Gli italiani non fanno figli perché la situazione economica non è serena

La fotografia EMG raccoglie anche il plauso del Presidente del Consiglio Meloni. Gli italiani preoccupati dal costo della vita, ma anche lavoro precario e salari bassi rallentano la volontà di avere figli.

La fotografia è chiara, nitida e non lascia spazio ad altri commenti come quelli che vogliono i nostri giovani choosy, per dirla come un Ministro di qualche anno fa. In Italia la cicogna non arriva perché mamma e papà hanno stipendi bassi, paura di ennesimi rincari al costo della vita, o lavori precari. Emerge da un sondaggio condotto su 1.500 persone da EMG Different in occasione dell’evento “Demografica: Popolazione, Persone e Natalità”, inserito nelle celebrazioni del 60º anniversario di Adnkronos. I numeri hanno evidenziato diverse questioni di rilievo. I risultati del sondaggio riguardavano le preoccupazioni legate al costo della vita, ai salari, al welfare inadeguato, ai cambiamenti sociali e alle pari opportunità.

L’iniziativa ha ricevuto apprezzamenti, incluso quello di Giorgia Meloni il cui Governo ha promosso finanche un Ministero alla Natalità apposito. La crisi demografica è un fatto, a prescindere dalle posizioni politiche: l’Istat nel 2021 prevedeva 12 milioni di italiani in meno entro il 2070; la tenuta dei conti dello Stato è messa a rischio e anche il sistema previdenziale rischia il collasso.

Crisi demografica, consapevolezza e motivi

Il sondaggio condotto da EMG Different ha rivelato che un significativo 80% del campione rappresentativo degli italiani era ben informato sulla crisi demografica e sulle sue implicazioni sociali ed economiche. A questa consapevolezza corrispondeva un senso di preoccupazione, con il 76% dei partecipanti che esprimeva preoccupazione, in particolare per l’invecchiamento della popolazione (51%) e per il rallentamento della crescita economica (40%).

Riguardo alle cause della crisi, le condizioni economiche emergevano in modo evidente. Quando interrogati sul perché si abbiano meno figli, il 37% attribuiva la ‘colpa’ all’aumento del costo della vita, il 35% alla precarietà del lavoro, mentre salari bassi (29%) e la mancanza di servizi per l’infanzia (28%) pesavano anch’essi considerevolmente. Molti intervistati attribuivano inoltre il basso tasso di natalità alle difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, nonché alla scelta delle donne o delle coppie di avere figli a un’età sempre più avanzata (18).

L’urgenza di intervenire è stata ritenuta innegabile dall’82% dei partecipanti al sondaggio. In cima alla lista delle priorità emergeva l’aumento delle strutture pubbliche per l’infanzia (35%), seguito dalla necessità di maggiore assistenza economica per le famiglie con figli (31%) e dal sostegno alle donne nella conciliazione tra lavoro e famiglia (29%). Il ventaglio di proposte di intervento emerse dal sondaggio includeva anche l’incentivazione dell’occupazione femminile, l’agevolazione dell’accesso al mercato immobiliare e una maggiore partecipazione degli uomini alle responsabilità domestiche e di cura dei figli.

Dal nostro sondaggio risulta evidente non solo che la stragrande maggioranza degli intervistati è consapevole di questa emergenza, ma che c’è molto da discutere sulle soluzioni da adottare per affrontarla. Per gli italiani, insomma, è arrivato il momento di intervenire: il dibattito lanciato da Adnkronos e i dati che emergono da questa indagine e dagli altri contributi potrebbero offrire un contributo“, spiega Fabrizio Masia, amministratore delegato di EMG Different.

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