IBeach, arriva l’app per prenotare anche le spiagge libere

Il co-founder: nessuna privatizzazione, ma uso corretto e sostenibile di un bene pubblico

IBeach risponde ad un’esigenza sentita da molti: quella di andare a mare, in sicurezza. Con l’avvento del Covid e la necessità di distanziamento anche al mare, alcuni comuni hanno lanciato delle App per far in modo che sulle spiagge libere non ci fossero assembramenti. Nelle Marche, sulla Riviera del Conero, le istituzioni si sono rivolte alla prima app di questo genere in Italia, IBeach, nata nel 2016 per prenotare negli stabilimenti privati e adattata per l’occasione alle spiagge libere. Con il co-founder Angelo Abate, abbiamo parlato del futuro di queste applicazioni.

Partiamo dal funzionamento di IBeach.
“Il modello è lo stesso di altre app per il turismo, come Booking, per esempio. Invece dell’albergo, però, si cerca lo stabilimento, si verifica la disponibilità e i servizi, e infine si prenota. Dal 2016 è sempre stato così e serviamo stabilimenti nelle Marche, in Toscana, in Emilia-Romagna e in Abruzzo, oltre a parte della Sardegna e della Puglia. Poi con l’arrivo del Covid, l’anno scorso il Comune di Ancona ci ha chiesto di allargare il servizio alle spiagge libere. E adesso gestiamo le prenotazioni sulla Riviera del Conero. Chiaramente il servizio per l’utente è gratuito”.

La app indica anche se c’è parcheggio?
“Sì, sia per gli stabilimenti che, adesso, anche per i comuni con spiagge libere che hanno voluto integrare il servizio. Inoltre segnala se la spiaggia è accessibile ai disabili e permette anche di ordinare cibo. Insomma, tutto da sotto l’ombrellone o da casa prima di partire per il mare”.

Per le spiagge libere, però, ci sono delle limitazioni.
“Sì e non dipendono dalla App, ma dalle politiche dei Comuni. In pratica si è scelto di non permettere di prenotare nella stessa spiaggia libera per due giorni di seguito. Si è seguito un principio di rotazione, così si può andare al mare tutti i giorni spostandosi da un luogo all’altro, e consentendo a tutti di visitare le spiagge libere della zona”.

Con le app come IBeach non c’è il rischio di una privatizzazione delle spiagge libere?
“Il rischio c’è, ma ancora una volta non dipende dalla app, ma dalle politiche che scelgono i Comuni nell’usarla. Penso al caso della Riviera del Conero: fino a due anni fa, in estate, le strade per andare al mare erano intasate anche 13 ore al giorno. Perché le persone si mettevano in macchina alla ricerca di un parcheggio e di una spiaggia libera. Con la prenotazione obbligatoria per le spiagge libere questo fenomeno è scomparso. Quindi, se ben usato, lo strumento porta a un abbattimento del traffico e anche dello stress del cittadino che vuole farsi una giornata al mare. Certo se rendiamo il servizio elitario, il valore pubblico della spiaggia libera si perde. Ma se ben usato potrebbe diventare un sistema per promuovere un utilizzo corretto e sostenibile di un bene pubblico. Anche perché i posti in spiaggia, alla fine, sono sempre limitati, anche senza il Covid”.

Il Covid appunto. Secondo lei, passato questo periodo, si continuerà a chiedere una prenotazione per le spiagge libere o il sistema scomparirà con la pandemia?
“Per gli stabilimenti privati non cambierà nulla, anche perché con la nostra App hanno visto un incremento concreto del loro business, mentre gli iscritti (circa 100 mila ndr) risparmiano sull’ingresso. Per le spiagge pubbliche credo che diventerà uno strumento di investimento per i comuni. Laddove si vorrà proporre un turismo sostenibile e di qualità, e una regolamentazione del traffico verso le spiagge, le app come IBeach continueranno a essere usate”.

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