Nasce la Fondazione Italia Digitale per promuovere cultura e policy
Con il digitale "c'è una rivoluzione in corso, non dobbiamo temerla ma governarla".
Il digitale nel contesto dell’Italia che riparte, a 360 gradi e coniugato fra polity e policy. Parte da questi primi punti strategici Fondazione Italia Digitale (Fid), la prima fondazione italiana dedicata alla cultura del digitale.
Fondazione Italia Digitale è stata presentata ufficialmente questa mattina nel corso dell’evento “Digitale popolare – Cultura e policy per l’Italia che riparte” che si é tenuto live sui canali social della Fondazione – Facebook e LinkedIn – e con un pool di relatori in diretta dagli Utopia Studios di Roma.
Fondazione Italia Digitale, le prospettive
La Fondazione Italia Digitale è stata presentata dal presidente Francesco Di Costanzo, e da Francesco Giorgino, giornalista e membro del Comitato scientifico di Fid e Direttore del Master in Comunicazione e Marketing Politico e Istituzionale della Luiss School of Government, che hanno sottolineato come la Fondazione sia
Una spinta, quindi, verso il digitale come motore per l’Italia che si delinea dopo la congiuntura pandemica. E su questo, ha osservato il presidente di Fondazione Italia Digitale Francesco Di Costanzo, “c’è una rivoluzione in corso, non dobbiamo temerla ma governarla”.
L’obiettivo della Fondazione Italia Digitale è di “rappresentare un punto di riferimento con le istituzioni, con i privati con i tanti professionisti che se ne occupano e soprattutto con i cittadini“ per potere “accompagnare questa svolta” della trasformazione digitale del Paese. Di Costanzo ha anche ricordato come “il Pnrr ci regala tante risorse” per il digitale “risorse che però vanno conquistate con progetti”. Il numero uno di Fid ha anche indicato che “Fondazione Italia Digitale si mette a disposizione dei privati e delle istituzioni per avviare una matura cultura digitale”.
Francesco Giorgino ha chiarito che “la parola sulla quale dobbiamo concentrare la nostra attenzione è proprio ‘trasformazione'”. Il digitale “è una ‘invenzione’ pervasiva in ambito culturale, politico, sociale ed economico ma anche antropologico: l’uomo digitale è diverso dall’uomo analogico”. Adesso, ha aggiunto Giorgino, “dobbiamo trasformare le nostre competenze digitali in cultura digitale” e “solo così possiamo ridurre il nostro digital divide” che vede l’Italia in fondo alle classifiche europee.
Intervenedo alla mattinata di lavori, il Ministro dell’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, ha osservato che “tutti sappiamo che non c’è innovazione vera senza competenze” e “il lavoro che dobbiamo fare é deve mettere al centro proprio la valorizzazione del capitale umano“. Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha affermato che il dopo-pandemia “é il momento giusto per riprendere il discorso sul digitale e per vedere cosa ci sta offrendo“. Bianchi ha evidenziato che la nostra vita di oggi é permeata dalle possibilità che il digitale ci sta offrendo“.
Per la Sottosegretaria per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Assuntela Messina, inoltre, “sappiamo bene che stiamo vivendo un momento di profondissimo cambiamento” accompagnato dalle “sfide del cambiamento climatico e dalle sfide tecnologiche” e tutto ciò chiede “forme nuove di responsabilità e decisioni”. In questa cornice, ha osservato Messina, “la transizione digitale rappresenta una delle sfide più importanti”.
Perché la Fondazione Italia Digitale
“La Fondazione Italia Digitale nasce dall’esperienza Pa social. L’obiettivo è far sì che il digitale sia la normalità nel nostro Paese e non solo perché c’è un’emergenza. Ecco perché la nascita di questa Fondazione che ha l’obiettivo principale di fare cultura digitale, lavorare insieme al settore pubblico ma anche al privato sulle policy digitali. Le rivoluzioni vanno governate, non bisogna averne paura”. Lo ha detto il presidente di Pa social e della Fondazione Italia Digitale, Francesco Di Costanzo, nel corso di un’intervista all’agenzia di stampa Dire.
“La pandemia ha fatto emergere l’importanza e l’utilità del digitale in tutte le sue forme. Nel Pnrr molto è dedicato al digitale ed è un fattore positivo. Non si può perdere troppo tempo come è successo invece negli anni precedenti – ha sottolineato Di Costanzo – Dobbiamo recuperare il tempo perduto e fare delle cose che fino a oggi non sono state fatte: è uscito un bando di circa 500 professionisti, tutti profili tecnici, ma neanche uno legato al mondo e alle professionalità della comunicazione, dell’informazione, del digitale tra cui comunicatori e social media manager. Crediamo che sarebbe molto importante prevedere figure del genere se vogliamo essere trasparenti e spiegare ai cittadini questo piano, che riguarda il futuro del nostro Paese per i prossimi 30 anni. La figura di comunicazione e informazione credo che debba essere prevista: propongo al Governo di creare un bando ad hoc“.
Il presidente di Pa social ha precisato che “comunicazione e informazione pubblica non è propaganda ma sono servizi al cittadino. La legge 151 è una riforma per una Pubblica Amministrazione più efficiente. Non si può più perdere tempo: il lavoro è stato fatto da un tavolo dedicato ed è in mano al ministro Brunetta. Credo sia il momento di chiudere questo percorso perché fa quasi ridere che a oggi non sia ancora prevista la figura dell’esperto in comunicazione e informazione digitale”.
L’obiettivo, quindi, è mettere a disposizione la più ampia conoscenza sul digitale a 360 gradi.