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Copasir: “Aumento costo energia è problema di sicurezza nazionale. Necessaria autonomia”

"La sicurezza energetica è costituita in primo luogo dalla sicurezza dell’approvvigionamento, tanto che la sua diversificazione è tradizionalmente la prima finalità delle politiche del settore, posto che la differenziazione delle fonti di approvvigionamento consente di fronteggiare le conseguenze di eventuali interruzioni da parte di uno dei fornitori"

Il Copasir – Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica – ha relazionato sulla sicurezza energetica nella fase di transizione ecologica, aprendo ad una riflessione importante anche sull’emergenza energetica.

“L’Italia deve realizzare un piano nazionale di sicurezza nazionale con la più ampia condivisione, in modo che possa restare valido ed indirizzare le scelte strategiche che il Paese dovrà compiere in questo settore nel lungo periodo. Esso dovrà mirare al perseguimento di una adeguata autonomia tecnologica e produttiva del Paese nel settore energetico, rafforzando le filiere nazionali di industria e ricerca, in collaborazione con i partner europei ed occidentali, in considerazione della collocazione geopolitica dell’Italia”.

dalla relazione Copasir

Come dichiarano il senatore Adolfo Urso, presidente del Copasir, e il relatore Federica Dieni, vicepresidente, la

relazione sulla sicurezza energetica, in particolare, giunge al termine di un ciclo di audizioni che hanno visto susseguirsi soggetti istituzionali e rappresentanti delle maggiori agenzie e aziende di settore, nel corso delle quali ognuno ha tracciato un quadro della questione informando il Copasir circa le prospettive per il futuro e le varie criticità da prendere in considerazione nell’ottica della tutela della sicurezza nazionale”.

“Tutto ciò ha così consentito al Comitato di elaborare delle proprie conclusioni – spiegano – La scelta di procedere a una relazione riguardante la sicurezza energetica è nata dalla considerazione che il tema energetico è centrale nel panorama attuale non solo ‘tecnico’ ma anche politico, geopolitico, di cronaca e istituzionale”.

Il tassello cruciale della sicurezza energetica per il Copasir

La relazione del Copasir continua: è

“innegabile che la sicurezza energetica è un tassello cruciale da presidiare all’interno di una complessiva strategia di difesa dell’interesse nazionale che, in questo come in altri settori di rilievo per il sistema economico-industriale del Paese, andrebbe costruita e sviluppata”.

“In questa prospettiva si ribadisce l’esigenza di un rafforzamento della cosiddetta intelligence economica a sostegno di un settore così decisivo, mediante un approccio non solo più difensivo e protettivo, ma anche proattivo e propositivo – continuano – Si determinerebbe in questo modo un grado di autonomia maggiore del nostro sistema, non più esposto alla dipendenza da altri Stati e si accrescerebbe la sua sicurezza, resistenza e stabilità rispetto alle oscillazioni, spesso repentine, degli scenari geopolitici”.

L’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche, connessa con la forte dipendenza del nostro Paese da approvvigionamenti dall’estero, secondo il Copasir ha determinato un impatto significativo del ‘caro energia’ sul sistema produttivo e sulle famiglie tale da indurre lo Stato ad interventi volti a mitigare la dinamica dei prezzi al consumo.

Il Copasir sottolinea che nell’ambito “delle audizioni svolte il Comitato ha acquisito da più parti l’indicazione che i prezzi delle materie prime energetiche, seppur destinati a diminuire con l’arrivo della primavera 2022, non torneranno a livelli pre-pandemia. Di ciò andrà tenuto conto per valutare l’opportunità di ulteriori interventi atti a compensare in maniera più strutturata il prezzo della bolletta energetica destinato a mantenersi elevato a lungo”, dice il Copasir.

Il ruolo del PNRR

La relazione del Copasir continua:

Nel corso dei lavori dell’indagine conoscitiva, si è posto in risalto che la disponibilità delle risorse messe in campo nel Pnrr costituisce un’occasione imperdibile per sostenere, da un lato, il processo di transizione energetica e, dall’altro, per promuovere una vera e propria filiera nazionale che tenga conto sia delle possibilità produttive di fonti energetiche che possono realizzarsi sul nostro territorio sia della valorizzazione delle nostre stesse aziende nel settore della componente materiale, tecnologica e digitale, sempre più decisiva anche nell’ambito energetico, al punto che si può sostenere che senza una trasformazione digitale non può ragionevolmente essere raggiunto l’obiettivo della piena transizione energetica”.

“In tale contesto anche un intervento di Cassa Depositi e Prestiti a sostegno delle filiere industriali coinvolte nel processo di transizione (si pensi a titolo esemplificativo a quello della produzione di batterie per il settore automotive)- conclude – può risultare di importante stimolo per il conseguimento di una sempre maggiore autonomia tecnologica del Paese”.

“Un elemento critico comune alle diverse tipologie di fonti energetiche rinnovabili è costituito non tanto dalla volontà politica o dalla disponibilità delle risorse necessarie, quanto invece dalla effettiva localizzazione e realizzazione degli impianti che ancora in numerosi casi incontrano tenaci resistenze a livello territoriale, oltre alla complessità dell’iter autorizzatorio, con conseguenti effetti sui tempi esecutivi”.

Copasir: necessaria una revisione della normativa

“Si renderebbero necessarie una revisione della normativa attualmente vigente in ottica di ricentralizzazione ed omogenizzazione della disciplina e una proroga delle concessioni con due fini: permettere ai concessionari di procedere in un nuovo regime normativo all’ammodernamento, al potenziamento e all’estensione di vita utile degli impianti; aspettare l’adeguamento delle norme nazionali dei vari Paesi alle direttive europee in modo da avere un campo di gioco comune a tutti gli operatori.

L’attuale disciplina legislativa italiana nel settore dell’idroelettrico mette a rischio il controllo di asset strategici per la sicurezza del sistema energetico e per l’autonomia energetica nazionale, consentendo la partecipazione alle nuove gare di società estere (anche extra Ue, sia in forma individuale che in associazione con fondi di investimento o con operatori non attivi nei settori energetici), con un conseguente indebolimento della posizione competitiva del sistema industriale italiano”.

“Appare necessaria una revisione della disciplina per posizionare il settore nella corretta dimensione strategica per il Paese, garantendo una protezione degli asset, un coinvolgimento dei territori interessati dagli impianti di produzione e distribuzione e una prospettiva industriale per la realizzazione di importanti investimenti” conclude il Copasir.

Il quadro attuale, esponendo il Paese ad azioni speculative e alla perdita di controllo di asset strategici per la sicurezza e l’autonomia energetica nazionale, rende essenziale la definizione di misure in grado di garantire la tutela del settore”.

Secondo il Copasir, uno degli obiettivi principali da raggiungere è la diversificazione delle fonti energetiche e delle sedi di approvvigionamento per superare o quanto meno attenuare lo stato di dipendenza rispetto ad altri Paesi.

“In tal senso, la gamma delle risorse energetiche deve essere oggetto di un’attenta valutazione per avere una cornice ben definita delle opportunità e delle debolezze – continua – Le energie rinnovabili rappresentano indubbiamente un punto di forza del nostro sistema e già garantiscono una quota rilevante del mix energetico. Tuttavia, si rende necessaria considerare con attenzione i costi da sostenere, il problema della staticità dell’offerta che ancora risulta influenzata dalle fasi stagionali, la lontananza dei centri di consumo da quelli di produzione che costringe ad ‘inseguire la fonte’ con evidenti ricadute anche sull’esigenza di dotarsi di adeguate ed efficienti infrastrutture di trasmissione”.

Inoltre, “permane la difficoltà di gestire i livelli più elevati di consumo energetico tanto che si rende indispensabile il ricorso alle fonti energetiche tradizionali per colmare il divario che si registra in determinate circostanze” osserva il Copasir.

Un ulteriore importante obiettivo da perseguire è quello di un efficace reimpiego e re-immissione nel sistema energetico nazionale dell’energia ottenuta attraverso gli interventi di efficientamento – continua il Copasir nella relazione – Se da un lato infatti l’Unione europea ha fissato nel 17% la quota di riduzione dei consumi da raggiungere entro il 2030, spetta a ciascun Paese identificare la modalità con la quale sfruttare l’energia così recuperata. Tale apporto va dunque complessivamente considerato e per certi versi computato alla stregua dell’energia prodotta da altre fonti”.

Le minacce al settore energetico

Secondo il Copasir, il settore energetico “è esposto a minacce che destano profonda preoccupazione, dalle strategie messe in campo da parte di operatori stranieri all’attivismo di fondi esteri. Inoltre, lo stesso sistema presenta un livello intrinseco di vulnerabilità a causa della dispersione delle fonti di produzione, ai costi complessivi da sostenere, anche tenuto conto che i centri di produzione sono spesso diversi e distanti da quelli di consumo, alle carenze negli investimenti che sarebbe necessario promuovere“.

“Lo scenario attuale presenta ulteriori debolezze legate all’incremento dei prezzi, in particolare del gas, che si è registrato negli ultimi mesi e che verosimilmente rischia di contrassegnare anche il 2022. L’insieme di questi fattori si ripercuote inevitabilmente sul grado di sicurezza energetica, definita dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie) come ‘la disponibilità ininterrotta di fonti energetiche affidabili ad un prezzo accessibile’, quindi la disponibilità di una fornitura adeguata di energia a un prezzo ragionevole”.

“La sicurezza energetica è costituita in primo luogo dalla sicurezza dell’approvvigionamento, tanto che la sua diversificazione è tradizionalmente la prima finalità delle politiche del settore, posto che la differenziazione delle fonti di approvvigionamento consente di fronteggiare le conseguenze di eventuali interruzioni da parte di uno dei fornitori”.

“L’impennata dei prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale espone l’Europa al rischio di blackout energetici. Il timore è che in un sistema di approvvigionamento energetico estremamente interconnesso come quello europeo, lo spegnimento di una singola centrale – ad esempio per mancanza di carburante – possa generare una reazione a catena in vari Stati membri. Il timore di un possibile blackout si starebbe diffondendo in tutta Europa”.

Il gas naturale, continua il Copasir, sembra rappresentare una risorsa irrinunciabile nel breve-medio termine in attesa che possa completarsi la transizione energetica. Anche allo scopo di invertire il dato relativo all’aumento del 250% della spesa delle famiglie per il gas naturale in regime di tutela, al netto dei costi di trasporto, degli oneri di sistema e delle tasse, verificatosi negli ultimi mesi, occorrerebbe valutare l’ipotesi di incrementare l’estrazione di gas dai giacimenti italiani, riducendo allo stesso tempo gli acquisti dall’estero in modo da mantenere costante il volume dei consumi.

“Si tratterebbe di sfruttare più efficacemente i giacimenti già attivi, in modo da raddoppiare la quota nazionale da poco più di quattro a circa nove miliardi di metri cubi all’anno. L’impatto sui prezzi sarebbe al ribasso, perché la nuova offerta di origine nazionale permetterebbe di ridurre le tensioni di mercato. E l’effetto per l’ambiente sarebbe positivo, perché si ridurrebbero le emissioni di CO2 prodotte nei tragitti di migliaia di chilometri dalla materia prima importata.

A tal proposito è anche opportuno osservare come già la Croazia abbia autorizzato nuove esplorazioni nel Mare Adriatico, in aree in cui sono presenti giacimenti il cui sfruttamento è condiviso con il nostro Paese. Quanto all’ipotesi di concedere nuove trivellazioni sul territorio nazionale, la decisione resta subordinata a valutazioni di carattere politico”.

Il settore idroelettrico, conclude il Copasir, costituisce uno degli ambiti nei quali il nostro Paese presenta un notevole vantaggio competitivo.

L’Italia è stato l’unico Paese europeo ad aver introdotto più di vent’anni fa un regime concorrenziale nell’ambito delle concessioni idroelettriche e ad aver recentemente modificato le norme rendendo possibile la partecipazione alle gare degli operatori esteri ma in un regime di non reciprocità poiché gli altri Paesi europei applicano un regime protezionistico in questo ambito”, termina il Copasir.

Roberto Malfatti

Roberto Malfatti, nato nell'anno in cui Bearzot insegnava al mondo a giocare a calcio con la sua Italia campione del Mondo. Sociologo, comunicatore, papà di Irene e chitarrista all'occorrenza. Esperto in tematiche ambientali con il vizietto di ascoltare sano rock.

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