Innovazione

Fascione: “In Campania si può e si fa innovazione ad alti livelli”

Via libera a 8,4 milioni di euro che la Regione stanzia per le Borse di studio per le academies regionali ICT e digital. L'Assessore all'innovazione: "Diamo ai nostri ragazzi opportunità per non farli andare a cercare altrove".

Stiamo dimostrando che in Campania si può fare e si fa innovazione ad alti livelli“. Son queste le parole con cui Valeria Fascione, Assessore della Regione Campania alla Ricerca, all’Innovazione e alle Startup, ha commentato con noi l’approvazione della delibera con cui la Giunta regionale di Vincenzo De Luca ha stanziato 8,4 milioni di euro per finanziare il programma triennale «Borse di studio per frequenza di Academies regionali di livello internazionale in ambito ICT e Digitale». Uno stanziamento importante che prova a replicare lo strumento degli anni precedenti che ha portato la Campania a diventare un centro importante per le academies di innovazione con gli investimenti sul territorio campano di aziende globali come la Apple o la Cisco

Le academies in Campania hanno il loro hub nel polo tecnologico di San Giovanni a Teduccio che ospita la Apple Academy, diventata da subito un simbolo della rinascita dell’ex area industriale napoletana e, negli anni, un esempio internazionale di innovazione. Rientrando così a pieno titolo nel PNRR come modello da seguire in varie zone d’Italia e giudicato come buona pratica dalla Commissione Europea

Assessore Fascione, qual è l’obiettivo di questo strumento messo in campo dalla Regione Campania?
L’obiettivo è quello di rendere la nostra regione un laboratorio a cielo aperto di talenti digitali. E questo ha un duplice effetto concreto Da un lato creiamo competenze che vanno ad immettersi nel sistema delle PMI e le fanno crescere e dall’altro poniamo le condizioni per attrarre investimenti. Questo strumento è, infatti, un’iniezione di innovazione nel nostro sistema locale delle piccole e medie imprese attraverso il capitale umano formato all’interno delle academies, ma si è dimostrato anche un ottimo strumento per attrarre investimenti. Molte multinazionali, non solo nel campo dell’Ict ma anche in quello farmaceutico o dell’aerospazio, cercano di investire con nuovi hub di ricerca e innovazione, o dedicati proprio alla creazione di start up, in territori dove c’è un talent pool sufficiente per sostenere le loro policy di sviluppo in termini di prodotto e di nuove soluzioni e quindi la Campania, con i nuovi talenti digitali, diventa sempre più un luogo appetibile per queste realtà imprenditoriali“. 

Come è andata con le precedenti programmazioni?
Questa è una policy che in questi anni ha avuto un gran successo e infatti fino ad oggi abbiamo formato più di 1.700 talenti digitali. In più nel polo tecnologico di San Giovanni a Teduccio, con il grande investimento di Apple nel 2016 e con tutte le altre grandi academies, da quella di Cisco a quella del 5G, si sono attratti degli investimenti importanti che mostrano come puntare sulla formazione sia fondamentale e quindi vogliamo proseguire su questa strada“.

La questione però non è solo formare i talenti digitalim ma anche farli restare in Campania
Questo, come tanti altri messi in campo in questi anni, è un intervento a beneficio dei nostri ragazzi. Diamo a loro un’ulteriore opportunità così magari hanno anche meno necessità di andarle a cercarle altrove“.

In concreto?
Alla fine del percorso formativo sono tantissimi i ragazzi che ricevono proposte di lavoro. Alcune academies sono quasi delle corporate academies, ad esempio Accenture ha la sua Academy e alla fine del percorso formativo assume i partecipanti. Altre volte invece sono le imprese esterne a cercare i talenti da portare nel loro organigramma, basti pensare che all’ultima Future Fair organizzata lo scorso giugno dalla Regione al polo di San Giovanni, dove sono venute 150 aziende che hanno conosciuto i ragazzi delle academies e direttamente in quella sede hanno fatto proposte di assunzione dirette. Molte academies hanno i project work sviluppati direttamente con le piccole e medie imprese, quindi i partecipanti iniziano già a lavorare per lo sviluppo di progetti di innovazione in funzione delle esigenze delle nostre realtà imprenditoriali locali. Altri talenti alla fine del loro percorso di formazione, hanno dato vita alla loro start up. Dunque, a volte sono gli stessi main partner che assumono, altre volte sono aziende del territorio, altre ancora sono le multinazionali. Ci sono diversi sviluppi, ma la cosa importante è che riusciamo a dare opportunità concrete e veloci ai ragazzi per inserirsi con competenze e professionalità nel mondo del lavoro“.

La Campania è dunque un modello di innovazione?
La Campania, non lo dico io ma i fatti, è un modello internazionale di come sviluppare innovazione. Penso al polo tecnologico di San Giovanni a Teduccio come ecosistema della ricerca e dell’innovazione che è stato individuato ufficialmente nel Pnrr come modello da replicare e da espandere con i dovuti correttivi nel resto d’Italia. Anche la Commissione Europea ha definito il polo di San Giovanni e il suo modello di academies e di innovation hub come una buona pratica. Questo perché abbiamo unito lo sviluppo industriale con quello delle competenze, sviluppando un modello che tiene insieme il mondo delle università con quello delle imprese. Non so se siamo un modello ma sicuramente stiamo dimostrando che in Campania si può fare innovazione e anzi la facciamo anche bene“. 

Claudio Mazzone

Nato a Napoli nel 1984. Giornalista pubblicista dal 2019. Per vivere racconta storie, in tutti i modi e in tutte le forme. Preferisce quelle dimenticate, quelle abbandonate, ma soprattutto quelle non raccontate. Ha una laurea in Scienze Politiche, una serie di master, e anni di esperienza nel mondo della comunicazione politica.

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