Visa acquista Tink per 1,8 miliardi e si lancia nel fintech
Dopo averci provato con Plaid, Visa acquisisce il 100 percento della startup svedese specializzata in open banking. E ne gioisce anche Poste Italiane
Visa acquisisce il 100 percento di Tink, startup svedese operante nel fintech che serve oltre 3400 tra banche e istituzioni finanziarie. Tink permette di accedere ad una vasta gamma di dati finanziari di alta qualità dalle banche di tutta Europa attraverso un’unica API. “In questo modo – spiegano gli sviluppatori sul sito web – si possono fornire servizi finanziari intelligenti e implementare nuove customer experience“.
Fondata nel 2012, dopo nove anni Tink viene acquistata per 1,8 miliardi di euro dal colosso delle carte di credito e debito, diventando dimostrazione della volontà di visa di esplorare il mondo fintech. Da un punto di vista strutturale, Tink manterrà brand, management e sede di Stoccolma. L’obiettivo è quello di integrare i suoi servizi di open banking con la rete globale Visa.
L’operazione Tink arriva dopo che lo scorso gennaio Visa ha dovuto di fatto rinunciare a Plaid, società di servizi finanziari di San Francisco diretta competitor degli svedesi. La fusione, conclusa sulla base di circa 5,3 miliardi di dollari, è stata di fatto interrotta dal Governo statunitense causa antitrust.
A guadagnare dalla cessione di Tink a Visa è anche Poste Italiane, che aveva investito nella startup svedese 22 milioni di euro circa. Attraverso una nota stampa, Poste fa sapere di aver incassato “3,5 volte il valore dell’investimento iniziale nell’arco di 18 mesi”.
Poste Italiane, attraverso la sua controllata PostePay, afferma infatti di “aver venduto la partecipazione del 4,7% fully diluted in Tink al Gruppo Visa, a seguito di un’offerta per l’acquisto del 100% del capitale azionario di Tink. Visa corrisponderà un importo totale di 1,8 miliardi per l’acquisto di Tink, comprensivi del prezzo di acquisto e dell’incentivazione al management”.
Il gruppo conferma che però la partnership continuerà, permettendo a Poste Italiane di “beneficiare delle opportunità dell’open banking nell’ambito della normativa PSD2, facendo leva sull’ affidabilità del proprio marchio, e sull’utilizzo di strumenti analitici data-driven”.
“Questa operazione – conclude la nota diffusa da Poste – conferma la validità dell’approccio differenziato di Poste Italiane verso l’innovazione. Nel caso specifico l’alleanza con operatori di mercato disruptive consente a Poste Italiane di accelerare la propria strategia di innovazione”.