Interviste

Servizio Civile Digitale, Gallo (M5S): occasione per colmare un gap

Il Servizio Civile Digitale rappresenta una grande opportunità per superare il digital divide generazionale e creare occupazione giovanile e femminile da Nord a Sud. A raccontare a F-Mag di cosa si tratta è l’ingegnere informatico e deputato del M5S membro della Commissione Cultura alla Camera Luigi Gallo.

Pubblicato il primo avviso per il Servizio Civile Digitale. Di che si tratta?
“Del miglior modo di sprigionare le energie dei giovani che con mille volontari, mille interventi, danno il loro contributo per cambiare il nostro Paese nella rivoluzione verde e digitale. E’ la prima annualità di un progetto così importante che agisce sulle differenti capacità di usare i dispositivi e i prodotti digitali dalla popolazione italiana. Durante questa pandemia le difficoltà le hanno sperimentate tutti e nel PNRR si prevedono 60 milioni di euro sul progetto Servizio Civile Digitale per tre anni, per un totale di circa 9.700 volontari”.

1000 ‘facilitatori digitali’ a servizio dei cittadini che hanno difficoltà con l’utilizzo delle nuove tecnologie. Un percorso per colmare il digital divide generazionale?
“Il servizio civile universale è entrato nella strategia Next Generation EU ed è una scelta vincente. Non dobbiamo parlare di giovani ma sono i giovani che devono parlare ed essere protagonisti prendersi cura del nostro Paese trasformarlo, produrre la transizione che serve verso un modello eco, equo e giusto oltre che innovativo. Mi immagino studenti universitari che tornano a scuola per insegnare tutti i trucchi del digital agli insegnanti, ai genitori che hanno avuto difficoltà con la DAD e con le comunicazioni digitali con la scuola, tra perdita di password e consulenze necessarie. Mi immagino 1000 giovani che diventeranno 9700 che aiutano gli anziani a chiedere certificati e pagare i bollettini al Comune attraverso i loro telefoni con l’app IO che oggi è il servizio universale della pubblica amministrazione. Una bella sfida e un bel cambiamento”.

Quali sono gli altri progetti che rientrano nella strategia nazionale per le competenze digitali e del programma flagship NextGenerationEU “Reskill and Upskill”?
“Il Ministro dell’Innovazione Pisano del Conte 2 ha fatto un lavoro che ha prodotto in pochi mesi un balzo di anni luce in avanti sulla digitalizzazione della PA. Con obblighi, incentivi e supporto gestionale e tecnologico ormai quasi tutti i comuni hanno aderito alla piattaforma unica PAGOPA . 5.500 sono i Comuni che hanno richiesto di accedere al Fondo Innovazione e chi ha raggiunto gli obiettivi ha avuto già accesso entro il 31 marzo al 20% di contributi. Oggi la differenza sui territori di un servizio digitale la fa la scelta del partner tecnologico scelti dai sindaci. Ho lavorato molto su questo tema come referente campano. Il PNRR prevede altri balzi in avanti per la banda ultra-larga sia con reti in fibra, sia con FWA, con le tecnologie radio 5G ora disponibili. Ancor prima di utilizzare i fondi Europei grazie al Conte 2 e alla scelta del CashBack tramite l’app’ Io (paghi con la carta elettronica e fino a 150 euro di spesa ti ritorna sul tuo conto in sei mesi) e a tante misure integrate oggi 11,455 milioni di italiani possono usare i servizi digitali della pubblica amministrazione ed ora bisogna procedere spediti nell’interoperabilità con i sistemi digitali di dati della giustizia e la sanità. Reskill and upskill (Riqualificare e migliorare le competenze) è quello che bisognerà fare nel pubblico e nel privato per accedere a mansioni più avanzate sostenendo le transizioni verdi e digitali, facendo crescere occupazione e qualità della vita”.

L’Europa, così come l’Italia, è indietro sul piano della digitalizzazione. Come raggiungere l’obiettivo di compiere in pochi anni la rivoluzione digitale servendosi dei fondi del Recovery? 
“Con il protagonismo di tutti i cittadini. Non dovremmo aspettare dovremmo prendercela questa opportunità. Ognuno di noi ora che ci sono le risorse e i progetti. Faccio un esempio su cultura e turismo. Potremmo ampliare il mercato e gli utenti per l’artigianato locale o per i siti o opere minori se digitalizziamo l’esperienza culturale di alcuni luoghi o di alcune tradizioni, facendole conoscere nel mondo ma anche facendo squadra in distretti turistici e culturali perché non ha senso gettare nell’oceano del web piccoli siti e applicazioni. Bisogna investire sulla realtà virtuale, perché come accade per i film farà aumentare le presenze fisiche e il turismo sui siti reali. Sono convinto che ci sarà una vera e propria febbre digitale nei prossimi anni perché l’accelerazione vera l’ha data la pandemia”.

Quali prospettive per i giovani e le donne del Mezzogiorno sul piano occupazionale nell’ambito digitale e dell’innovazione tecnologica? 
“In legge di bilancio abbiamo approvato la decontribuzione al 100% nel biennio 2021-2022 fino a 36 anni di età. Decontribuzione per le imprese agricole che assumono under 40. E una decontribuzione del 30% al sud fino al 31 dicembre 2025. Il PNRR dovrà essere un volano per trasformare il nostro modello economico e sociale per renderlo equo per le donne. Siamo sulla strada giusta a patto che ci sia un grande cambiamento della classe politica dei sindaci al Sud. Oggi ci sono alcuni sindaci che vogliono i soldi senza avere la capacità di scrivere un solo progetto esecutivo e senza avere la visione di quello che accadrà nei prossimi anni. Per questo credo che la sfida la vinciamo solo con un cambio della classe politica ai vertici degli enti locali, un cambio generazionale che porti professionisti moderni, ed una nuova generazione a guidare le città del Sud”.

Loredana Lerose

Giornalista pubblicista, laureata in sociologia. Di origine lucana, trapiantata a Napoli da più di vent'anni, appassionata di danza, teatro, letteratura e psicologia. Scrive per il quotidiano Cronache di Napoli dal 2009.

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