Women ONboarding, il percorso di UniCredit per supportare l’imprenditoria femminile
“Women ONboarding” è stato presentato oggi nel corso di un evento digitale organizzato da UniCredit in partnership con GammaDonna, Prometeia e Apid. L’obiettivo dell’iniziativa è supportare la capacità imprenditoriale delle donne e valorizzarne il talento attivando un processo di scouting di nuove realtà imprenditoriali.
Lo scenario in cui si inserisce Women ONboarding
Due anni di pandemia hanno inciso profondamente sulla presenza delle donne nel mondo del lavoro, ma ci sono segnali incoraggianti: nel 2021 l’occupazione femminile è tornata a crescere fino a raggiungere il massimo storico, superiore al 50%; anche l’imprenditoria femminile ha dato segnali di ripresa, con un aumento dello 0.19% nel 2021 rispetto al 2019, secondo l’analisi Prometeia su dati Unioncamere, 2022
Supportare la capacità imprenditoriale delle donne e valorizzarne il talento e la leadership attivando un processo di scouting di nuove realtà imprenditoriali è l’obiettivo di “Women ONboarding”, il percorso di mentoring ideato da UniCredit in cui 31 professioniste scelte fra i membri degli Advisory Board Italy e Territoriali di UniCredit e tra le associate al Network femminile GammaDonna fanno da mentor ad altrettante mentee selezionate fra imprenditrici di PMI clienti della banca a elevato potenziale di crescita.
L’edizione 2022 di “Women ONboarding” è stata presentata nel corso di un evento digitale aperto da Niccolò Ubertalli, Responsabile per l’italia di UniCredit, seguito dal keynote speech di Lavinia Biagiotti Cigna, Presidente e CEO Biagiotti Group e Presidente Marco Simone Golf & Country Club, e dagli interventi di Elena Salmaso, Senior Economist Prometeia che ha presentato un’analisi sullo scenario attuale dell’imprenditoria femminile e di Marina Salamon, imprenditrice, dirigente d’azienda e scrittrice italiana e Alessia Urbani, CEO Urbatex srl, che hanno illustrato l’esperienza di una mentor e di una mentee. Special Guest della giornata Simona Quadarella, campionessa olimpica nuoto. Le conclusioni sono state affidate ad Alessandra Rocchi, Responsabile Advisory Board & Territorial Plans di UniCredit.
“L’iniziativa che presentiamo oggi si inscrive nella più ampia strategia del Gruppo per tutelare tutte le diversità e favorire l’inclusione – ha dichiarato Niccolò Ubertalli, Responsabile per l’italia di UniCredit. I Principi ESG sono fondamentali all’interno del nostro piano strategico UniCredit Unlocked e crediamo che la banca debba svolgere anche un ruolo sociale lavorando per costruire una società più equa e inclusiva.
Per questo siamo impegnati a incrementare la rappresentanza femminile nel Gruppo: UniCredit ha infatti già raggiunto il target del 20% di donne nel senior management previsto al 2022 e ha come obiettivo il 30% entro il 2023. Il 40% del nostro Group Executive Committee e il 46% del nostro Cda è composto da donne e manteniamo un trend stabile rispetto alle nuove assunzioni femminili nel Gruppo, pari al 58%, in aumento costante negli ultimi due anni. Supportiamo inoltre l’imprenditoria femminile sia attraverso la normale attività di erogazione del credito che offrendo microcredito e supporto per lo sviluppo di nuove idee imprenditoriali”.
La giornata, organizzata in partnership con GammaDonna, Prometeia e Apid è stata anche l’occasione per presentare il percorso di mentoring al femminile del 2022, che prevede 4 sessioni on line da 60′ circa ciascuna fra Mentor e Mentee. L’attività di mentoring, preceduta da una formazione iniziale con una società di coaching nota a livello internazionale, è focalizzata su tematiche di empowerment femminile.
L‘analisi di Prometeia sull’ imprenditoria femminile
Due anni di pandemia hanno inciso profondamente sul mercato del lavoro e sull’imprenditoria femminile. Impiegate in settori più esposti al rischio sanitario durante la fase acuta dell’epidemia (ad es. sanità, servizi alla persona e commercio) e nei settori più colpiti dalla crisi economica (ad es. accoglienza, turismo e moda), le lavoratrici hanno subìto maggiormente il contraccolpo di chiusure e recessione.
Dopo la brusca frenata del 2020, nel 2021 l’occupazione femminile è però tornata a crescere, fino a raggiungere il massimo storico del tasso di occupazione femminile, superiore al 50% per la seconda volta dall’inizio delle serie storiche (dati ISTAT, 2022). Anche l’imprenditoria femminile ha dato segnali di ripresa: a fine 2021 le imprese registrate sono aumentate dello 0.19% rispetto al 2019 (fonte, Unioncamere, 2022). L’aumento di imprese femminili ha caratterizzato molti settori e, in particolare, è cresciuta la quota femminile nei settori che si sono dimostrati più resilienti alla crisi e più dinamici nella ripresa, come l’informatica.
Per quanto riguarda la performance delle imprese femminili, l’analisi dei bilanci delle società di capitale ha permesso di evidenziare una superiore capacità di resilienza alla crisi rispetto alle imprese maschili. Se la dinamica del fatturato, a causa principalmente dell’esposizione dell’imprenditoria femminile nei settori più impattati dalla crisi pandemica, ha mostrato una flessione superiore a quella delle imprese maschili, l’analisi econometrica condotta su un campione di bilanci di imprese femminili e maschili (comparabili a livello di composizione settoriale, geografica, dimensionale e di struttura produttiva) dal 2016 al 2019 mostra invece una generale miglior tenuta della reddittività nel 2020, segno di una maggior solidità delle imprese femminili.
L’analisi econometrica ha messo in luce anche un gap di genere significativo nella relazione con il mercato del credito. A parità di settore, dimensione e area geografica, il modello ha evidenziato per le imprese femminili un significativo minore ricorso al debito bancario nel 2016-2019 e un suo costo mediamente superiore.
Cosa cambia nel 2020? Il nostro campione di bilanci ha rilevato, nel 2020, un diffuso aumento dell’incidenza dei debiti finanziari sulla produzione (+6.0% per le imprese femminili, dato superiore a quello delle maschili attestatosi a +5.0%). Il divario più significativo si è osservato nell’aumento dei debiti bancari, la cui incidenza sul totale dei debiti finanziari ha registrato un aumento del 3.4% per le imprese femminili, il doppio rispetto al campione delle imprese maschili.
Nuove sfide e opportunità
In questo quadro insistono nuove sfide e opportunità per le imprese femminili che riguardano soprattutto la doppia transizione: green e digital. Le imprese femminili si caratterizzeranno per un’intensità emissiva mediamente inferiore rispetto alle imprese maschili, concentrandosi in settori a minor energy intensity (le imprese femminili rappresentano il 21% delle imprese italiane ma generano solo il 15% delle emissioni di gas ad effetto serra, secondo i dati di Unioncamere e le stime Prometeia su dati Eurostat).
Per quanto riguarda la transizione digitale, le imprese femminili partono un passo indietro rispetto alle maschili, poco presenti nei settori ad alta intensità digitale come l’informatica, tuttavia il processo di catching up è in corso e negli ultimi due anni è aumentata anche la quota di Start up e PMI innovative femminili in questo settore.
Le maggiori opportunità sono invece quelle legate ai fondi del PNRR, che non si esauriscono nelle misure dedicate all’imprenditoria femminile, ma riguardano anche le opportunità trasversali, come le clausole e sistemi di premialità nei bandi di gara volti a promuovere l’assunzione e l’inclusione di donne, nelle 6 missioni del piano e quelle legate ai settori a più alta presenza di imprenditoria femminile (sanità, turismo e servizi alla persona su tutti). Infine, il contesto geopolitico pone nuove sfide alle imprese. I principali fattori di rischio (esposizione al commercio internazionale, caro energia e indebitamento – legato al rischio di rialzo dei tassi) influiranno sulle performance delle imprese in maniera eterogena.