Dai tempi antichi ai giorni nostri, la storia dei robot in mostra a Milano
Al MUDEC di Milano arriva la prima mostra che ripercorre il rapporto uomo - robot nel corso della storia: inizia il primo maggio
Un viaggio nella storia dei robot, dagli antichi matematici alessandrini ai giorni nostri. È il tema di “Robot, the human project” la mostra che partirà il primo maggio al MUDEC, il Museo delle Culture, di Milano. L’esposizione racconta lo sforzo dell’umanità che da millenni si cimenta nella creazione di un suo “alter ego” artificiale che possa divertirlo, aiutarlo e, a volte, sostituirlo. Il percorso della mostra parte dai primi tentativi di robot umanoide.
I robot nel corso della storia
Macchine artistiche create nei secoli passati più per divertire ed emozionare l’uomo che per ragioni pratiche. Tra queste, l’esposizione avrà l’automa diavolo di Manfredo Settala, creato nel seicento e capace di muovere gli occhi ed emettere suoni e fumo dalla bocca; e la cinquecentesca Matrona che suona il timpano, realizzata da Janello Torriani e considerata il primo vero androide della storia.
Il passaggio da questi robot meccanici a macchine più evolute si avrà con l’arrivo dell’elettronica, dove un ruolo importantissimo fu svolto dall’italiana Olivetti. Non a caso questa sezione della mostra è curata con il supporto della Fondazione Capellaro – Laboratorio–Museo Tecnologicamente, custode dell’eredità scientifica della Olivetti. Infine l’ultimo salto tecnologico dei robot arriva con l’informatica. In questa sezione i visitatori potranno, tra le alte cose, interagire con il robottino Sanbot Elf. Nato come “specialista delle emozioni”, questo androide è stato ingaggiato recentemente nella lotta contro il Covid all’ospedale di Varese. La sua capacità di raccogliere informazioni è stata sfruttata per monitorare le condizioni dei pazienti, riducendo l’uso dei dispositivi di protezione e ottimizzando i tempi dei medici. Inoltre il piccolo Sanbot Elf “faceva compagnia” ai pazienti fisicamente, mentre il medico parlava con loro da remoto attraverso il robot.
“Con il robot umanoide, replica del suo creatore,” afferma Antonio Marazzi, antropologo e co-curatore della mostra “l’uomo mira a realizzare un progetto creativo di invenzione ed espansione delle proprie facoltà fisiche e intellettive, per intervenire sul mondo esterno. Una operazione di mimesi, quella degli androidi, che facilita l’inserimento del robot nell’ambiente umano e la comunicazione con gli uomini”. Insieme a Marazzi i curatori della mostra sono il fisico e bioingegnere Alberto Mazzoni e la storica dell’arte Lavinia Galli. I tre background dei curatori danno così all’esposizione un triplice approccio: tecnico-scientifico, antropologico e artistico.
“Robot. The Human Project” è promosso dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, in collaborazione con Fondazione Deloitte, l’Istituto di Bio Robotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, al supporto tecnico e scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e al sostegno di Gruppo Unipol. La mostra sarà visitabile fino al primo agosto.