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Come lo smartworking può “aiutare a vincere” contro la Russia?

No, non si tratta di fare qualcosa di specifico da casa. Ma il tema dello smartworking torna nell'agenda dell'IEA come viatico per ridurre i consumi di petrolio e - quindi - abbattere la dipendenza energetica dallo Stato di Putin che ancora spaventa l'Europa (e non solo)

La Russia è il terzo produttore al mondo di petrolio, oltre a detenere chiaramente una posizione di assoluta leadership sul gas, e questo ormai è noto a chiunque anche a causa della guerra in Ucraina e del conseguente timore delle economie (soprattutto europee) di eventuali ripercussioni da parte del Governo guidato da Vladimir Putin sulla possibile chiusura dei canali di rifornimento. All’indomani della diffusione delle immagini di Bucha – un pugno nello stomaco per tutti noi occidentali – un nuovo valzer tra annunciate sanzioni e possibili risposte commerciali di Mosca tornano come ormai da settimane.

Non a caso, uno dei punti chiave più volte dibattuto dagli analisti in questi mesi è come dipendere il meno possibile dalla Russia per quanto riguarda l’energia. E – indovinate? – è venuto fuori che consumiamo troppa energia e potremmo potenzialmente ridurla. Il ché consentirebbe agli Stati di dipendere meno dal petrolio e quindi anche dai suoi produttori.

L’IEA (International Energy Agency, o come la conosciamo in Italia AIE, acronimo di Agenzia Internazionale per l’Energia) è tornata sull’argomento in queste ore ricordando che basterebbe poco per risparmiare 700mila barili di oro nero al giorno: basterebbe fare smartworking 3 giorni a settimana.

Come lavorare da casa favorisce la sostenibilità ambientale

I percorsi da/per lavoro non sono solo una delle maggiori perdite di tempo che lamenta chi è tornato in presenza dopo due anni di pandemia, ma anche uno dei motivi per cui le economie avanzate, che rappresentano da sole il 45% della richiesta globale di lavoro, dipendono dal petrolio. Le polemiche e le paure per l’aumento della benzina del resto ne sono un esempio.

L'infografica degli interventi richiesti dall'IEA per ridurre il consumo di petrolio (fonte: IEA.org)
L’infografica degli interventi richiesti dall’IEA per ridurre il consumo di petrolio (fonte: IEA.org)

L’IEA ha stimato nella modifica delle abitudini di trasporto con misure immediate una potenziale riduzione in quattro mesi appena di 2,7 milioni di barili di petrolio su base giornaliera. Lavorare da casa in smartworking è uno dei punti chiave, e veniamo dal background della pandemia che aiuterebbe notevolmente la transizione. Insieme ad esso c’è una serie di interventi e misure volte a ridurre l’impatto del trasporto sul consumo di petrolio: molte sono note da tempo, ma non del tutto applicate, altre invece sono adesso prepotentemente in voga.

Evitare viaggi di lavoro inutili e applicare lo smartworking almeno tre giorni a settimana sono un modo di ridurre il consumo di petrolio. Ma anche tornare a incentivare il car sharing, preferire i treni ad alta velocità agli aerei e accelerare la svolta verso le auto elettriche sono indispensabili. Inutile poi sottolineare, per l’ennesima volta, la centralità del trasporto pubblico e la sua accessibilità: anche qui di strada da fare ce n’è tantissima.

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Favorire i viaggi in treno ad alta velocità o quando possibile il notturno secondo l’IEA ci aiuterebbe a risparmiare circa 100 milioni di barili di petrolio al giorno (foto: S. Hermann e F. Richter)

I timori dell’IEA

L’IEA, a cui appartengono a vario titolo 40 Paesi tra cui l’Italia e i principali Paesi europei oltre a Stati Uniti e Regno Unito, nel suo report sul tema applaude alle iniziative degli Stati volte a ridurre i prezzi alla pompa per i consumatori finali, ma sottolinea anche che queste misure non bastino.

“A tal fine – si legge nel report – occorre aumentare l’offerta. Alcuni grandi produttori al di fuori della Russia dispongono di capacità produttiva inutilizzata; tuttavia, l’esito deludente delle recenti discussioni dell’OPEC+ suggerisce una volontà limitata di fornire sollievo immediato al mercato. Nell’ambito della loro risposta collettiva, questo mese i Paesi membri dell’AIE hanno deciso all’unanimità di attingere alle loro scorte di emergenza e assicurare una immissione iniziale di 62,7 milioni di barili, la maggiore erogazione di scorte nella storia dell’IEA”.

“Nuovi progetti di produzione di petrolio – continuano dall’Agenzia – potrebbero aumentare la liquidità del mercato nel medio termine ma non sarebbero in grado di mitigare le attuali pressioni. Le scorte dell’industria petrolifera normalmente aiutano a bilanciare il mercato laddove la domanda superi l’offerta. Tuttavia, già prima dell’invasione russa si assisteva ad un rapido esaurimento delle scorte di petrolio dell’industria: a fine gennaio, nelle economie avanzate, ammontavano a ben 335 milioni di barili in meno rispetto alla media quinquennale e ai livelli minimi degli ultimi otto anni”.

Smartworking, Carlomagno: “Abbiamo scritto a Draghi”

“Abbiamo scritto al Presidente del Consiglio Mario Draghi chiedendo di aumentare il lavoro da remoto per il lavoro pubblico e privato per gravare meno sui bilanci di famiglie e imprese e favorire la diversificazione degli approvvigionamenti e il risparmio delle pubbliche amministrazioni”, immediata la risposta alle sollecitazioni IEA da parte del Segretario Generale della Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche (FLP ) e della Confederazione Indipendente dei Sindacati Europei Marco Carlomagno.

Enrico Parolisi

Giornalista, addetto stampa ed esperto di comunicazione digitale, si occupa di strategie integrate di comunicazione. Insegna giornalismo e nuovi media alla Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa. Aspirante re dei pirati nel tempo libero.

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