Startup: Hrcoffee e il software che connette e mette al centro le risorse umane
Chi fa l’azienda sono i dipendenti e la loro capacità di adattarsi, affrontare sfide e migliorare giorno dopo giorno: questo in Hrcoffee lo sanno bene ed è uno dei motivi per cui hanno messo a punto un software – piattaforma social dall’omonimo nome che connette i dipendenti e ne “misura” l’umore e le interazioni con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
La proposta della startup – che nasce nel 2018 compartecipata per il 70% da Exprivia Spa, gruppo internazionale specializzato in Information and Communication Technology e quotata al mercato Mta di Borsa Italiana – è un nuovo modello di gestione del personale che mette al centro le persone dando loro la possibilità di connettersi liberamente grazie a chatbot, fuoriuscendo dal corollario delle gerarchie aziendali e aprendosi al confronto con tutti i collaboratori.
Soprattutto in epoca pandemica, con la diffusione a larghissima scala dello smartworking, dalla piattaforma di Hrcoffee è risultato sempre più evidente la necessità di fare squadra, condividere e sentirsi parte attiva della propria azienda.
Come nasce l’idea della piattaforma Hrcoffee
La piattaforma Hrcoffee si basa su una strategia che parte dalle persone che vivono un’azienda, le pone in connessione e permette loro di comunicare, esprimere bisogni, soft skills ed esperienze. Questo genera una serie di informazioni e report che la funzione Risorse Umane troverà indispensabili per approfondire la conoscenza delle singole persone e per creare percorsi individuali di crescita professionale.
Hrcoffee nasce dall’intuizione di Maria Cesaria Giordano, Ceo di hrcoffee e Davide De Palma: moglie e marito, entrambi co-founder e laureati in Psicologia del Lavoro e Organizzazioni all’Università di Bari, insieme a Dario Nuccetelli, programmatore e terzo socio.
La società opera seguendo un approccio bottom up, in grado di coniugare gli obiettivi dei singoli con quelli aziendali, attraverso l’analisi dei Big Data prodotti in azienda ed elaborati con algoritmi di intelligenza artificiale. Alla base di ciò c’è uno studio accurato e personalizzato per ogni realtà perché l’obiettivo è migliorare l’organizzazione aziendale partendo dal bene più prezioso di ogni azienda: le risorse.
“Grazie alla tecnologia abbiamo potuto innovare e velocizzare alcune prassi organizzative -spiegano Cesaria e Davide- ma noi vogliamo soprattutto trasferire la metodologia del people based, cioè del mettere le persone al centro, senza andare a classificarle in diverse categorie come “talenti” e “non talenti”, ma considerandole come persone, tutte portatrici di conoscenza. In ogni azienda ci sono persone che non vengono considerate come talenti, ma che svolgono un ruolo fondamentale per il funzionamento dell’organizzazione. Spesso ci si accorge del loro valore quando non sono più in azienda. La sfida, con Hrcoffe è proprio quella di estrarre valore da queste persone e farle emergere come figure di rilievo in azienda”.
Alla base di Hrcoffee c’è “Ibm Watson”, uno dei più importanti strumenti di intelligenza artificiale per sviluppare i sistemi di People Analytics: un metodo in grado di individuare tutte le similarità e le diversità tra ogni componente dell’organizzazione.
In questo modo l’azienda ha piena cognizione della struttura del proprio knowledge aziendale e di chi siano i candidati più idonei per formare team di progetto: il software aiuta l’area Risorse Umane a mantenere alti i livelli di qualità organizzativa attraverso una gestione orientata allo sviluppo dell’intelligenza emotiva, alla leadership in chiave 2.0 e all’integrazione di strumenti utili per i dipendenti come corsi di formazione, newsletter aziendali, contest.
Grazie alla rapidità nell’analisi delle dinamiche aziendali consentita dal software, Hrcoffee rappresenta un importante acceleratore di cambiamento organizzativo:
“Ora, complice anche l’esperienza della pandemia, la dirigenza sta cambiando e c’è sempre più interesse a dar voce ai propri dipendenti in quanto portatori di innovazione sociale. Crediamo nell’importanza di mettere al centro le persone, per questo motivo abbiamo voluto noi, in primis, promuovere progetti che vadano in questa direzione. Da donna, mamma e imprenditrice conosco bene le sfide che bisogna affrontare quotidianamente, per questo credo molto nella leadership femminile e penso che si debba sostenerla. Ad esempio vorrò mettere a disposizione dei miei dipendenti una babysitter pagata dall’azienda”, commenta Cesaria.