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Nanoplastiche, acqua in bottiglia “contaminata” da migliaia di particelle: lo studio

Le nanoplastiche, più piccole delle microplastiche, possono superare le barriere del corpo umano, entrando nel flusso sanguigno e potenzialmente raggiungendo organi vitali come il cuore e il cervello. Possono addirittura attraversare la placenta, influenzando i bambini non ancora nati.

Un nuovo allarme, quello relativo alle nanoplastiche, si sta diffondendo nella comunità scientifica: le bottiglie d’acqua che crediamo essere sicure potrebbero celare un mondo invisibile di piccolissimi frammenti di plastica, secondo uno studio recente pubblicato sulla rivista scientifica ‘Pnas’. Questa ricerca ha rivoluzionato la nostra comprensione delle nanoplastiche, rilevando quantità fino a cento volte superiori alle stime precedenti.

La scoperta è avvenuta grazie a una tecnica microscopica innovativa che ha rivelato un universo di frammenti così minuscoli da poter viaggiare nel sangue, nelle cellule e persino nel cervello, sollevando preoccupazioni sull’impatto sulla salute e sull’ecosistema. Ma facciamo un passo indietro.

Cosa sono le nanoplastiche?

Le nanoplastiche, come lascia intendere il nome, sono frammenti minuscoli di plastica che hanno dimensioni nell’ordine dei nanometri (un milionesimo di millimetro) o micrometri (un millesimo di millimetro). Questi frammenti possono derivare dalla frammentazione di oggetti di plastica più grandi, come bottiglie o sacchetti, o possono essere creati intenzionalmente per scopi specifici in prodotti come cosmetici, vernici o materiali industriali.

La cosa fondamentale da sapere è che le nanoplastiche possono avere diversi effetti sull’ambiente e sulla salute umana. A causa delle loro dimensioni estremamente piccole, possono facilmente penetrare in organismi viventi e nell’ambiente acquatico, entrando nella catena alimentare e potenzialmente causando danni.

Ci sono preoccupazioni riguardo alla loro potenziale tossicità e al loro impatto sulla vita marina e sulla salute umana, anche se le ricerche sull’argomento sono ancora in corso per comprendere appieno gli effetti delle nanoplastiche sull’ecosistema e sulla salute umana.

In particolare, negli ultimi anni, la preoccupazione riguardo alle microplastiche ha continuato a crescere, poiché queste particelle sono state individuate in ogni angolo della Terra, dal ghiaccio polare ai nostri alimenti. La novità di questo studio è l’esplorazione delle nanoplastiche, discendenti delle microplastiche che si sono ulteriormente frammentate.

Per la prima volta, questi minuscoli frammenti sono stati identificati nell’acqua in bottiglia, con una media di 240mila frammenti di plastica rilevabili per litro, numeri ben superiori alle stime precedenti.

Nanoplastiche: cosa accade?

Le nanoplastiche, più piccole delle microplastiche, possono superare le barriere del corpo umano, entrando nel flusso sanguigno e potenzialmente raggiungendo organi vitali come il cuore e il cervello. Possono addirittura attraversare la placenta, influenzando i bambini non ancora nati.

Questa ricerca, condotta da Beizhan Yan, chimico ambientale presso il Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University, ha gettato luce su una dimensione prima sconosciuta, aprendo la finestra su un mondo di particelle plastiche prima nascosto.

Con oltre 30 milioni di tonnellate di plastica che finiscono ogni anno nell’ambiente, la maggior parte della plastica non si decompone, ma si frammenta in particelle sempre più piccole, comprese le nanoplastiche, misurate in miliardesimi di metro. Il nuovo studio ha utilizzato una tecnica innovativa sviluppata da Wei Min, biofisico della Columbia, analizzando tre marche di acqua in bottiglia popolari negli Stati Uniti, rilevando un numero impressionante di nanoplastiche, in prevalenza nylon e polietilenetereftalato (Pet).

Tuttavia, ciò che preoccupa è che i tipi di plastica individuati nel 10% delle nanoparticelle non corrispondono al resto, lasciando un’enorme incognita sulle restanti particelle. Gli scienziati sospettano che potrebbero essere milioni per litro, senza alcuna chiara comprensione delle loro origini o impatti potenziali.

Oltre ad analizzare ulteriormente l’acqua in bottiglia, il team di ricerca si sta concentrando sull’acqua potabile del rubinetto, in quantità di microplastiche significativamente inferiori, ma ancora presenti. Inoltre, stanno esplorando la presenza di nanoplastiche nei tessuti umani, collaborando con esperti di salute ambientale per valutarne gli effetti sulla salute umana.

Questo studio ha messo in luce l’urgente necessità di comprendere meglio l’impatto delle nanoplastiche sull’ambiente e sulla salute umana, poiché questo mondo invisibile di plastica potrebbe avere effetti ancora sconosciuti ma potenzialmente significativi.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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