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Tasse, a Bologna l’algoritmo che scopre gli evasori fiscali

"Se vogliamo rilanciare il Paese dobbiamo avere una politica industriale" e questa passa anche per la riscossione delle tasse. L'innovazione del Comune di Bologna

Pagare tutti per pagare meno tasse. Potrebbe riassumersi così il corso intrapreso, non solo in teoria ma nella pratica, dal Comune di Bologna in tema di riscossione dei tributi ed evasione fiscale. L’ente all’ombra della Torre degli Asinelli ha creato una sinergia pubblico-privato. Il Comune governa e controlla la riscossione dei tributi. Municipia, società del Gruppo Engineering, grazie a un algoritmo scopre i furbetti che avevano eluso le tasse. Con il ricavato non solo si tengono i conti in ordine, ma si riesce ad abbassare le tasse per i cittadini ligi al dovere e a offrire più servizi alla collettività. Ne parliamo con l’Assessore al Bilancio Davide Conte.

Come funziona l’algoritmo?
“L’algoritmo parte da una serie di banche dati, essenziali per conoscere il territorio: catasto, anagrafe delle imprese, atti notarili sulla successione etc. I dati poi vengono resi interoperabili, cioè si fa in modo che possano essere letti e incrociati. Così si registrano le anomalie e si possono segnalare, andando a capire chi non ha versato il dovuto”.

Questo sistema però ha un costo?
“Certo e non posso dire che siano economico. Ma più che un costo è un investimento, anche politico”.

Nel senso che siete riusciti a incassare di più?
Su un bilancio corrente di circa 550 milioni di euro, ogni anno recuperiamo 30 milioni di euro. Non sono pochi. Con questi soldi abbiamo ridotto il debito comunale da 156,3 milioni a 82,2 milioni di euro. Non solo. Con i soldi di quel 10% di cittadini che non pagavano le tasse siamo riusciti ad abbassare quelle dell’altro 90% che invece le tasse le pagava. In questo modo si premiano i cittadini onesti. Inoltre in un anno come questo, con in corso una pandemia, siamo riusciti ad abbassare la Tari a bar, alberghi, ristoranti, palestre con uno sconto fino al 50%. E da sei anni non aumentiamo la Tari, nonostante i costi per il servizio siano cresciuti. Siamo riusciti anche a raddoppiare il valore dei buoni spesa forniti dal Governo per aiutare le famiglie ad affrontare la crisi“.

Perché parla di investimento anche politico?
“Perché se vogliamo rilanciare il Paese dobbiamo avere una politica industriale. Legalità e lotta all’evasione fiscale sono parte di una politica industriale sana. In Italia si continua a cercare il consenso su ciò che non funziona, facendo debito e condoni. Il messaggio che passa è che chi non ha pagato le tasse con il condono è stato premiato. Invece dobbiamo far funzionare le cose, anche con la tecnologia che abbiamo a disposizione, e cercare consenso su questo. Con il nostro sistema chi evade viene punito e chi ha sempre pagato le tasse viene premiato”.

Esistono però gli evasori totali, quelli totalmente invisibili al fisco, come si fa a scovare questi “fantasmi”?
“Io credo che il segreto sia la velocità. Tutto oggi è tracciato. Se riusciamo a scoprire subito che c’è qualcosa che non va e a intervenire, passa il messaggio che non si può fare i furbi. Al tempo stesso eviti che i crediti, trascorsi gli anni, non siano più esigibili. Ma se sei veloce a prendere le risorse, puoi essere anche veloce a restituirle al territorio. Infatti noi paghiamo le fatture in 23 giorni. In questo modo il sistema funziona. Con tecnologia e visione riesci anche a raccogliere consensi “costruttivi”, senza dover ricorrere ciclicamente ai condoni che sono il vero segnale che il sistema ha fallito“.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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