Disabilità e lavoro, cosa cambierà con le nuove linee guida per il collocamento mirato

Le nuove Linee guida per l'inclusione lavorativa delle persone con disabilità vogliono assicurare che queste ultime possano godere del diritto di partecipare in modo pieno ed effettivo alla vita sociale, pertanto anche a quella lavorativa, riducendo le "barriere" di varia natura che possano essere da ostacolo.

Sul tema della disabilità e dell’inclusione lavorativa è stato fatto un passo in avanti dal Governo. Nella giornata odierna, il Ministro al Lavoro e alle Politiche Sociali Andrea Orlando e il Ministro alla Disabilità Erika Stefani hanno presentato le nuove “Linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità“.

L’azione ha seguito la pubblicazione, risalente allo corso 11 marzo, del Decreto Ministeriale numero 43 e accompagna la Banca dati del collocamento obbligatorio mirato, con l’obiettivo di delineare un percorso di collaborazione e condivisione interistituzionale orientato verso un sistema di inclusione lavorativa più efficiente e organico in tutto il Paese per le persone con disabilità.

Disabilità e inclusione lavorativa, cosa si prospetta

Secondo quanto rappresentato dai Ministri, le nuove Linee guida adottate dal Governo mettono al centro la persona con disabilità, rispondendo, di fatto, ai principi espressi dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle persone con Disabilità ratificata in Italia con la Legge del 3 marzo 2009, numero 18.

Per definire meglio il contesto, è fondamentale sapere che la Convenzione, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006, rappresenta un importante risultato raggiunto dalla comunità internazionale in quanto strumento internazionale vincolante per gli Stati Parti. Questo significa che, in altre parole, si confermano in favore delle persone con disabilità i principi fondamentali in tema di riconoscimento dei diritti di pari opportunità e di non discriminazione.

In quest’ottica, le nuove Linee guida per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità vogliono assicurare che queste ultime possano godere del diritto di partecipare in modo pieno ed effettivo alla vita sociale, pertanto anche a quella lavorativa, riducendo le “barriere” di varia natura che possano essere da ostacolo.

Cosa vuol dire tutto questo? Che, cambiando il quadro concettuale, è possibile lavorare in direzione di un aggiornamento dei principi, delle definizioni e del complesso sistema di valutazione del coacervo del multisfaccettato mondo delle disabilità. La Legge-Delega approvata lo scorso dicembre ha rappresentato, in tal senso, una ristrutturazione concettuale e politica dell’approccio alla disabilità.

Inoltre, la recente Strategia europea per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 presentata dalla Commissione Europea pone agli Stati Membri fra gli obiettivi quello di incidere positivamente con strumenti che vadano ad ampliare l’inclusione lavorativa: finalmente, si assume la dimensione del lavoro come fondamentale per i percorsi di integrazione sociale delle persone con disabilità e la più ampia realizzazione dei relativi progetti di vita indipendente.

Cosa cambierà, quindi? Le Linee guida prevedono interventi concreti specifici rivolti a:

– giovani con disabilità non ancora in età da lavoro o ancora all’interno del sistema d’istruzione, che saranno “accompagnati” in un percorso di inclusione sociale e integrazione lavorativa;

– coloro che accedono per la prima volta alle liste del collocamento obbligatorio o sono iscritti da non oltre 24 mesi;

– disoccupati da oltre 24 mesi e persone che rientrano nel mercato del lavoro dopo dimissioni, licenziamenti o lunghi periodi di malattia, infortunio sul lavoro, malattia professionale o riabilitazione.

L’attuazione delle linee guida sarà oggetto di un monitoraggio annuale, da parte del Ministero con la collaborazione delle amministrazioni regionali competenti e tavoli tecnici tra gli attori istituzionali sono già stati previsti per i necessari completamenti.

Le azioni previste

Le Linee guida, in conclusione, adottano i seguenti principi:

▪ Multidimensionalità
▪ Progetti personalizzati («un progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato» Disegno di Legge 3347 Delega al Governo in materia di disabilità)
▪ Rete integrata dei servizi (sanitario, sociale, istruzione/formazione, lavoro) per la continuità nell’accompagnamento dei progetti personalizzati anche mediante la presenza di équipe multidisciplinari
▪ Dimensione del lavoro al centro dei percorsi di inclusione sociale delle persone con disabilità e della più ampia realizzazione dei relativi progetti di vita indipendente
▪ Partecipazione delle persone con disabilità ai progetti di inclusione proposti dai servizi
▪ Pari opportunità e non discriminazione
▪ Sistemi informativi integrati e interoperabili
▪ Approccio bio-psico-sociale come standard «nelle more della revisione delle procedure di accertamento della disabilità»
▪ Rafforzamento delle capacità del sistema mediante l’investimento nella formazione degli operatori e il potenziamento delle competenze

Al tempo stesso, il Collocamento mirato seguirà i criteri e le proposte:

▪ Percorso di collaborazione e di condivisione interistituzionale verso un sistema di inclusione lavorativa in grado di essere più efficiente e organico in tutto il Paese.
▪ Offerta di un quadro di riferimento unitario rispetto a principi, interventi e metodologie di attuazione.
▪ Sostegno alle azioni di capacità amministrativa, nell’ottica della collaborazione interistituzionale, favorendo l’adozione di interventi innovativi nella programmazione regionale e sostenendo il rafforzamento di quanto già previsto dai servizi territoriali per il collocamento mirato.
▪ Promozione e consolidamento della gestione sistematica dei dati amministrativi riferiti al Collocamento mirato, aggiornamento costante e regolare dei flussi informativi, sviluppo della collaborazione applicativa orientata a una piena interoperabilità tra i sistemi di riferimento sulla disabilità, nel quadro della governance regionale e in sinergia con le esigenze di uniformità espresse a livello nazionale, anche ai fini
di una loro opportuna analisi e valutazione.
▪ Piattaforma informatica accessibile e dinamica per la raccolta sistematica delle buone pratiche di inclusione lavorativa al fine di contribuire, con la diffusione di esperienze positive ed efficaci, all’innalzamento degli standard di gestione del sistema del collocamento mirato e ad assicurare la disponibilità su tutto il territorio nazionale di modelli replicabili di azioni, procedure e progettualità.
▪ Monitoraggio annuale dell’attuazione delle Linee guida, da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali con la collaborazione delle amministrazioni regionali competenti, anche avvalendosi del repertorio ragionato delle buone pratiche espresse dai territori e contenute nella Piattaforma informatica.
▪ Proposta di valutazione ex ante di genere dell’impatto delle misure adottate dalle amministrazioni nell’ambito del collocamento mirato
▪ Proposta di adozione del mainstreaming della disabilità per un sistema di analisi e valutazione delle politiche promosse dalle amministrazioni regionali che consideri il potenziale impatto sul mondo della disabilità delle misure predisposte, non solo in termini di equità ma anche in chiave di crescita economica.
▪ Entro 18 mesi i servizi sono chiamati ad attuare una ricognizione sugli iscritti per verificare le permanenze nelle liste del collocamento obbligatorio per le persone iscritte da oltre 24 mesi, identificando: le cause prevalenti della loro perdurante condizione di disoccupazione; il numero di offerte di lavoro presentate loro nel medesimo periodo.
▪ Promozione di campagne di comunicazione e valorizzazione della responsabilità sociale delle imprese che garantiscano buoni risultati quantitativi e qualitativi sul piano occupazionale e producano i necessari cambiamenti culturali sulla tematica della disabilità in contesti organizzativi e produttivi.
▪ Introduzione o consolidamento, da parte delle amministrazioni competenti per il collocamento mirato, di meccanismi e clausole premianti negli appalti pubblici a favore di imprese ed enti che abbiano istituito la figura del responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro.
▪ Ricorso alla figura del responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro anche in forma consulenziale per le PMI attingendo a competenze disponibili sul territorio.
▪ Rimodulazione delle misure e dei servizi del collocamento mirato, basata sull’adozione di modelli di intervento in linea con i principi richiamati dall’art. 1 del d.lgs. 151/2015, con l’identificazione dei responsabili dei procedimenti, senza trascurare le peculiarità territoriali e le implicazioni di governance del sistema conseguenti alla loro adozione

Quale strumento di indirizzo e coordinamento a livello nazionale, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha poi recentemente istituito la Banca dati del collocamento obbligatorio mirato, che definisce le modalità attuative della raccolta di informazioni e la semplificazione degli adempimenti in materia di assunzioni mirate per persone diversamente abili.

Il Ministero del lavoro ha iniziato interlocuzioni con INPS e INAIL al fine di approntare tutti gli adempimenti utili per rendere operativa la Banca dati del collocamento mirato ed è in procinto di attivare anche un tavolo con le Regioni. Le informazioni saranno accessibili alle Regioni e Provincie autonome di Trento e Bolzano, all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, all’Anpal, al Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai datori di lavoro pubblici e privati e alle persone iscritte presso il collocamento mirato.

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