Editoriale

Che la scuola insegni (anche) ChatGPT: è una nuova frontiera della comunicazione

Noi per secoli abbiamo raffinato la tecnica della scrittura per esprimere concetti sempre più articolati in modo sempre più efficace. Il fatto che la scrittura non sia e non sarà più il principale strumento per farlo non toglie che continueremo ad avere il bisogno di sviluppare concetti, perché sviluppandolo scopriamo, se non creiamo addirittura, nuovo oggetto culturali, nuove verità.

Premessa: la tecnologia non puoi evitarla, ma puoi usarla, anzi devi.

I programmi di IA in grado di scrivere testi corretti e sensati sono una realtà. Il che significa che molti studenti – io direi logicamente e giustamente – li utilizzano per scrivere i classici temi. Da qui lo scandalo di molti insegnanti, di molti colleghi, impauriti dalla prospettiva che i loro studenti non impareranno mai a scrivere.

Tuttavia dimenticano qual è lo scopo della scrittura: la scrittura è comunicazione a distanza, che essa sia temporale o spaziale. Oggi disponiamo di una marea di strumenti efficaci ed alternativi alla scrittura per comunicare a distanza: per lo più di tipo audiovisivo. E molti insegnanti ignorano la grammatica avanzata del linguaggio audiovisivo.

Il segno scritto sta facendo un processo inverso rispetto alla rivoluzione attuata da Gutenberg. Possiamo evitare di memorizzare enormi quantità di informazioni perché possiamo reperirle o conservarle su supporti digitali di facile e immediato accesso. Non abbiamo più necessità di sostituire il linguaggio corporeo con gli artifici della scrittura: la punteggiatura infatti dà indicazioni circa l’intonazione, il ritmo e la logica degli enunciati che nel linguaggio verbale sono immediati.

Basta leggere ad alta voce le frasi “Dici”; “Dici?” e “Dici!” per capirlo. Così come avrete capito a cosa servano logicamente le virgolette che ho usato per distinguere le tre frasi, ma nessuno di voi nel dirle ad alta voce in pubblico sentirebbe il bisogno di accompagnare la voce con il segno dell’indice e del medio della mano che si muovono piegato ripetutamente dall’alto in basso.

Ma fin qui siamo ad un livello elementare.

I testi, orali, scritti o visuali che siano, possono avere differenti grado di complessità, sintassi articolate, concatenazioni logiche elaborate. Noi per secoli abbiamo raffinato la tecnica della scrittura per esprimere concetti sempre più articolati in modo sempre più efficace. Il fatto che la scrittura non sia e non sarà più il principale strumento per farlo non toglie che continueremo ad avere il bisogno di sviluppare concetti, perché sviluppandolo scopriamo, se non creiamo addirittura, nuovo oggetto culturali, nuove verità.

Se il testo scritto non sarà più predominante e centrale dovremo educare alla grammatica di base dei linguaggi e alle sue articolazioni nelle varie forme della comunicazione, le quali adesso sono sempre più interagenti, in una parola multimediali. Utilizziamo nello stesso testo mezzi e linguaggi differenti contemporaneamente: parole, segni, gesti, musica, immagini, simboli che un tempo venivano accostate molto meno.

Ma – ed è questo il punto che mi preme sottolineare – la sintassi di base è la stessa. Si tratta della logica di base ad ogni linguaggio compreso quello matematico e scientifico. Voglio dire che la struttura logica degli enunciati è la stessa, anche se si moltiplicano i linguaggi da utilizzare e si fanno sempre più specializzati (i segni della matematica sono diversi da quello della chimica, così come i segni e la parole della lingua italiana sono diversi da quelli della lingua inglese – pensate a come pronunciate le vocali o la lettera h nelle due lingue).

Ed è questa logica di base che dovremmo imparare ed insegnare.
La questione non è tanto se i nostri studenti utilizzeranno ChatGPT per scrivere, ma quanto saranno in grado di capire e comprendere i testi che ne usciranno fuori, ma soprattutto quanto sono e saranno in grado di comprendere un film, una musica, un discorso, un concetto nuovo nella nuova forma Multimediale che si è già affermata nel mondo, oppure se resteranno alla superficie dei messaggi, alla loro immediatezza emotiva o al loro significato letterale.

Per questo avranno bisogno di un vocabolario più ricco, di una capacità di ascolto e di visione più attenta, di un controllo più rigoroso dei passaggi logici e in più di una reale comprensione emotiva di ciò che vedono e ascoltano, per evitare che nella comunicazione l’elemento emotivo, in grado di sovrastare tutto, nasconda ogni eventuale debolezza logica. Dovranno vedere, sentire e parlare di molte cose, pensare per segni, suoni e immagini e avere il controllo logico ed emotivo di ciò che penseranno.

E a differenza di ChatGPT che ancora non ci riesce, produrranno qualcosa di nuovo e magari proprio perché commetteranno errori che metteranno in luce nuovi accostamenti impensabili al rigore logico eccessivo di una macchina. E magari non mi faranno perdere tutto il tempo che mi è necessario per correggere le correzioni che i presunti errori di battitura che gli intelligenti correttori automatici con arroganza hanno effettuato sui miei testi. In questo post almeno cinque, tra cui anche la parola “artifici” surrettiziamente trasformata a mia insaputa in “artefici”!

Lavoro complesso che richiede di lavorare forse innanzitutto sulla visione, sull’ascolto e sulla comprensione, e poi sulla capacità di esprimersi e comunicare in forme più multimediali e non legate unicamente alla scrittura. Ovviamente ciò non toglie che ci saranno poi gli specializzati della scrittura, come quelli della chimica o della musica, di tutti i linguaggi. Ma dobbiamo accettare che in futuro la scrittura tradizionalmente intesa sarà sempre meno centrale.

Ernesto Bianchi

Nato nel Novecento a Napoli, dopo la laurea in Filosofia e due idoneità al Dottorato, è andato a insegnare a Bergamo, vincitore di concorso, perché non voleva chiedere e non voleva accettare raccomandazioni. Ama la cultura e gli piace moltissimo insegnare quando ci riesce. Ci prova da 27 anni, ma nel frattempo ha lavorato anche a cose noiosissime, facendo il vicepreside e il coordinatore di aree e progetti. Ha sempre preferito stare in classe a fare lezione. Tuttavia ha anche un canale di lezioni su Youtube.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button