per miliardo di PIL). La metà delle imprese è concentrata in tre regioni: Lazio, Campania e Lombardia.

In Trentino-Alto Adige invece le imprese cyber presentano una dimensione mediamente superiore a quella del resto d’Italia, caratteristica che rispecchia un modello con vocazione alla costruzione di ecosistemi dedicati alla cybersecurity.

La concentrazione di un elevato numero di imprese cyber in una specifica area del territorio nazionale è un fenomeno che si riscontra anche in Francia (Parigi, Bretagna, Aquitania), Germania(Renania Settentrionale-Vestfalia), Spagna (Paesi Baschi) e segue l’esempio di modelli di successo quali il Cyberspark in Israele.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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