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Green pass Covid, ecco perché è inutile se abbiamo passaporti digitali e carte d’identità elettroniche

E' veramente utile pensare al Green Pass Covid quando abbiamo già carte d'identitità e passaporti elettronici a nostra disposizione?

Sento parlare sempre più spesso del Green pass covid, il passaporto vaccinale, una sorta di lasciapassare riservato a coloro abbiano avuto la vaccinazione contro il Covid19, utile nel consentire l’accesso a servizi, luoghi, musei, ristoranti e viaggi a tutti coloro non corrono più il rischio di ammalarsi di Covid, perché appunto vaccinati.

Perché creare il Green pass Covid, l’ennesimo inutile documento?

L’errore che viene commesso a mio parere è creare l’ennesimo inutile duplicato di un documento che in realtà già abbiamo tutti. Utilizziamo da “secoli” un documento che non è possibile contraffare, riconosciuto già da tutti gli Stati, anzi ne abbiamo ben due che possono essere utilizzati per tale finalità entrambi con sistemi di sicurezza molto elevati e affidabili.

Perché utilizzare Passaporto e Carta d’identità come pass Covid

I due documenti a cui faccio riferimento sono il nostro buon “Passaporto” e la storica “Carta d’identità”, oggi guarda caso chiamati Passaporto digitale e Carta d’identità elettronica. Entrambi questi documenti rilasciati da anni da tutti gli Stati al mondo, presentano un elemento fondamentale al loro interno: un chip che consente alle unità preposte ai controlli di poter verificare l’esatta corrispondenza di quanto riportato sul documento rispetto a quanto presente presso l’anagrafe dei server remoti dell’ente che ha rilasciato e certificato quel documento.

Quando presentiamo un documento in un aeroporto come il nostro passaporto o la carta di identità, questa può essere “letta” da un dispositivo e quindi è possibile confrontare i dati presenti sulla carta appena presentata e quelli conservati presso il Ministero degli Interni o dell’Estero della nazione che ha rilasciato il documento. In più il confronto dei dati, foto e impronta digitale compresa è possibile farla con il soggetto che si ha davanti. I tre dati presenti nello stesso luogo consentono di eseguire una operazione di riconoscimento altamente sicura. Se i tre dati collimano si ha la certezza al 99 percento che l’individuo che si ha davanti è esattamente quello presente sul documento.

Tale operazione è possibile eseguirla in modo rapido e gratuito anche da privati, ad esempio ristoratori, attività culturali, musei, già oggi possono scaricare una delle tante app che consentono la lettura dei passaporti o delle carte di identità elettronica e confrontare i dati con tanto di foto, con quanto riportato sui server anagrafici su cui il soggetto è registrato.

La modifica da eseguire è semplice e rapida

Basterebbe aggiungere sui server remoti l’informazione dell’avvenuta vaccinazione, riportando semmai la data in cui tale vaccinazione è avvenuta e la data di validità del permesso a viaggiare. Questa tipologia di informazioni di fatto è già presente, ad esempio da alcuni anni è possibile visualizzare se un individuo abbia dato o meno il consenso all’espianto dei proprio organi, operazione che deve essere giustamente accessibile in caso di incidente in modo rapido.

Basterebbe quindi concordare il tipo di informazione da aggiungere tra gli Stati membri per evitare la creazione di un nuovo documento che da quanto sembra risulta cartaceo, facilmente modificabile, senza alcuna possibilità di verifica immediata.

Utilizzare passaporto e carta d’identità eliminerebbe anche una serie di costi, tra stampa, revoca, scadenza, smarrimento, contraffazione, rinnovo, ecc. Non dimentichiamoci che il documento di avvenuta vaccinazione serve proprio per viaggiare, dove è necessario proprio l’utilizzo del passaporto o della carta d’identità, anche se si viaggia all’interno della propria Nazione, è comunque obbligo presentare il proprio documento per registrare il pernottamento, anche in questo caso è sempre necessario avere con sé carta d’identità o passaporto.

Sarebbe un chiaro segnale di vera dematerializzazione e soprattutto l’utilizzo serio di un documento che ha subito una lunga fase di test e processi durata centinaia di anni e che oggi con le nuove tecnologie ha raggiunto livelli elevatissimi.

Felice Balsamo

Nato a Napoli, informatico dall'età di 9 anni, nel 1998 scopre il mondo Internet, si appassiona al web e ai motori di ricerca, sviluppa in SOAP, WSDL per i BlackBerry e per il nascente DTT (Digitale Terrestre). Nel 2011 e 2016 coordina la comunicazione web per la campagna a Sindaco di Napoli di Luigi de Magistris. Da Luglio 2011 segue le attività di informatizzazione, razionalizzazione delle risorse economiche, contrasto all'evasione per il Comune di Napoli. Appassionato di anagrafe, ha collaborato per l'introduzione della CIE 3.0 (carta d'identità elettronica) e dell'ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente). Nel 2018 coordina il progetto "Napoli Blockchain" finalizzato alla diffusione e sperimentazione di tale tecnologia nella città di Napoli. Programmatore e consulente SEO, cura il posizionamento dei siti web sui motori di ricerca e l'incremento del numero di visualizzazioni sui social per aziende e professionisti. Da sempre racconta storie e virtù della città di Napoli sul suo profilo personale: https://www.facebook.com/balsamofelice

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