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BTP futura. Sembra interessante, ma quanto rende?

Il BTP Futura conviene o no? Per capirlo, bisogna fare i conti: il nuovo BTP paga nel peggiore dei casi l’1,525% all’anno

Partiamo da una notizia. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze un paio di giorni fa ha comunicato che la serie dei tassi cedolari minimi garantiti della terza emissione del BTP Futura, partita oggi e fino a venerdì 23 aprile, avrà:

  • 0,75% dal 1° al 4° anno;
  • 1,20% dal 5° all’8° anno;
  • 1,65% dal 9° al 12° anno;
  • 2% dal 13° al 16° anno.

I tassi cedolari definitivi saranno annunciati alla chiusura del collocamento e non potranno comunque essere inferiori ai tassi cedolari minimi garantiti (quelli di sopra). In particolare il tasso cedolare fissato per i primi 4 anni di vita del titolo resterà invariato, mentre in base alle condizioni di mercato potranno essere rivisti al rialzo solo i tassi cedolari relativi ai tre successivi quadrienni, per una durata totale di 16 anni. Il codice ISIN del titolo durante il periodo di collocamento è IT0005442089.

Ma conviene il BTP Futura?

Questa è la domanda più frequente che mi è stata posta oggi. Il documento informativo non brilla per chiarezza e i risparmiatori non riescono a comprendere quanto effettivamente renda il prodotto. Proviamo a fare chiarezza. Il BTP futura 2037 è un’obbligazione che adotta per le cedole il meccanismo “step up”, ovvero con interessi crescenti. I primi 4 anni pagano una cedola dello 0,75%, dal 5° all’8° si sale all’1,2%, dal 9° al 12° siamo all’1,65% e dal 13° al 16° la cedola è del 2%.

A questo si aggiunge un premio fedeltà. Questo premio è legato all’andamento del PIL italiano con un minimo e un massimo. Il primo premio viene riconosciuto dopo 8 anni e va da un minimo dello 0,4% ad un massimo dell’1,2%. Il secondo premio viene pagato a scadenza, cioè dopo 16 anni, in due tranche: una cedola con un minimo dello 0,6% e un massimo dell’1,8%, legato al PIL sempre dei primi 8 anni, e una seconda cedola minimo dell’1% e massimo del 3%, legata invece all’andamento del PIL dal 9° al 16° anno.

Sono sicuro che anche dopo aver letto tutto questo, molti di voi (e anche io onestamente) si chiederanno se convenga o meno. La scelta migliore è raffrontare il rendimento dell’esistente BTP con pari scadenza 2037 con il BTP futura in emissione. Quest’ultimo paga nel peggiore dei casi l’1,525% all’anno, nella migliore delle ipotesi arriva all’1,775% annuo. Il BTP esistente, acquistato oggi, renderebbe grosso modo l’1,26%. Il confronto è semplice, anche se non aumentassero le cedole (che potrebbero essere migliorate dopo la chiusura del collocamento) il BTP futura è più conveniente del BTP esistente.

Rosario Napolano

Laureato in Commercio Internazionale e Mercati valutari presso l’Università degli studi di Napoli "Parthenope", già dirigente Deutsche Bank, già componente della Commissione regionale ABI Campania, attualmente dirigente della Banca Patrimoni Sella.

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