Nell’arco dei prossimi due anni l’Italia si adeguerà, in materia di disabilità, alla Strategia europea per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030: con l’approvazione nella serata di ieri della Legge Delega sulla disabilità è stato compiuto un nuovo passo avanti per aggiornare ed equiparare, sia da un punto di vista normativo che di politiche attive per il territorio, la definizione di disabilità e i criteri di valutazione della stessa.
Gli obiettivi della Legge Delega sulla disabilità
L’obiettivo, infatti, è quello di garantire maggiormente alla persona con disabilità
“di ottenere il riconoscimento della propria condizione, anche attraverso una valutazione della stessa congruente, trasparente e agevole che consenta il pieno esercizio dei suoi diritti civili e sociali, compresi il diritto alla vita indipendente e alla piena inclusione sociale e lavorativa, nonché l’effettivo e pieno accesso al sistema dei servizi, delle prestazioni, dei trasferimenti finanziari previsti e di ogni altra relativa agevolazione, e di promuovere l’autonomia della persona con disabilità e il suo vivere su base di pari opportunità con gli altri, nel rispetto dei princìpi di autodeterminazione e di non discriminazione“.
Cosa vuol dire tutto questo? Che, cambiando il quadro concettuale, è possibile lavorare in direzione di un aggiornamento dei principi, delle definizioni e del complesso sistema di valutazione del coacervo del multisfaccettato mondo delle disabilità.
Un esempio è dato con l’aggiornamento della legge 104/1992, previsto fra i primi punti della Legge Delega: la nuova definizione della condizione di disabilità andrà a sostituire quella di “handicap” attualmente prevista. Questo non andrà ad incidere negativamente sull’individuazione della platea ma modificherà
“la metodologia del riconoscimento che attraverso l’impiego di ICF (nternational Classification of Functioning Disability and Health, approvata dalla 54a Assemblea mondiale della sanità il 22 maggio 2001) darà luogo ad un processo valutativo di base più accurato, in grado di rilevare la presenza di durature menomazioni e la necessità di sostegno [..]. Con decreto interministeriale si provveda al progressivo aggiornamento delle definizioni, dei criteri e delle modalità di accertamento dell’invalidità previsti dal decreto del Ministro della sanità 5 febbraio 1992”.
Non vi è quindi impatto sulla fruizione dei permessi lavorativi, congedi parentali, IVA agevolata e altri tipi di agevolazioni, ma verranno introdotte disposizioni che prevedano una valutazione di base della disabilità distinta da una successiva valutazione multidimensionale fondata sull’approccio bio-psico-sociale, attivabile dalla persona con disabilità o da chi la rappresenta, previa adeguata informazione sugli interventi, sostegni e benefìci cui può accedere, finalizzata al progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato, che tenga conto dell’età e del genere.
Cosa cambierà entro i prossimi due anni
Si sta, in altre parole, lavorando in direzione di una valutazione personale delle disabilità olistica, più reale e coerente con i bisogni della persona, non eccessivamente categorizzata e imbrigliata in definizioni ormai obsolete, che possa rendere l’individuazione del bisogno specifico della persona con disabilità congruente con il suo tempo di vita e con le necessità precipue.
Verranno infatti differenziati i percorsi di valutazione per minori, adulti e anziani per stabilire – con nuove unità territoriali maggiormente integrate – progetti di vita individuali, personalizzati e partecipati più che di assistenza. La Legge Delega, pertanto, prevede
“l’affidamento a un unico soggetto pubblico dell’esclusiva competenza medico-legale sulle procedure valutative, garantendone l’omogeneità nel territorio nazionale e realizzando, anche a fini deflativi del contenzioso giudiziario, una semplificazione e razionalizzazione degli aspetti procedurali e organizzativi del processo valutativo di base, anche prevedendo procedimenti semplificati di riesame o di rivalutazione, in modo che siano assicurate la tempestività, l’efficienza e la trasparenza e siano riconosciute la tutela e la rappresentanza della persona con disabilità”.
e, di conseguenza
“prevedere che il progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato sia diretto a realizzare gli obiettivi della persona con disabilità secondo i suoi desideri, le sue aspettative e le sue scelte, migliorandone le condizioni personali e di salute nonché la qualità di vita nei suoi vari ambiti, individuando le barriere e i facilitatori che incidono sui contesti di vita e rispettando i princìpi al riguardo sanciti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, indicando gli strumenti, le risorse, i servizi, le misure, gli accomodamenti ragionevoli che devono essere adottati per la realizzazione del progetto e che sono necessari a compensare le limitazioni alle attività e a favorire la partecipazione della persona con disabilità nei diversi ambiti della vita e nei diversi contesti di riferimento, compresi quelli lavorativi e scolastici nonché quelli culturali e sportivi, e in ogni altro contesto di inclusione sociale”
La Legge Delega procederà, poi, in merito ad una maggiore informatizzazione dei processi valutativi e di archiviazione; alla riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità; all’istituzione di un Garante nazionale delle disabilità e al potenziamento dell’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.