Interviste

Goetz (Imagination Design): “Le periferie? Prima di tutto dobbiamo saper immaginarle”

Il fondatore di Imagination Design Coaching è impegnato a Napoli in un progetto sulla rinascita dell'area est.

C’è un progetto, promosso da I Quartieri dell’Innovazione, che vuole restituire un’opportunità all’area est di Napoli, da sempre un territorio di periferia complesso e stretto tra malagestione passata e la morsa mai del tutto allentata della criminalità, ma altrettanto orgoglioso e fiero. Questo progetto è A.C.Q.U.A. (Aree Cittadine ri-Qualificabili da Umane Alleanze) e mette in circolo una serie di competenze (dai percorsi turistici ai laboratori di animazione sociale) uniti da un sottile filo rosso che serve a creare filiera e indotto da azioni comuni. Ma, per riuscire a vedere un futuro diverso per Ponticelli, Barra e San Giovanni bisogna prima di tutto saper immaginarlo.

Il laboratorio di immaginazione di ACQUA è coordinato da Maurizio Goetz, fondatore di Imagination Design Coaching, un centro di competenza per migliorare processi di immaginazione di nuove proposte di valore, per supportare i processi di riqualificazione dei territori.

La pandemia ci ha insegnato quanto siano fondamentali gli spazi, come piazze, vecchi edifici dismessi, scuole. Ogni spazio può (e deve) essere vissuto diversamente. In questo contesto, come si inserisce il ruolo dell’immagination design?
L’Imagination designer indaga, esplora e aiuta a rigenerare gli immaginari di un territorio, che fanno riferimento al potenziale di un luogo, in termini identitari, di appartenenza affettiva per generare nuove rappresentazioni che hanno lo scopo di valorizzarlo. Ogni territorio ha delle caratteristiche specifiche che occorre far emergere per poter dare vita a processi di trasformazione e di rigenerazione. Questo richiede la capacità di osservarlo in modo distaccato, secondo differenti prospettive, per comprendere come valutare gli spazi, affinchè possano diventare fruibili e possano diventare ambienti di creazione di nuovo valore collettivo“.

Cosa significa immaginare il territorio insieme a chi lo vive quotidianamente?
Immaginare il territorio significa sviluppare la capacità di osservarlo per come è realmente, nelle sue ricchezze e nelle sue criticità. Nel modo più oggettivo possibile per arrivare a costruire una visione collettiva condivisa di come potrebbe diventare e di come dovrebbe diventare, per poter avviare un processo virtuoso di trasformazione. Osservare bene, senza pregiudizi, senza illusioni, ma con il cuore e la mente aperti è il primo passo per lavorare sul cambiamento che si vuole realizzare. Osservare bene il territorio, consentirà ai suoi abitanti di capire che cosa cambiare e che cosa valorizzare. Permetterà di il confronto con altre persone per creare una visione inclusiva, ampia e realistica, da cui partire per avviare processi di valorizzazione e di rigenerazione del territorio, secondo una visione allargata.
Il modo di osservare, determina la nostra prospettiva sulle cose, per questo è necessario guardare le cose con chiarezza, ma anche da nuove prospettive, per una comprensione più profonda del territorio intorno a noi, sviluppando la capacità di guardarlo ad esempio, con gli occhi del turista, dell’imprenditore, di un giovane o di una persona matura, di una persona in cerca di lavoro, di un genitore o di un esercente.
Osservare bene il proprio territorio permette al contempo di sviluppare una chiarezza sulla realtà, creando una rappresentazione corretta del “campo di gioco” in cui si opera, per definire futuri problemi e future opportunità, consente di valutare che cosa sia necessario fare, definendo le priorità, riflettendo sulle possibili conseguenze di eventi, situazioni, cambiamenti in atto, per valutare possibili opzioni da poter prendere in considerazione che consentono di potersi attrezzare per fronteggiare il cambiamento e imprimergli la direzione auspicata e permette di comprendere tra le differenti opzioni prese in considerazione quali sono quelle realmente perseguibili e quali quelle preferibili, secondo una visione condivisa, che sia la più ampia possibile
“.

Quali sono le principali criticità e le risorse inespresse di Napoli est evidenziate durante l’imagination lab che si sta svolgendo nell’ambito di A.C.Q.U.A.?
Il laboratorio di osservazione immaginativa ha lo scopo di far emergere le criticità, ma anche le potenzialità inespresse, per questo è di fondamentale importanza evitare visioni eccessivamente autoreferenziali ed indulgenti, che ci portano a non vedere le criticità. Ma anche quelle eccessivamente severe, che non riescono a vedere in modo oggettivo non solo le potenzialità, ma le ricchezze, le peculiarità, le eccellenze e le distintività.
L’obiettivo degli imagination lab è quello di sviluppare una visiona ampia e articolata del territorio che permetta di dar vita ad un processo trasformativo, sostenibile, ma anche articolato, che sia realistico
“.

Quali sono gli attori territoriali maggiormente rispondenti e quali quelli per i quali è necessario trovare la molla giusta per innescarli?
Non si lavora mai nelle migliori condizioni al contorno, per questo è importante iniziare il processo con le persone giù sensibilizzate, per poter mostrare concretamente alcuni primi risultati, che permetteranno un coinvolgimento sempre più ampio della popolazione. L’obiettivo degli imagination lab non è quello di portare avanti un’osservazione fine a se stessa, ma che sia uno strumento che consenta la creazione di una visione con gli occhi degli abitanti, anche temporanei del territorio, in modo che la sua rappresentazione utilizzi le loro parole e le loro immagini. Questo permetterà un migliore coinvolgimento di un numero sempre crescente di attori“.

Roberto Malfatti

Roberto Malfatti, nato nell'anno in cui Bearzot insegnava al mondo a giocare a calcio con la sua Italia campione del Mondo. Sociologo, comunicatore, papà di Irene e chitarrista all'occorrenza. Esperto in tematiche ambientali con il vizietto di ascoltare sano rock.

Enrico Parolisi

Giornalista, addetto stampa ed esperto di comunicazione digitale, si occupa di strategie integrate di comunicazione. Insegna giornalismo e nuovi media alla Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa. Aspirante re dei pirati nel tempo libero.

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