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Un milione di euro in tax credit per chi fa videogiochi in Italia

Un piccolo passo per i gamer, un grande passo per l’umanità: per la prima volta su un atto ufficiale dello Stato Italiano viene riconosciuto il valore culturale dei videogiochi e per le startup e imprese produttrici del settore sarà previsto un tax credit fino a un ammontare massimo di un milione di euro all’anno.

Lo ha annunciato nelle scorse ore Dario Franceschini, a capo del MIBACT. Il Ministro ha annunciato “un’aliquota del 25% del costo di produzione a favore delle imprese produttrici di videogiochi di nazionalità italiana. A una sola condizione: che siano riconosciuti di valore culturale.

La misura sui videogiochi

La misura sui videogiochi, contenuta in un decreto firmato di concerto da MIBACT e Ministero dell’Economia, contiene le disposizioni per l’applicazione del credito d’imposta per le imprese di produzione dei videogiochi. Nel comunicato stampa che la presenta si definiscono i beneficiari in quei soggetti che:

[…] dovranno avere sede legale nello spazio economico europeo, essere soggetti a tassazione in Italia per effetto della residenza fiscale o in presenza di una stabile organizzazione in Italia e possedere un capitale sociale minimo e patrimonio netto non inferiori a 10.000 ciascuno. Il beneficio, inoltre, spetta a condizione che un importo non inferiore al credito d’imposta riconosciuto sia speso nello spazio economico europeo.

MIBACT

Inoltre:

Il credito d’imposta e le altre misure di sostegno pubblico non possono superare, complessivamente, la misura del 50% del costo eleggibile del videogioco.

MIBACT

Il provvedimento, spiegano dal Ministero, verrà trasmesso agli organi di controllo e successivamente notificato alla Commissione europea, per l’approvazione necessaria per l’applicazione dell’aiuto fiscale. 

Chi decide cosa è cultura?

Ed è qui che l’argomento diventa interessante: la conditio sine qua non del “valore culturale del prodotto”. In particolare, se si parla di videogiochi. Abbiamo, a proposito del MIBACT, l’esempio del cinema che è calzante:

I progetti di nazionalità italiana che rispondano a requisiti di idoneità tecnica, qualità culturale o artistica e spettacolare sono riconosciuti di interesse culturale dalla Commissione per la Cinematografia.
Su richiesta dell’impresa cinematografica produttrice, la stessa Commissione delibera anche l’attribuzione del relativo contributo al progetto riconosciuto di interesse culturale.

dal sito cinema.beniculturali.it

Franceschini ha annunciato, nel presentare la misura a sostegno delle startup del videoludico, che a godere del sostegno saranno quelle opere “riconosciute di valore culturale da un’apposita commissione esaminatrice”. Tutte da stabilire, quindi, le modalità.

Dario Franceschini, Ministro ai Beni e alle Attività Culturali MIBACT
Dario Franceschini (foto di Francesco Pierantoni – fonte Flickr distribuita con licenza CC2.0)

Un riconoscimento importante

Salvo quindi comprendere in futuro cosa vuol dire – secondo il Ministero – quali videogiochi siano di interesse culturale, va registrato un importante endorsement verso un settore che, stando proprio a quanto snocciolato dal MIBACT:

“è in crescita esponenziale, con numerose start up di under 30 in grado di sviluppare prodotti di elevata qualità, attrarre le grandi produzioni internazionali e far crescere i giovani talenti. Si tratta di vere e proprie officine creative, che meritano ogni sostegno e possono contribuire a nuovi modi di conoscere e di apprendere”.

MIBACT

I videogiochi sono “frutto dell’ingegno creativo” e come tali vanno sostenuti, esattamente come accade con cinema e altre “arti nobili”.

Enrico Parolisi

Giornalista, addetto stampa ed esperto di comunicazione digitale, si occupa di strategie integrate di comunicazione. Insegna giornalismo e nuovi media alla Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa. Aspirante re dei pirati nel tempo libero.

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