L’Assegno Unico e Universale è la misura che sostituirà, dal prossimo 1 marzo, tutte le altre esistenti per quanto concerne i contributi a sostegno della famiglia. E’ universale perché, da questo momento in poi, viene a cadere il requisito del reddito da contribuente (come era valido, invece, per gli assegni del nucleo familiare, i famosi ANF dei dipendenti) in favore di un welfare universalmente riconosciuto, ossia aperto a tutti coloro che hanno figli a carico fino ai 21 anni di età. E’ unico perché andrà a sostituire tutti gli altri bonus esistenti: dall’assegno di maternità al bonus figli minori.
La misura, ormai lanciata, vede nel 2022 la sua prima sperimentazione effettiva, sebbene vi siano alcuni dubbi sugli effetti che avrà sul welfare familiare: molto probabilmente tenderà, infatti, ad impoverire l’insieme degli sgravi fiscali e dei bonus riservate alle famiglie di contribuenti, in favore di un allargamento della forbice dei beneficiari. Un principio, quello di includere tutti, giusto e sacrosanto: ma la situazione che potrebbe verificarsi è che tutti prenderanno, a conti fatti, qualcosa in meno e saranno molto pochi coloro che riusciranno ad ottenere l’importo massimo di 250 euro.
Se hai dimenticato di comunicare il nuovo ISEE entro il 28 febbraio 2023 leggi questo articolo.
Gli importi dell’Assegno Unico e Universale e l’ISEE
Per l’assegno unico e universale è possibile sempre simulare gli importi che si otterranno, ma a contare di più fra i parametri è l’ISEE, ossia l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. E’, infatti, il computo dei beni e delle proprietà del nucleo familiare – oltre al numero dei figli e alla presenza di figli con disabilità (per i quali si può richiedere anche un altro contributo, lo ricordiamo qui) – a determinare l’importo e gli “scaglioni” dell’Assegno unico e universale.
A tal proposito, è bene ricordare che l’ISEE non corrisponde sempre del tutto alla “ricchezza” di un nucleo familiare: ma ci sono alcuni indicatori come la casa di proprietà e un cospicuo conto in banca che tenderanno a pesare sullo scaglione di appartenenza.
Tanto quanto premesso è stato necessario per riepilogare le informazioni per fornire un chiarimento, reso disponibile dall’INPS: con la circolare n.23 del 9 febbraio 2022 l’Ente di previdenza chiarisce che, sebbene sia possibile richiedere l’Assegno Unico e Universale anche non indicando in un primo momento l’ISEE di appartenenza, questo verrà poi automaticamente calcolato dallo stesso Ente.
Per dirla in altro modo, al momento della presentazione della domanda sul sito dell’INPS per l’assegno unico e universale, al richiedente verrà chiesto di flaggare la casellina in cui si chiede se si è in possesso di un ISEE in corso di validità. Per l’assegno unico e universale 2022 l’ISEE deve far riferimento alla situazione reddituale e patrimoniale del nucleo familiare, riferita a due anni antecedenti (quindi al 31 dicembre 2020): gli stessi dati dovranno poi essere riportati nella DSU (dichiarazione sostitutiva unica) da cui poi è elaborato l’ISEE.
Sebbene in questa fase l’ISEE non vada allegato, l’INPS verificherà in automatico la presenza nei propri archivi dell’ISEE stesso e la conformità con quanto dichiarato.
Cosa accade con ISEE sbagliato o difforme
Nel caso in cui, nel compilare la domanda per l’assegno unico e universale, sia stato indicato un dato relativo all’ISEE errato o difforme dalla situazione reale, quindi se l’ISEE caricato
“reca omissioni e difformità, […] entro la fine dell’anno il richiedente la prestazione sarà avvisato della difformità e/o omissioni e sarà invitato a regolarizzare la propria posizione. Laddove ciò non dovesse avvenire, l’INPS procederà al recupero dell’importo eccedente il minimo che sarebbe spettato in assenza di ISEE”
Si informa, a tal proposito, che sono previste anche conseguenze penali per la falsità di quanto indicato nella dichiarazione. Conviene, allora, mettersi in regola se si è commesso un errore nella domanda per l’assegno unico e universale.
Il cittadino, secondo le istruzioni dell’INPS, può:
- presentare una nuova DSU (dichiarazione sostitutiva unica) priva di difformità così da avere l’ISEE corretto;
- richiedere al CAF la rettifica della DSU, con effetto retroattivo, esclusivamente qualora quest’ultima sia stata presentata tramite CAF e quest’ultimo abbia commesso un errore materiale;
- fornire all’INPS idonea documentazione per comprovare la completezza e veridicità dei dati indicati nella dichiarazione.
L’Assegno Unico e Universale, comunque, verrà erogato dall’INPS nelle seguenti modalità
a) accredito su uno strumento di riscossione dotato di codice International Bank Account Number (IBAN) aperto presso prestatori di servizi di pagamento operanti in uno dei Paesi dell’aerea SEPA (Single Euro Payments Area). Gli strumenti di riscossione dell’assegno sono i seguenti:
– conto corrente bancario;
– conto corrente postale;
– carta di credito o di debito dotata di codice IBAN;
– libretto di risparmio dotato di codice IBAN;
b) consegna di contante presso uno degli sportelli postali del territorio italiano;
c) accredito sulla carta di cui all’articolo 5 del decreto-legge n. 4/2019, per i nuclei beneficiari di Reddito di cittadinanza.