Il Sud Italia “resiste” alla pandemia: la fotografia di SRM e Confindustria
Secondo il "Check-up Mezzogiorno" la situazione è in "netto miglioramento" rispetto al 2020
“Un Sud in ripresa che ha resistito all’impatto socioeconomico della pandemia e che sembra aver ripreso un sentiero di crescita sostenuta”: parole che finalmente hanno sfumature che fanno ben sperare quelle che arrivano dal Check-up Mezzogiorno di Confindustria (Area Coesione Territoriale e Infrastrutture) e SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo). Certo, bisognerà “consolidare” la crescita “cogliendo tutte le rilevanti opportunità offerte dai numerosi strumenti e misure di rilancio, in particolare dal PNRR, che prevede una effettiva e significativa attenzione al Sud”.
Tra gli indicatori di maggiore spessore bisogna citare l’Indice Sintetico dell’Economia Meridionale che dopo l’anno horribilis 2020 torna finalmente positivo, colmando il gap e riavvicinandosi ai valori registrati nel 2019. “Gli investimenti e le nuove imprese – recita una nota stampa diffusa da SRM – hanno superato il dato registrato prima della pandemia, evidenziando una vitalità imprenditoriale che ha saputo reagire alla crisi”.
Un Sud con “più luci che ombre”
Il rapporto SRM – Confindustria ha il merito di mettere in luce indicatori positivi in un periodo dell’anno in cui i report fioccano e il più delle volte descrivono situazioni al limite del catastrofico. Per Check-up Mezzogiorno invece al Sud ci sono “più luci che ombre“. Se è vero che il dato sull’occupazione continua a descrivere un trend negativo, sebbene contenuto, tanto a livello nazionale che a livello meridionale, rispetto al dato complessivo l’occupazione nelle costruzioni nel Mezzogiorno mostra un andamento positivo migliore di quello nazionale e delle altre aree territoriali, grazie alla forte spinta alle ristrutturazioni edilizie. E in prospettiva la decontribuzione Sud, la cui proroga per il 2022 è attesa, dovrebbe far segnare l’inversione di tendenza anche per l’occupazione.
Pil ed export in aumento
Le previsioni sul Pil confermano un andamento sostenuto del Pil meridionale per il 2021 pari a +5%, a fronte del +6,3% a livello nazionale e del +6,8% al Centro-Nord, e le previsioni parlano di una riduzione nel 2022 del delta di crescita tra le macroaree del Paese, con +4,4% per il Sud contro +4,6% per il Centro-Nord.
Anche l’export meridionale nei primi nove mesi del 2021 torna a crescere: rispetto ai primi nove mesi del 2020 registra un ottimo +16,6%, non molto distante dal circa 20% del Centro-Nord. Sono le esportazioni, nel complesso, a trainare la ripresa economica in atto, anche sotto Roma.
Continuano a crescere le imprese attive, che nel terzo trimestre 2021 aumentano nel Mezzogiorno (+1,6%) rispetto al 2020, ma comunque in misura superiore rispetto al Centro-Nord e all’intero Paese. Le imprese di capitali al Sud sono più di 370mila, con una crescita del 5,9% rispetto al terzo trimestre del 2020, quindi circa 21 mila nuove imprese di capitali.
PMI meridionali, si riducono i tempi medi di pagamento
Altro dato interessante contenuto nel rapporto riguarda i tempi medi di pagamento delle PMI meridionali che, seguendo una tendenza nazionale e di tutte le aree territoriali, si riducono. Resta, tuttavia un numero di giorni di pagamento più elevato nel Mezzogiorno, pur essendosi ridotti da 19,4 a 13,6 tra il 3° trimestre 2020 e il 3° trimestre 2021, rispetto al calo da 11,4 a 7,4 giorni registrato a livello nazionale.