Editoriale

Scambiare la luna per un fallo: la fake news è prima di tutto una forma mentis

A Napoli la deriva della discussione sulle luminarie di Natale è priapica. Un fallo che dimostra le falle dell'agorà virtuale, ma la responsabilità è nostra in primis

Miracoli della prospettiva, si potrebbe dire. Lo sanno bene fotografi e videomaker chiamati a raccontare eventi, conferenze e iniziative politiche, sindacali o culturali dove “pare brutto” mostrare sale o piazze mezze vuote e con sapienti angolature si è in grado di restituire una realtà “leggermente” diversa rispetto a quella reale, almeno visivamente.

Quello che però accade oggi a Napoli assume contorni grotteschi, se non raccapriccianti. Nella diatriba ormai aperta da qualche settimana sulle luminarie per le festività, che la Camera di Commercio partenopea supplendo ad ativici ritardi in tal senso del Comune ha iniziato a far comparire qua e là, per prova o per vero, in importanti vie cittadine, questa mattina ad arricchire il fonte del dissenso ci ha pensato un… fallo. Battutine e risolini con richiami all’immancabile Rocco si sono sprecati. La foto, che riportiamo qui sotto, mostra ergersi in tutta la sua virilità un qualcosa di simile a un membro.

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Il fallo di Natale con tanto di cappello.

La verità, però, è ben distante e chi – come chi vi scrive, del resto – si è lasciato raccontare la storia di una lumaca assolutamente equivoca ed equivocabile è caduto in fallo a sua volta perché l’installazione è tutto fuorché equivoca ed equivocabile, come mostra la giusta prospettiva.

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Una foto dell’installazione in piazza Nazionale a Napoli

Nella bolla social di chi vi scrive non vi è però solo uno sbellicarsi da facili e goliardiche risate estrapolando l’inesistente fallo dal contesto, ma anche una tribolazione continua di tanti professionisti della comunicazione che in piena fase Covid erano usi e consueti dispensare riflessioni e perle sulla corretta informazione, reclamando l’importanza di appartenere a una categoria elitaria e con grandi poteri che, come recitava lo zio di Peter Parker, fanno derivare grandi responsabilità.

Siccome il fallo di piazza non è stato solo un meme la cui struttura era facilmente decifrabile e destrutturabile ma l’ennesimo attacco frontale a chi questo tentativo di “accendere” Napoli per Natale lo sta facendo, dopo anni in cui finanche siamo arrivati a dover farci donare gli “scarti” delle Luci d’Artista di deluch… salernitana fattura, sarebbe quanto giusto entrare nel mood di quella corretta informazione tanto decantata perché – credetemi – asserire che i napoletani abbiano un pene in erezione nel bel mezzo della città non differisce granché da altre “cappellate” che circolano senza verifica sul web. Che, a differenza dei membri inesistenti in questione, si ingrandiscono per davvero fino ad esplodere in quella che viene chiamata malainformazione. E poi ci si spertica in tributi alla lotta (in che modo?) alle fake news e a lunghi comizi / corsi / webinar / altre cose così sul tema senza comprendere di manipolare, diffondere, perorare la stessa brutta attitudine.

Le luminarie sono brutte? Probabile. Il Babbo Natale di piazza Municipio era inquietante? Probabile, anche se pare che spostato a Piazza Garibaldi per quanto simile alla bambina dell’un due tre stella di Squid Game stia facendo esplodere una gara di selfie tra passanti e ragazzi.

Far passare per organo genitale un’installazione destinata a richiamare l’infanzia e il lato più fanciullesco delle festività natalizie non c’entra niente né con il dibattito né con il sarcasmo. Anche il Grinch lo troverebbe raccapricciante.

Enrico Parolisi

Giornalista, addetto stampa ed esperto di comunicazione digitale, si occupa di strategie integrate di comunicazione. Insegna giornalismo e nuovi media alla Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa. Aspirante re dei pirati nel tempo libero.

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