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La storia di Evergrande è il racconto del boom cinese

Dalle stelle alle stalle? E' ancora presto per dirlo. Ma per comprendere la "fame" di Evergrande bisogna conoscere la storia del suo fondatore, Xu Jiayin

La storia di Evergrande è la storia di Xu Jiayin, il suo fondatore. Ed è la storia di come la Cina si sia evoluta negli ultimi decenni. Xu è nato nel 1958 in campagna, da una famiglia poverissima. Perse la madre quando lui non aveva ancora compiuto un anno; il padre, invece, era un reduce di guerra. Xu Jiayin ricorda di essere stato sempre affamato sia da bambino, sia da ragazzo.

Dopo la Rivoluzione culturale, chiusa nel 1976 alla morte di Mao, il diciottenne Xu ottenne una borsa di studio che gli permise di andare all’università, ingegneria metallurgica, e fu impiegato in un’acciaieria statale. Diceva «Devo tutto allo studio e al Partito comunista che mi ha permesso di studiare».

Quando nasce Evergrande

La sua ascesa comincia alla fine degli Anni 80 con la grande apertura al mercato ordinata da Deng Xiaoping. Ora purtroppo paga la nuova parola d’ordine lanciata da Xi: «Prosperità condivisa, basta con l’espansione caotica del capitalismo». 

Nel 1996 l’ingegnere fondò a Guangzhou (Canton) l’azienda di costruzioni Hengda, che poi diventò Evergrande, metà in inglese e metà in italiano, per dire «Grande per sempre». Servivano case per gli operai e grandi uffici per cui l’ex poverissimo ragazzo di campagna costruì i primi palazzoni che divennero il simbolo del boom cinese.

La favola continua e nel 2017, con 47 miliardi di dollari di fortuna personale, fu classificato «uomo più ricco della Cina». Nel 2009 Evergrande è stato quotato a Hong Kong, raccogliendo miliardi di dollari. Nel mercato delle obbligazioni però il suo gruppo si è indebitato tantissimo ed è diventato il simbolo di quella bolla immobiliare che da anni rappresenta il principale rischio finanziario della Cina. 

Xu Jiayin non si è fermato ed è andato avanti per la sua strada di successi ed eccessiNel 2010 ha costruito il club calcistico Evergrande Guangzhou, spendendo centinaia di milioni per giocatori e allenatori comprati all’estero (tra questi Marcello Lippi e Fabio Cannavaro). Evergrande ha continuato poi la sua scalata, cercando di placare la “fame” di Xi: un parco a tema, uno stadio da centomila spettatori, investimenti trasversali nel panorama industriale cinese.

Evergrande e il rischio: cosa succederà?

Oggi la situazione è cambiata. Il 23 settembre sono scadute cedole per 83,5 milioni di dollari sui bond con scadenza marzo 2022 che alla fine sono state pagate dopo giorni di ansia che avevano alimentato voci di default. Altri 47,5 milioni di interessi sono in scadenza il 29 settembre sui bond al 2024.

Non è noto quanto siano realmente esposti i principali istituti di credito, che hanno comunque perso terreno in Borsa nei giorni scorsi, così come i principali gruppi immobiliari. Le dimensioni del gruppo hanno preoccupato gli investitori di tutto il mondo e qualcuno ha paventato l’ipotesi di scenario da nuova Lemhan Brothers, ricordando la crisi del 2008.

I mercati hanno avuto alcuni giorni di tensione che però sono rientrati dopo l’annuncio del pagamento delle cedole in scadenza. La sensazione generale è che il Governo cinese stia lavorando per una ristrutturazione indolore per i mercati.

Non riteniamo sia semplicissimo dato il livello di indebitamento che si aggira intorno ai 300 miliardi di dollari anche se a tutt’oggi Evergrande vanta 1.300 progetti in 280 città della Cina e si è allargata alle più varie attività dal calcio all’auto elettrica (zero auto prodotte). Nel frattempo però Fabio Cannavaro non allena più il Guangzhou ed è tornato in Italia, se qualcuno si chiedesse dove sia finito.

Rosario Napolano

Laureato in Commercio Internazionale e Mercati valutari presso l’Università degli studi di Napoli "Parthenope", già dirigente Deutsche Bank, già componente della Commissione regionale ABI Campania, attualmente dirigente della Banca Patrimoni Sella.

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