Economia

Nuovi mercati: commercialisti chiedono alla politica di supportare le imprese

L'invasione russa in Ucraina apre a nuove preoccupazioni per l'export: necessario guardare ad altri mercati esteri. Intanto la ricerca Nomisma conferma: rischio di 400 milioni per il settore delle esportazioni di vino italiane.

“La sfida che abbiamo davanti? La possibilità di offrire alle imprese italiane uno sbocco verso nuovi mercati esteri, esplorando terreni finora poco conosciuti e recuperando così posizioni di primaria importanza per la nostra economia”. Le parole sono di Matteo De Lise, dinamico e sempre deciso presidente UNGDCEC (Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili).

L’occasione è data dal forum “Patto per l’export, il rilancio delle eccellenze Made in Italy”, che si è tenuto in queste ore nella sala stampa della Camera dei Deputati a Roma.

“Nell’ultimo biennio – spiega De Lise – anche l’export, tradizionale punto di forza dell’economia italiana, ha fatto i conti con gravissime difficoltà, a causa prima della pandemia e poi della guerra in Ucraina”. Ed è evidente che nelle parole del presidente dei Giovani commercialisti ci sia anche l’appello a investigare nuovi mercati mentre gli equilibri politici, soprattutto se dallo Stivale si guarda verso oriente, sono tutti in discussione e in divenire.

“Scommettere su nuovi mercati è un obiettivo ambizioso che riguarda tutto il sistema e anche i dottori commercialisti, che vantano un ruolo sempre più strategico. Siamo chiamati, infatti, per informare ed affiancare gli imprenditori italiani sulle nuove opportunità di crescita e sviluppo verso l’estero – ha rimarcato De Lise – ma per riuscirci c’è bisogno di specializzazione e, soprattutto, che si consenta ai commercialisti di avere un confronto costante con le istituzioni, al fine di poter essere parte attiva e propositiva delle diverse problematiche che si presentano sul percorso”.

Alla conferenza ha partecipato anche il deputato pentastellato Gianfranco Di Sarno. Di Sarno, pure non lesinando attestati di merito all’attuale Ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio e al “Patto per l’export“, ha ammesso “È evidente che oggi occorre uno sforzo in più, perché la crisi in Ucraina avrà gravi ripercussioni e penalizzerà il Made in Italy”.

Ricerca Nomisma conferma: “Italia più penalizzata tra i top exporter di vino”

Nelle stesse ore in cui a Roma commercialisti e parlamentari facevano il punto sull’export, e sulla necessità di trovare nuovi mercati di riferimento, arrivavano conferme sui primi impatti sulle esportazioni della crisi legata all’invasione russa in Ucraina anche dalla ricerca Nomisma. La famosa società di ricerche di mercato in un comunicato stampa confermava che la situazione venutasi a creare ad Est “genera effetti pesanti sulle imprese agroalimentari italiane“. Oltre ai cereali, il cui approvvigionamento è subito salito in cima alle criticità, c’è un dato particolare che riguarda l’uscita delle merci e dei prodotti, e in particolare il vino.

“Nel 2021 – si legge in una nota – la Russia ha importato 345 milioni di euro di vino italiano (+18% rispetto all’anno precedente), facendo del nostro Paese il suo primo fornitore. Più ridotti ma fortemente in crescita (+200% negli ultimi cinque anni) gli acquisti dall’Ucraina: 56 milioni di euro, per un valore aggregato di circa 400 milioni di euro”. Cifre che in questo momento sembrano destinate a polverizzarsi e con ripercussioni che rischiano di essere gravi per l’intera filiera. Una misura di queste ripercussioni la offre Denis Pantini, responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma: “Nel caso dell’Asti Spumante parliamo della potenziale perdita di un quarto del proprio export, così come del 20% delle vendite oltre frontiera di spumanti generici italiani o del 13% di vini frizzanti”.

Enrico Parolisi

Giornalista, addetto stampa ed esperto di comunicazione digitale, si occupa di strategie integrate di comunicazione. Insegna giornalismo e nuovi media alla Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa. Aspirante re dei pirati nel tempo libero.

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