Mario Draghi, dalla BCE a Palazzo Chigi
Chi è Mario Draghi, incaricato da Mattarella per portare il Paese fuori dalla crisi politica
Nelle scorse ore il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sciolto ogni riserva e punta su Mario Draghi per portare il Paese fuori dalle sabbie mobili e fronteggiare la crisi pandemica nel migliore dei modi.
Draghi, classe 1947, laureato alla Sapienza, master al bit di Boston, economista, banchiere, dirigente pubblico ed europeista convinto, non poteva che accettare il mandato del Presidente della Repubblica e l’ha fatto con le seguenti parole: “Ringrazio il presidente della Repubblica per la fiducia che mi ha voluto accordare. È un momento difficile”, ha detto l’ex governatore della Bce dopo l’incontro con il presidente. “Completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani, rilanciare il Paese sono le sfide” ha aggiunto, dicendosi “fiducioso che dal confronto con i partiti emerga unità”.
‘Supermario’ Draghi è stato Direttore Esecutivo della Banca Mondiale e Direttore Generale del Ministero del tesoro dando il via alla stagione delle privatizzazioni di società come Eni, Enel, Credit e Telcom. Nel 1998 ha presieduto la commissione governativa che scrisse la normativa in materia di mercati e finanza ricordata ancora oggi come Legge-Draghi. Dopo la parentesi di un anno passato alla Goldman Sachs, nel 2005 diventa governatore della Banca d’Italia e sei anni dopo, nel 2011, l’Eurogruppo lo candida alla guida alla presidenza della Banca centrale europea. Qualche settimana prima del suo insediamento, Draghi, durante un intervento al Parlamento europeo, ha invitato i Paesi membri dell’Ue a lanciare un segnale forte ai mercati anche attraverso la rivisitazione dei trattati.
Il suo mandato alla Bce si è concluso nel 2019 con un discorso, integralmente riportato dall’ANSA, dove specifica che
“Preferisco concentrarmi sulla natura delle responsabilità del policy maker. Ho avuto il privilegio di ricevere nelle varie posizioni che ho occupato un mandato da politici designati dalla volontà dei cittadini. Qui in Italia, al Tesoro e alla Banca d’Italia; in Europa, alla BCE e al Comitato economico e finanziario europeo; a livello globale al Financial Stability Board. Ho avuto la fortuna di lavorare con banchieri centrali, funzionari dello Stato e politici di eccezionale valore, persone da cui ho appreso molto e a cui mi lega un debito di gratitudine . Spero che almeno alcune delle lezioni apprese da loro possano servire alla prossima generazione di servitori dello Stato. Molti studenti di questa e di altre università vestiranno nel corso della propria vita i panni del servitore pubblico: il futuro della società dipende dal sentire il bene pubblico da parte dei giovani migliori e dall’impegno che profondono nel raggiungerlo. Vorrei oggi condividere con voi quelle che mi paiono caratteristiche frequenti nelle decisioni che consideriamo “buone”: la conoscenza, il coraggio, l’umiltà. Naturalmente la loro presenza non garantisce che si prenda sempre la decisione giusta“.
Mario Draghi, BCE
Whatever it takes
Whatever it Takes, ossia ‘Tutto ciò che serve’, è la frase pronunciata nel 2012 durante un intervento a Londra, con cui Draghi sintetizza quella che è stata la sua strategia per ‘salvare l’Europa’: il quantitative easing, che corrisponde all’impegno della Bce, e delle banche centrali dei diversi Paesi europei, a sostenere i loro titoli sul mercato.
Recovery Fund
Le sfide non sono finite: toccherà a Mario Draghi, una volta incassata la fiducia in Parlamento, guidare il Paese fuori dalla crisi sanitaria, economica e sociale generata dalla pandemia. La prima sfida da vincere è quella sull’utilizzo del Recovery Fund. I 209 miliardi messi a disposizione dall’Europa dovranno essere investiti in progetti finalizzati alla crescita dell’Italia utili a neutralizzare il debito.