Economia

Patent box, come cambierà? Al via consultazione pubblica

Il nuovo regime Patent box, pur mantenendo i principi di base e i requisiti sostanziali del precedente, modifica la struttura del meccanismo agevolativo: sul sito dell'AdE è possibile partecipare alla consultazione pubblica

La disciplina del patent box, ossia l’agevolazione fiscale che permette alle imprese di beneficiare di una tassazione ridotta del 5% sui redditi derivanti dall’utilizzo di brevetti, marchi d’impresa e software protetto da copyright, potrebbe subire un nuovo mutamento dopo quello indicato dalla Manovra 2022.

Infatti, proprio in questi giorni, l’Agenzia delle Entrate ha avviato una consultazione pubblica sulla di bozza di circolare del nuovo patent box e dello schema di provvedimento. Ma andiamo con ordine.

Patent Box, di cosa si tratta

Per poter usufruire dell’agevolazione fiscale del Patent Box, le imprese devono soddisfare determinati requisiti, tra cui la proprietà o il controllo esclusivo dei beni immateriali e la loro effettiva utilizzazione in attività economiche. L’agevolazione, inoltre, è valida per i redditi derivanti dalla cessione, dalla licenza o dalla concessione in uso di questi beni immateriali.

Fino a qualche tempo fa, la disciplina del Patent Box in Italia prevedeva che le imprese potessero beneficiare di una tassazione ridotta del 5% sui redditi derivanti dall’utilizzo di brevetti, marchi d’impresa e software protetto da copyright. La tassazione ordinaria per questi redditi è del 24%.

Pertanto, per poter usufruire dell’agevolazione, le imprese devono soddisfare determinati requisiti, tra cui:

  • La proprietà o il controllo esclusivo dei beni immateriali
  • L’effettiva utilizzazione dei beni immateriali in attività economiche
  • La registrazione del bene immateriale presso un ente pubblico o privato
  • La verifica dell’innovatività del bene immateriale rispetto allo stato dell’arte
  • La documentazione di tutte le fasi di sviluppo e di utilizzo del bene immateriale L’agevolazione è valida per i redditi derivanti dalla cessione, dalla licenza o dalla concessione in uso di questi beni immateriali.

La Legge di Bilancio 2022 ha introdotto la modifica della misura agevolativa Patent box: l’incentivo è passato dal 90% al 110%, escludendo dall’ambito dei beni agevolabili i marchi di impresa e limitandolo quindi ai brevetti o ai beni comunque giuridicamente tutelati. Allo stesso tempo, ha eliminato il divieto di cumulo tra il Patent box e il credito di imposta per ricerca e sviluppo e ridisegna il regime transitorio.

La consultazione pubblica sul Patent Box

È disponibile in consultazione, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, la bozza di circolare con i chiarimenti sul nuovo regime. In consultazione anche uno schema di provvedimento contenente alcune modifiche rispetto al precedente (del 15 febbraio 2022 di cui parlavamo prima).

In particolare, come comunica l’Agenzia delle entrate,

il nuovo regime Patent box non integra elementi di concorrenza fiscale dannosa, in quanto l’attribuzione dell’agevolazione fiscale è direttamente collegata al sostenimento delle spese per il potenziamento e la creazione dei beni immateriali che generano valore (trattasi in particolare dei cosiddetti regimi “front-end”).

Nello specifico, la novella legislativa ha l’obiettivo di introdurre un meccanismo agevolativo basato su elementi di forte semplificazione, così da rendere più celere e certa, rispetto al precedente regime Patent box, la fruizione di benefici fiscali collegati alla creazione e all’impiego di beni immateriali da parte del contribuente.

Le modifiche introdotte si collocano nell’ambito del processo di semplificazione che aveva interessato il precedente regime Patent box, con l’adozione del regime OD, in ragione della sua estrema complessità applicativa.

Pertanto, il nuovo regime Patent box, pur mantenendo i principi di base e i requisiti sostanziali del precedente, modifica la struttura del meccanismo agevolativo: il nuovo beneficio del Patent box si sostanzia in una deduzione fiscale maggiorata dei costi di ricerca e sviluppo riferibili a determinate tipologie di beni immateriali, da esporre nella dichiarazione dei redditi del periodo di imposta di riferimento.

Ne consegue che il contribuente beneficia direttamente e autonomamente dell’agevolazione, rinviando il confronto con l’Amministrazione finanziaria all’eventuale successiva fase di controllo. Ma non solo: proprio per questo motivo, secondo quanto comunica l’Agenzia delle Entrate, i soggetti interessati hanno tempo fino al 3 febbraio 2023 per inviare le proprie osservazioni e proposte di modifica o integrazione.

I contributi vanno inviati alla casella di posta elettronica (dc.gci.settorecontrollo@agenziaentrate.it). Per una efficiente gestione, gli interessati sono invitati a seguire lo schema seguente: indicazione della tematica, del paragrafo della circolare, esposizione dell’osservazione o del contributo e delle relative finalità. Una volta terminata la fase della consultazione pubblica, l’Agenzia pubblicherà i commenti ricevuti, salvo che sia espressamente richiesto di non pubblicarli. Scopo della consultazione è permettere alle Entrate di valutare un eventuale recepimento dei contributi trasmessi nella versione definitiva della circolare.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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