Interviste

Di Vito (Psicoterapeuta): “È il momento di reinventarsi anziché lasciarsi abbattere”

"Affrontare e guardare in faccia malessere che se sono stati provocati da questo momento che abbiamo vissuto. Cercare in qualche modo di rispondere alle esigenze dell’oggi. Non spingerci troppo verso il domani che provoca incertezza (che provoca ansia). Prendiamoci cura di noi".

Mentre i contagi sembrano non arretrare e la campagna pro-vaccinazione prosegue la corsa, a distanza di due anni contiamo trasversalmente gli strascichi di una pandemia che sta allargando il prezzo di una crisi economica che per i giovani è diventata una vera e propria piaga sociale. Lo studio preliminare Geography of Covid, condotto dal programma di cooperazione europeo Espon, specializzato in analisi regionali, riporta numeri allarmanti dove la disoccupazione tra i ragazzi nelle regioni dell’Unione Europea è aumentata del 21,81% , rispetto ai livelli pre-pandemia.

La situazione sanitaria, economica e lavorativa ha provocato effetti anche sulla sfera psicologica ed emozionale. Lo studio realizzato dal Dipartimento di Scienze Biomediche di Humanitas University, basato un campione di 2.400 persone, ha rilevato che nel periodo di pandemia il 21% degli intervistati ha notato un peggioramento nei rapporti con il partner e il 13% con i propri figli.

Inoltre, il 50% del campione ha riportato di aver subito un incremento della fatica percepita durante lo svolgimento di attività lavorative e il 70% degli studenti ha invece dichiarato un sensibile calo della concentrazione nello studio. Rispetto al 2019 oggi più del 31% di italiani soffre di depressione. Il 32% di ansia e ben il 41% di “distress”, cioè lo stress molto accentuato.

Armando Cozzuto , il presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania, aveva esortato qualche mese fa a porre l’attenzione soprattutto verso le fasce sensibili della popolazione ( bambini, adolescenti, anziani, persone con disabilità): “Il servizio sanitario nazionale si prepari agli effetti psicologici derivanti dalla pandemia“, aveva dichiarato.

Abbiamo intervistato la Dottoressa Valeria Di Vito, Psicoterapeuta che, dal suo punto di vista privilegiato, ci ha dato spiegazioni e strumenti per affrontare e riconoscere i campanelli di allarme.

Dott.ssa Di Vito, come possiamo analizzare questi ultimi anni?
“Si è avuto un mutamento trasversale che coinvolto diverse fasce d’età nessuno è stato esente da questa ripercussione pandemica. Non c’è stata una distinzione sociale. Non so se sono se la mia sia stata una posizione privilegiata, in realtà il cambiamento è stato così macroscopico. Con occhio clinico, è stato possibile poter verificare anche che ci sono stati  oggettivi cambiamenti, oltre che malesseri diffusi. Durante la prima parte della pandemia forse si è parlato più di una vera e propria “depressione”. Questa sospensione nel tempo della nostra vita ha fatto sì che piano piano, anche quando siamo riusciti dalle mura domestiche per andare incontro alla “normalità”, si è avuta una maggiore angoscia, perché diverse condizioni, una volta ritornati alla pseudo regolarità, non le abbiamo ritrovate.

Tale incertezza ha fatto sì che noi ci trovassimo in maniera globale in preda agli effetti da disturbo post traumatico da stress, ansia, insonnia. Abbiamo registrato anche un aumento delle ossessioni e delle fobie (come quella di potersi ammalare o di poter essere contagiati), sono aumentati anche i disturbi relazionali e provocando una vera e propria instabilità che si riversa sull’aspetto psicologico. L’incertezza economica, nonché lavorativa, non fa che mantenere questa sensazione di mancanza di un terreno stabile che ci dia una rete di protezione”.

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La dott.ssa Valeria Di Vito, Psicoterapeuta

Parlavamo di un cambiamento trasversale (che ha coinvolto fasce anagrafiche e sociali differenti), ma dal punto di vista professionale molte persone si sono trovate a fare i conti con l’assenza di un lavoro. Non si stratta solo di flessibilità richiesta, ma davvero una profonda e incidente instabilità professionale che mette in crisi la serenità psico-fisica. Più donne o più uomini hanno chiesto aiuto a lei e in che modo?
“Non credo che sia possibile fare proprio una distinzione netta, se prima la richiesta di una consulenza psicologica era qualcosa che riguardava espressamente le donne, attualmente anche gli uomini si mettono in discussione in questa fase storica. Il malessere è stato comune a tutti i sessi, e a tutte le età.
La perdita non lavoro, non poter ritrovare una sicurezza economica, ha fatto sì che aumentasse il livello di povertà. Il malessere del singolo coinvolgeva l’intero nucleo familiare.

Ad esempio: se il ragazzo non voleva più tornare a scuola  si era chiuso al mondo esterno, ma  in realtà c’era un disagio familiare che riguardavano l’intero  gruppo parentale. Molto spesso, il padre era più a casa, senza lavoro e la tensione accendeva le ansie di tutti i componenti. Non dimentichiamo che si è registrato anche un aumento della violenze domestiche, di abusi sessuali, di uso smodato di alcool. Potremmo sintetizzare che vi è stato un aumento proprio della sofferenza che ha coinvolto a più livelli tutti i livelli“.

Una realtà che pretende da un lato una perfezione social e dall’altro una perenne incertezza costante di quello che è il domani. Quali sono gli strumenti adeguati per corrispondere a se stessi e alle domande della società?
“Sono gli strumenti adeguati per corrisponde a se stessi, la risposta è la più semplice e diretta: prendersi cura di se stessi. Affrontare e guardare in faccia malessere che se sono stati provocati da questo momento che abbiamo vissuto. Cercare in qualche modo di rispondere alle esigenze dell’oggi. Non spingerci troppo verso il domani che provoca incertezza (che provoca ansia). Prendiamoci cura di noi. Maggiore investimento sulla salute mentale e psicologica, perché bisogna rendersi conto che questo è stato un momento che ha messo sotto stress chiunque e soprattutto chi aveva poco equilibrio psicologico. Non si può partire dall’idea di avere un popolo ammalato o depresso ansioso, perché in quel caso è chiaro che non ci sono energie da investire per un per un futuro migliore”.

Bambini, adolescenti e adulti. Tutti abbiamo vissuto, subito e subiremo ulteriori adattamenti. Che futuro si prospetta?
“Io credo che sia importante che un po’ tutti iniziassimo ad essere fiduciosi. Ogni volta che i miei pazienti escono dal mio studio lo sono sempre di più. Questo perché, non solo loro hanno trovato qualcuno i che li ascolti, ma hanno riscontrato qualcuno  che veda in loro una ricchezza di le risorse di cui sono dotati,  da cui devono attingere per poter risalire la china. Forse questo è il momento di fare ricorso alle proprie risorse di inventarsi, reinventarsi anziché lasciarsi abbattere. Se incominciamo a prenderci cura di noi abbiamo le risorse per poter andare avanti, per trovare la strategia giusta per un futuro che sia migliore”.

Rosa Alvino

Rosa Alvino, giornalista professionista e ufficio stampa per dedizione, scrittrice per passione. Umiltà, dovere e lealtà sono le sue parole chiave per una giusta crescita umana e lavorativa.

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