Come cambia il lavoro del consulente con la transizione ecologica

"Il successo del business, oggi più che mai, passa anche attraverso la mole di dati che ogni azienda possiede e che, se ben analizzati, possono guidare le scelte strategiche del top management. Le società di consulenza, dunque, cercheranno professionisti con un solido background in ambito energetico e che siano capaci di guidarle nella transizione digitale e sostenibile”.

Consulenza ed energia, un binomio indissolubile anche per il mercato del lavoro nel pieno della (auspicata) transizione ecologica: parliamo dei manager della circolarità, ma anche delle (nuove) figure professionali che stanno prendendo sempre più spazio nel mondo del lavoro, complice il PNRR, la transizione energetica e la spinta alla decarbonizzazione di tutti i piani di sviluppo pan europei.

Una sorta di monito alla discontinuità – culturale, energetica, finanche tecnologica – rispetto al passato che richiama nuove sfide per le aziende di diversi settori e per la società intera. Ed è in questo contesto che le società di consulenza avranno il compito di trasformare in successo ciò che sta avvenendo anche a livello internazionale.

La transizione ecologica… nel mondo del lavoro

Complice anche il piano RepowerEu – che mira ad un’ottimizzazione energetica e spinge per l’autoproduzione di energia da fonti pulite e sostenibili – oggi le opportunità per le società che operano nel settore energetico e che abbiano concretamente nella gestione dell’energia una parte importante del proprio business sono molteplici.

Infatti, se ben direzionate, possono permettere una forte diversificazione del proprio business proprio all’interno del processo innescato dalla transizione ecologica e, al tempo stesso, la possibilità di cavalcare positivamente un momento di mercato molto intenso.

“Una grande opportunità – precisa Gionata Aldeghi, Manager della divisione Reneweables and Energy Efficiency di Hunters (società di ricerca del personale) – che si traduce, ovviamente, anche nella richiesta di competenze specifiche perché le aziende del settore energy non possono certo permettersi di rimanere indietro e perdere occasioni fondamentali di sviluppo del business.

E il successo del business, oggi più che mai, passa anche attraverso la mole di dati che ogni azienda possiede e che, se ben analizzati, possono guidare le scelte strategiche del top management. Le società di consulenza, dunque, cercheranno professionisti con un solido background in ambito energetico e che siano capaci di guidarle nella transizione digitale e sostenibile”.

Quali sono allora le nuove figure professionali della transizione ecologica? In primis, abbiamo il data scientist, una delle figure più innovative ed interessanti sul mercato del lavoro da qualche anno: ha, infatti, un ruolo cruciale all’interno delle società di consulenza e specularmente nelle aziende energetiche.

Si occupa di analizzare ed organizzare i dati e di estrapolare i trend di scenario che abbiano fondamenti reali. Questo professionista ha, solitamente, una laurea in ingegneria, informatica, economia, matematica, statistica, business administration e data science. Le retribuzioni annue spaziano tra i 40.000 € lordi di un profilo con 2 o 3 anni di esperienza e i 65.000 di una figura senior.

Sempre nell’ambito della transizione ecologica, è altresì richiesto il business process analyst che assume un ruolo centrale nell’identificazione dell’esigenze dell’azienda, in termini di attività da realizzare per ottimizzare la propria presenza sul mercato, mappando e descrivendo tutti i processi necessari per lo sviluppo del business e riducendo i colli di bottiglia.

Solitamente ha completato un percorso di studi in ingegneria ed economia e ha spiccate competenze in business management. La forbice retributiva è compresa tra i 45.000 euro annui lordi per un profilo junior e i 70.000 euro per coloro che hanno alle spalle carriere più lunghe.

Il machine learning engineer, infine, si occupa dello sviluppo di dashboard, della creazione di algoritmi di machine learning per analisi avanzate, dello sviluppo di database e framework di supporto ai task analitici, dell’analisi di fattibilità dei progetti di integrazione di nuovi dati/tecnologie per identificare soluzione applicative.

Questo profilo ha tipicamente una laurea in informatica, in ingegneria informatica o in altre discipline tecnico/scientifiche (come ad esempio matematica e fisica) e ha esperienza in ambito di digital analytics e/o data science. Deve avere un’ottima capacità nello sviluppo di soluzioni di machine learning attraverso la progettazione e il test di diversi approcci al problema e deve conoscere almeno un linguaggio tra Java, Python e Scala. Per i profili junior la RAL si attesta sui 35.000 euro e per i profili senior, invece, parte dai 50.000 euro a salire.

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